Aprile1985: due macchine con a bordo varie persone(anni dopo una parte di loro implicate e poi condannate in sede definitiva per un delitto di un commerciante di nome Giovanni Battista Pinna)erano in procinto di fare una rapina.Una delle vetture venne bloccata dai carabinieri e all'interno vennero trovate delle armi.La macchina risultò rubata al magistrato Sergio De nicola.il P.M. che arrestò ingiustamente per il delitto del commerciante Aldo Scardella sempre lo stesso inquirente che non colse il nesso assieme al capo della squadra omicidi di allora Oreste Barbella ,tra alcuni dipendenti che lavoravano dal commerciante ,con le persone fermate dai carabinieri:quei dipendenti erano amici e parenti con alcuni di quei malavitosi fermati dai carabinieri.Dodici anni dopo a seguito della nuova inchiesta ,che portò a escludere in maniera inequivocabile il coinvolgimento di Aldo, gli amici e parenti di alcune persone fermate dai carabinieri nell'aprile 1985 che lavoravano nel negozio del commerciante furono identificati e interrogati uno di questi accusato di essere il basista.
Il 23 dicembre 1985,verso le ore 22,30,tre individui armati e mascherati fecero irruzione in un supermarket di Cagliari.Rimase ucciso,con tre colpi d'arma da fuoco,il titolare:Giovanni Battista Pinna.Assieme a lui vi era il genero,Marco Collu,per il quale ancora oggi non è chiara la dinamica della fuga dai rapinatori assassini.Il giorno dopo gli investigatori,chiamati da una donna,rilevarono,in un giardino vicino al supermarket e a due palazzi da casa nostra,un passamontagna usato presubilmente,secondo gli inquirenti,dai malviventi.La donna trovò il copricapo bel occultato,ma i poliziotti scrissero nel verbale che era ben visibile.Il 26 dicembre 1985 il capo della squadra omicidi, Oreste Barbella,procedette alla perquisizione in casa Nostra,poichè una fonte anonima,mai registrata dalla polizia e dall'autorità giudiziaria,dichiarò al dirigente di avere notato mio fratello Aldo,due o tre giorni prima della rapina-delitto,passare nei pressi del supermarket in compagnia di altre due persone.Daltronde,da dove sarebbe dovuto passare se quello era il passaggio obbligatorio per tornare a casa?
La mia famiglia venne sottoposta a interrogatori e a esami giudiziali,mio fratello Mario fu protagonista di una prova oscena:un cane doveva annusare il copricapo incriminato e individuarne il proprietario.I poliziotti che rilevarono il passamontagna erano l'ispettore Sergio Suergiu e l'ispettrice Maria Paola Pani,ora vice prefetto aggiunto a Cagliari:furono sempre loro a predisporre con il P.M. De Nicola l'esperimento giudiziale nel quale venne coinvolto anche Mario.Il copricapo dimostrava "l'umidità"della notte,questo era in evidente contrasto con il rilievo avvenuto alle ore 13,cioè dopo diverse ore "diurne" durante le quali l'indumento-per di più se posto all'esterno del cespuglio-avrebbe avuto tutto il tempo per asciugarsi.L'umiliazione fu lacerante,Mario era un briganiere della Guardia di Finanza e non resse a quella umiliazione:dodici mesi dopo la morte di Aldo,Mario morì di leucemia.Colpevole di essere stato il fratello dell'indiziato Aldo Scardella accorso in questura solamente per sapere notizie in ogni caso avrebbero dovuto esonerarlo dal'esperimento per motivi di opportunità.Giudicate voi come è morto.Mio fratello Franco che anche lui fu sottoposto anche lui ad esami giudiziali gli fu chiesto dal P.M. De Nicola di firmare un verbale di interrogatorio,ma poichè quanto riportato nel verbale non corrispondeva a quanto detto,mio fratello si rifutò di firmare e a quel punto fu sottoposto a minacce,come del resto mia madre:interrogandola in piena notte per tante ore,ma ciò nonostante,non firmò.I magistrati nelle loro argomentazioni hanno sempre considerato quel verbale non firmato da Franco come una testimonianza..Gli inquirenti sapevano inoltre dove fosse stato trovato il passamontagna e non fecero nessun comunicato alla stampa quando dichiarava incessantemente:che il copricapo era trovato nel nostro giardino.Tutto questo