martedì 6 dicembre 2011

Le squadrette del Regina Coeli


ROMA - Una "squadretta" all'interno del carcere romano di Regina Coeli, che si divertiva a seviziare e umiliare alcuni detenuti. 
Sei le persone coinvolte, non solo guardie carcerarie, ma anche un infermiere, Luigi Di Paolo e il medico della settima sezione Rolando Degli Angioli, entrambi accusati di violenza privata. 
 A denunciare questa squadra di torture fu Oltean Gavrila, uno dei romeni finiti in carcere per lo stupro della Caffarella del 2009: «Arrivavano alle 23 e mi facevano stare in piedi. Poi dicevano che potevo dormire per venti minuti, ma io non ce la facevo».
 Dopo qualche giorno Gavrila tentò il suicidio il 19 febbraio, attaccandosi ad una bottiglia di detersivo. Dopo essere stato portato in infermieria ha chiesto di parlare con un magistrato per "spifferare" le malefatte della squadretta. Le vittime prescelte erano spesso stranieri, o persone accusate di reati sessuali o socialmente gravi.
 Ma a far scattare l'indagine fu il francese Julien Monnet, accusato dell'omicidio della figlia nel 2008 (la piccola cadde per le scale dell'Altare della Patria),che subì il "trattamento" a Regina Coeli e denunciò subito l'accaduto alla Farnesina, che stava seguendo da vicino il suo caso. «Mi legarono ad un letto di contenzione - racconta Monnet - uno mi schiaffeggiava e l'altro mi colpiva i piedi con un bastone». 
Poi i due tentarono anche di inserire un catetere o un tubo simile: «Fecero più tentativi, incuranti delle urla di dolore che emettevo. Anzim più urlavo più continuavano a picchiarmi».
 Dopo la denuncia delm francese è stato aperto il fascicolo contro la polizia penitenziaria del Regina Coeli.
 Ma molte furono le vittime della "squadretta": un filippino raccontò di essere stato legato e usato come un posacenere, un altro detenuto raccontò aver camminato per il carcere dicendo «Sono scemo, sono scemo». 

fonte: http://www.leggo.it/home_page.php

Nessun commento:

Posta un commento