mercoledì 2 marzo 2011

Entri col diploma ed esci col dottorato: lettera dal carcere di Marassi - Genova





condotta, perché dopo 2 o tre anni in carcere, ancora non era definitivo, e se dopo 2 anni di carcere vieni assolto? Chi ti ridà quei due anni persi?
Nessuno!!!
Se sei incensurato e paghi un principe del foro, forse, un risarcimento lo potresti ottenere ma se già sei entrato nel tunnel della giustizia, non hai nemmeno il diritto a quello, se hai precedenti basta il sospetto come "scusa" e ci sono persone che in quei due anni hanno perso famiglia, lavoro, casa, macchina; se hanno avuto un lutto in quel periodo non sono nemmeno puoi andare al funerale di un caro che è venuto a mancare!
Qui torniamo al precedenti discorso (diploma, dottorato): cosa fa un uomo dopo 2 anni ? come unica cosa si ritrova a pagare 2 anni di spese di mantenimento in carcere!
Cosa fa un uomo che non ha più niente da perder?
Si rassegna e 99 casi su cento si mette a delinquere se non per incallimento per mangiare.
Una persona entrata per errore ma macinata dall'ingranaggio, si trasforma da marito, padre, proprietario in un "cavallo di ritorno" e quella molto probabilmente sarà la sua vita per il tempo che rimane.
E questo era solo il primo esempio, cioè con i tempi biblici della nostra legge, molte volte prima del definitivo uno la pena l'ha già scontata...speriamo solo non sia stato innocente!
Ora c'è il punto dall'Art.27, quello del senso di umanità e della rieducazione.
Non so se esiste qualcuno che sia mai stato rieducato in carcere, io comunque non lo conosco e vorrei sapere che cosa intendono per "contrario al senso di umanità"?
Forse non usare più l'elettrochoc o la lobotomia è già considerato un trattamento di favore, ma non sarebbe proprio così, almeno credo.
Secondo me solo il modo in cui siamo costretti ad incontrare le nostre mogli o solo i familiari, per non parlare di chi ha bambini piccoli, è già una forma di violazione al senso di umanità.
Hanno forse i nostri figli, mogli o madri commesso reati che devono molto spesso passare oltre che imbarazzanti perquisizioni, stare attenti al cronometro ( che viene tolto) , evitare abbracci e baci... loro non hanno colpe se non quella di mare qualcuno che ne ha commesse e pare sia sufficiente questo per violare la loro privacy.
Con l'art. 8 chiudo la mia analisi: " Funzionari e dipendenti dello Stato e degli Enti Pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili ed amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli Enti Pubblici".
Senza voler essere ripetitivo, questa è un'altra leggenda urbana che amano raccontarti, seduti turi in cerchio, davanti al fornelletto al butano.
Da che ho memoria non ricordo che chi esercita il potere o come si dice qua "ha il coltello dalla parte del manico, abbia mai pagato o altro qualsiasi tipo di violazione commessa verso un detenuto, senza aver rovesciato le carte a proprio favore e, se possibile, riuscire ad avere un risarcimento o almeno qualche mesetto di infortunio pagato al cento per cento.
Non parlo di disguidi tecnici, parlo di ragazzi passati a miglior vita per le percosse ricevute in un luogo dove avrebbero dovuto semplicemente scontare una pena.
Quest'ultimo esempio ha spento la mia verve letteraria, quindi concludo con l'umiltà con cui ho iniziato la presente.
Porgo i miei più cordiali saluti e rinnovo l'auspicio che queste parole si levino nuovamente dal coro e possano servire almeno a sensibilizzare un pochino chi crede che nelle carceri esista la parola RIEDUCAZIONE e crede a quello che la televisione ci impone.

Distinti saluti.                                                                                             Un detenuto

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