motivò i giustizieri a procedere contro di noi,con dispetti ,danneggiamenti.. ormai eravamo diventati i parenti dell'assassino..Franco è morto in un incidente in mare in una splendida giornata di sole nel giugno del 1992.Magistrato di turno era Enrico Altieri lo stesso che fu di turno in cui morì Aldo e si occupò della censura dei telegrammi in cui invitammo Aldo alla nomina dell'avvocato Anedda, sembrerebbe che con De Nicola preparò a risposta in parlamento all'iterrrogazione del mio amico Marco Pannella:la risposta non fu fedele alla realtà dei fatti.Anni dopo,lo si vede ancora come P.M.:sosteneva che Aldo non si voleva uccidere bensì simulare un suicidio per uscire dall'isolamento..(speriamo che quando muoia io non ci si sia sempre lui se no l'inchiesta la chiudono dopo venti secondi)e chi si occupò degli accertamenti per la morte di Franco era il procuratore Mura.Gli agenti che fecero irruzione mandati dal commissario Barbella procedetterò con la motivazione dell'art.41 delle leggi di pubblica sicurezza:ovvero quando vi è un sospetto che in una casa ci siano armi o materiale esposivo,non è necessario il mandato del magistrato.Eppure non sussisteva alcun collegamento di Aldo con le armi.Ricordiamo che per procedere, anche in quei casi, ci vuole l'indizio di reato.Inoltre nel rapporto che redasse tre giorni dopo l'omicidio,l'ispettore Giuseppe Rotella alla dirigenza della squadra mobile menzionò Aldo come uno degli autori dell'efferatto delitto.La fonte gli avrebbe riferito questo,invece l'ispettore non avrebbe mai contattato l'informatore,lo disse espressamente lui quindici giorni dopo al magistrato De Nicola:(Quando l'ispettore Rotella testimoniò davandi al P..M. De Nicola,sarebbe dovuto scattare il reato di calunnia ai danni di Aldo per avere scritto nel rapporto che la fonte lo indicava come l'assassino o quanto meno chiedergli conto di quella grave incongruenza.15 anni anni dopo in un processo dove poi condannarono altri persone per il delitto per il quale fu accusato ingiustamente Aldo l'ispettore Sergio Suergiu disse la stessa frase di Rotella e anche altro.. e anche in quella circostanza i magistrati rimasero a guardare pur conoscendo gli atti della vicenda.Tempo dopo il sottoscritto denunciava il L'ispettore Suergiu per calunnia alla memoria di un morto innocente) All'indomani dell'efferato delitto del commerciante,gli investigatori commentarono alla stampa:"chi ha sparato è un "frillo"(il termine usato fu davvero "frillo",forse intendevano dire "schizato",o inetto").non solo commisero un grave errore ad arrestare Aldo,ma furono anche penosi nel tentativo di individuare la psicologia del soggetto criminoso,visto e considerato che i personaggi coinvolti anni dopo per l'omicidio del commerciante,erano malavitosi affermati.Si rileva dagli interrogatori svolti dal P.M. Sergio De Nicola,che il maggior "indizio" di colpevolezza lo ricavò dal fatto che Aldo,che la mattina del giorno dopo di a quello in cui avvenne il delitto,comprò,come era sua abitudine,il giornale.E al magistrato parve strana quella sete di notizie.Il difensore Gian Franco Anedda chiese la scarcerazione per assoluta mancanza di indizi,considerando anche il fatto che la prova del guanto di paraffina era risultata negativa.Ma il magistrato rispondeva in un istanza che il guanto di paraffina non lo scagionava,perchè poteva essere tra quelli che non aveva sparato.In pratica, nel momento stesso che il P.M. De NIcola pubblicava quell'istanza, lo scagionava:De Nicola aveva emesso il 29 dicembre del 1985 un ordine di cattura identificando nella persona di mio fratello,seppur basandosi soltanto sull'altezza,come quello che sparò al commerciante..poi rispondendo al difensore dichiarava che poteva essere tra quelli che non avevano sparato.Sarebbe bastato questo a dichiarare la custodia cautelare nulla.Anzi tutta la procedura doveva essere dichiarata nulla sin dall'inizio,da quando non gli permisero di nominare un avvocato difensore per una settimana dal momento dell'arresto.Il giudice istruttore Carmelina Pugliese e il Tribunale delle Libertà,composto da Carlo Piana,Francesco Sette e Bruno Alfonsi ebbero modo di vedere di verificare quella grave incongruenza,ma nulla fecero,tennero segregato in isolamento per sei mesi un ragazzo per dei semplici sospetti o meglio per un giornale e perche aveva la stessa altezza di uno dei banditi quando all'epoca con quell'altezza c'era mezza Sardegna maschile.Strano trattamento per un censurato nemmeno al capo di cosa nostra fecero un trattamento del genereI magistrati Carlo Piana,Francesco Sette e Bruno Alfonsi col giudice istruttore Carmelina Pugliese avvallarono,le "incongruenze del P.M. De Nicola(si vedano il provv.del G.I. del 04-02-1986 e l'ordinanza del T.d.L. del 24-01.1986).Detti oprgani di giustizia hanno pertanto una indiscutibile responsabilità della carcerazione di Aldo Scardella...sì tratta di una responsabilità anche più grave.per essere emersa in sede di riesame,quindi con una maggiore possibilirà di riflessione e di valutazione degli elementi?Il Giudice Istruttore Carmelina Pugliese non interrogò mai mio fratello nonostante la legge glie l'ho imponesse obbligata anche dal fatto che Aldo era stato denunciato per presunto reato di oltraggio nei confronti di due servitori dello Stato.Reato che si contestava per direttissima invece a lui gli è stato contestato dopo 13 giorni dopo nel primo, nell'altro neanche l'hanno sentito.Aldo fu arrestato nel momento in cui fu accreditata l'ipotesi di un delitto per vendetta(sentenza)ma a lui fu contestata la motivazione della tentata rapina.Circa tre mesi dopo la morre del commerciante il perito balistico Luchi confermava nella sua relazione l'ipotesi della vendetta nella quale il P.M. De Nicola la faceva sua sollecitando il giudice Pugliese, con ampie argomentazioni a riguardo, a indagare su quel versante..ma nonostante ciò Aldo rimaneva in carcere con la motivazione della tentata rapinaAldo Scardella venne trovato impiccato nella sua cella il 02 luglio 1986, ancora oggi la sua morte è circondata da molti dubbi e misteri.Il giorno della sua morte la direzione carceraria avvisò telefonicamente l'ufficio istruzione di Carmelina Pugliese per motivi legati allo stato di Isolamento di cui pativa Aldo ma il motivo principale di quella telefonata è ancora oggi oggetto di mistero.Di certo si sa che il giudice confermava l'isolamento.e dopopo che ore Aldo venne trovato impiccato.Dagli atti del C.S.M. nell'anno 1986 si rileva che il giudice Pugliese accusò ;ingiustamente,davanti ai supremi giudici il prof.Luigi Concas del foro di Cagliari.:lo riteneva responsabile di tutti gli attacchi dei media nei suoi confronti in relazione alla vvicenda di mio fratello;inoltre,secondo il giudice in questione,fu a causa sua di tale avvocato che non potè interrogare Aldo,poichè in quel periodo dovette andare a Roma per essere ascoltata da alcuni giudici a causa di un esposto che proprio l'esimio avvocato aveva sposto nei suoi confronti.Nel giugno 1998 la giudice venne intervistata dal giornalista Sardo Giorgio Pisano, dichiarava: che per chiarire quella vicenda avrebbe dovuto riferire i rapporti con alcune persone,dell'ambiente di lavoro e altro.Come andavavano le cose al palazzo di giustizia di Cagliari.Quindi sarebbe stato scomodo per molti:giudici,avvocati e altro.Il giorno si aspettava una replica degli avvocati Sardi,invece un silenzio tombale.Il ministro della giustizia di allora Mino Martinazzoli diede disposizione dopo la morte di Aldo di togliere tutti i detenuti d'Italia dall'isolamento..dopo che una cella si era aperta aperta riempendo di luce un cadavere penzolante sinistramente dalle sbarre:effetto Scardella ha tuonato radio carcere,quel morto ha fatto un piccolo miracolo.L'ingiusta incriminazione di Aldo e la prolungata sua detenzione in regime d'isolamento,conclusasi solo con la morte dell'imputato,scossero all'epoca dei fatti l'opinione pubblica locale e nazionale,creando un vasto movimento d'opinione sul tema della giustizia in Italia e su quello,in particolare della responsabilità dei magistrati...
Il caso a lungo irrisolto,tornò nelle pagine dei giornali a seguito della riapertura delle indagini e successiva condanna di due esponenti della malavita Cagliaritana,appartenenti alla cosidetta banda di Is Mirrionis,quartiere di Cagliari ad alto tasso di criminalità.Il caso poi continuò ancora con un'altra serie di colpi scena,anzi si può dire che non è ancora conluso...negli anni non si è mai smesso,anche a costo di dare fastidio,di cercare la verità sulle vere cause dell suo arresto e della sua morte provocando diverse reazioni in un sistema corrotto e farraginoso..
Il suo caso giudiziario grazie anche al nostro apporto servì per affrontare in Parlamento nuove proposte e iniziative di legge come l'isolamento e l'interrogazione di garanzia infatti 3 anni dopo furono recepiti dal nuovo codice di procedura penale. 12 giugno 1990.Sentenza di proscioglimento di archiviazione degli altri indiziati del delitto del Bevimarket. Nella requisitoria del P.M. Mario marchetti e nella sentenza del giudice Roberto Melis: la fonte che permise al commissario Barbella di procedere all'irruzione in casa Scardella figura come testimone.Inoltre il P.M. Marchetti(sempre in questa sentenza) disse che Liberato Spina,un altro imputato, in sede di confronto con Aldo il 07-02-1986 ritrattò un fatto che dichiarò il 16-01-1986 sempre davanti al P.M..Questa rittrazione la confermò al G.I. il 28-02-1986Sempre in questa citata sentenza i magistrati sostennero che Spina il 28-01-1986 confermò ciò che disse al P.M. il 16-01-1986.Leggendo Marchetti sembra di vedere una giustizia presa come gioco.
Com'è possibile che una figura determinante dell'impianto accusatorio non sia mai stata in alcun modo identificata,neppure quando non si frapponevano più istruttorie,sopratutto in considerazione del fatto che sulla testimonianza,mezzo di prova in questione(del confidente),è stata basata più di una sentenza.(Come ad esempio:questa sentenza dove c'è Marchetti)Alla fine del 1996,un esponente della della mala Cagliaritana,in un certo modo sensibilizzato da me,confessò il suo coinvolgimento per il delitto di cui fu accusato ingiustamente Aldo,e chiamò in causa altre persone le quali furono condannate in via definitiva.Il dato più desolante da questa vicenda processuale,è che tutta la mala Cagliaritana e come si rileva dagli atti processuali anche la polizia era a conoscenza della innocenza di mio fratello e se un giorno dovesse venire confermato anche i magistrati ne avevano avuto sentore.Nel 1988 e nel 1998 sono venuti allo scoperto altri due confidenti,le cui dichiarazioni sono state rilevate dall'ispettore Biagio Trapani,il quale in ambedue i casi fece una relazione di servizio che poi trasmise al dirigente della squadra mobile di Cagliari.Nella relazione del 1988,(trasmessa alla procura della Repubblicadi Cagliari nel 1997),il confidente indicò due nomi quali probabili killer del commerciante;uno di questi è colui che è stato condannato proprio per questo fatto.Nel 1989 il G.I. Roberto Melis chiese per iscritto,alla questura di Cagliari,se in merito all'omicidio del commerciante vi erano novità.La Questura rispose:che non vi era nessuna notizia...Nel 2000,riuscì ad ottenere dal C.S.M la documentazione riguardante la morte in carcere, i supremi giudici mi fecero gentilmente osservare che se avessi divulgato il contenuto della documentazione sarebbe incorso in gravi conseguenze penali facendo riferimento ad una precisa norma della legge sulla privacy.In ogni caso, sto ancora aspettando gli atti dell'inchiesta del procuratore Gian Carlo Caselli piombato a Cagliari subito dopo la morte di mio fratello per poter finalmente avere una valutazione serena e globale di quell'incresciosa vicenda. Il plenum del C.S.M. fece figurare che il magistrato Sergio De Nicola svolse l'indagine sommaria nei termini consentiti,quando invece li oltrepassò eccome!Quell'infrazione comportava la scarcerazione immediata non era un interpretazione del magistratoNegli atti non si parla del fatto che per una settimana Aldo non ebbe la possibilità di nominare un difensore, nemmeno quello d'ufficio.Tutti questi atti illegitimi e altri ancora erano e sono rilevabili e visibili anche da altre inchieste parallele come l'istruttoria che ha coinvolto Aldo.Il procuratore Caselli è uscito indenne da varie "avventure"lavorative e certo non sarà il peso di un ragazzo ucciso a causa del comportamento processuale dei magistrati e ucciso tante altre volte sempre dai magistrati offendendone la memoria..a preoccupare la sua reputazione.Infine non è menzionato neanche che non gli fecero passare la biancheria personale incorrendo in questo caso in atti contro l'umanità,Maggio del 2002un crimine che mai si prescrive..alla mia richiesta il C.S.M. per avere gli atti di Caselli non mi rispose.invece la procura generale Nelle lettere ad Amnnesty Interrnational(che già scrissi nel 1998) e al Tribunale di Strasburgo Manifestavo tutta la mia amarezza per quello che stavo vivendo a causa di un sistema corrotto che influenzava tutto il nostro vivere civile. Espressi forti preoccupazioni sull'incomprensioni che avrei potuto avere con personaggi come il commissario Oreste Barbella e l'ispettore Sergio Suergiu.Sono stato un veggente poichè la fondatezza dei miei timori venero confermati sette anni dopo con l'arrivo in casa mia della squadra mobile diretti all'epoca da Oreste Barbella.Il 21 giugno 2005 deci un esposto denuncia per omicidio volontario ai danni di Aldo alla procura di Cagliari dopo che riscontrai riscontrai che dall'autopsia gli fu menzionato del metadone.Ma guardando la cartella clinica non vi era menzionato il metadone,quindi decisi di vederci più chiaro e feci un istanza alle due carceri dove era stato recluso,chiedendo se avesse,nel periodo di dtenzione,fatto uso di metadone.Le carceri da me interpellate mi risposerò subito:egli non è mai durante la detenzione in terapia metadonica.Pensai tutto è spiegabile:magari glie l'hanno fatto avere in qualche modo ,ma non riuscivo a capire perchè i medici(il prof.Cortis in primis sino a poco tempo fa consulente della procura di Cagliari) fecero figurare nel referto autoptico quantità e dosaggi che avrebbe preso mio fratello visto che non era in terapia metadonica durante il periodo di detenzione.Mi opposi alla richiesta di archiviazione del P.M.Moi(18 novembre 2005) e il G.I:P: Malavasi (5 dicembre2006)mi diede ragione ma la procura fece ricorso in Cassazione ravvisando invasione di competenze del G.I.P.ai danni della procura.e in quell'occasione il Procuratore Mauro Mura col collega Moi organizzarono una conferenza stampa ponendo in rilievo le mie denuncie del passato ,tra i quali,quelle contro la polizia,(come se avessi denunciato Gesù Cristo)e un esposto,che invece non ho mai fatto.Credo in questo non l'abbiano fatto per male sicuramente non seppero leggere gli atti.Anche se non ho mai capito il nesso che c'era queste denuncie fatte contro la polizia con la denuncia per omicidio volontario ai danni di Aldo:che bisogno c'era di darmi in pasto al ministero degli interni tanto e vero che anni dopo sentendosi legittimati da un procuratore le forze dell'ordine sono venuti a casa mia a intimorire me e mia madre:vecchia e malata.Vorrei ricordare a questi personaggi come Barbella che non è morto un loro uomo, se c'è qualcuno che ha avuto un familiare delle forze dell'ordine ucciso paradossalmente da altri tutori delle delle forze dell'ordine con la complicità un P.M.quello sono io con la morte di Mario brigadiere del Guardia di Finanza.Alla fine del 2007 l'inchiesta venne archiviata nonostante sollecitassi un indagine più ampia.Nel 2009 ho richiesto la riapertura dell'indagini,credo che si avvicini un'altra archiviazione.Nel novembre 2009 fecero irruzione(poco tempo dopo la mia nuova istanza) in casa mia la polizia,e mi trovavo addormentato nella mia stanza.Mi sottoposero ad una serie di domande,ma mai che mi dicessero la motivazione della loro visita.Nell'occasione era presente,mia madre,anziana e affetta dal morbo di alzhemer,ed è stata testimone di tutta l'operazione delle forze dell'ordine.Alla fine,nel momento in cui mi stavano portando con loro,mi dissero che il mio scooter era simile(aveva lo stesso colore)a quello che aveva appena tentato di compiere un crimine.Ma il mio motore era freddo,sancendo con questo la mia estraneità al fatto delittuoso.La squadra mobile che è piombata in casa mia era diretta dallo stesso dirigente che rivelò le confidenze della fonte che nominò mio fratello,è sempre lui ordinò la perquisizione:Oreste BarbellaCome si suol Dire:ironia della sorte!!!Mio fratello fu arrestato e il luogo in cui fu ristretto lo venimmo sapere dopo 9 giorni anzi del suo arresto lo venimmo a sapere dalla stampa come la notizia della sua morte.A noi poteva stare bene un indagine rigorosa per quel terribile omicidio ma in questo caso con noi usarono un metodo Cileno invece con me e mia madre la squadra mobile di Cagliari ha usato un metodo mafioso e nazista!!:con la scusa di un colore.Utilizzando una procedura scorretta hanno messo in pericolo la vita mia e di mia madre in ogni aso hanno aggravato il nostro stato d'animo.Il 15 gennaio del 2010 presentai denuncia in procura di Cagliari per questo vergognoso episodio e a fine del 2010 la deputata Rita Bernardini presentava un un interrogazione parlamentare(ancora in attesa di risposta)Archiviata nel 2011 la denuncia(del 15 gennaio del 2010) contro la squadra mobile di Cagliari.la procura di Cagliari non mi ha dato la possibilità di fare opposizione nonostante avesse scritto di essere avvisato nell'eventualità che il P.M. richiedesse l'archiviazione.
Inoltre un avvocato di Cagliari,tale Alfonso Olla,,si è spacciato per il mio legale per ragioni di cui non so, e ha frugato negli atti dell'ultima istanza da me fatta per la riapertura del caso.In un primo momento il cancelliere del Tribunale di Cagliari impedì l'accesso ai documenti a me e al mio avvocato.Era presente anche la mia amica Simona Diotallevi(la quale ringrazio per lamicizia e il sostegno psicologico)perchè era convinto che quello che gli disse Olla fosse la verità.Anche se non capisco la loro faciloneria e superficialità:prima di dare una pratica si controlla,inoltre sino ad oggi che io sappia nessun magistrato che abbia aperto un fascicolo.nonostante il cancelliere abbia preso atto del grave gesto di tale avvocato..Questo legale 26 anni fa nei primi accertamenti svolti dalla polizia per il delitto del commerciante,era l'avvocato d'ufficio degli indiziati,ricordo nel periodo della detenzione di Aldo Olla fu sottoposto ad un procedimento disciplinare e il il procuratore Giuseppe Testaverde invitò Sergio De Nicola a presiedere l'accusa ma egli si rifiutò.Il rifiuto di De Nicola portò a delle incomprensioni e malumori col procuratore influendo sulla carcerazione di Aldo,inoltre questo contrasto lasciò in completa autonomia De Nicola.In pratica mentre vi erano queste guerre a palazzo di giustizia lasciavano morire un innocente.Il procuratore Testaverde ricavò la netta impressione che l'isolamento venisse utlizzato con lo scopo di dar confessare e accusare tra i magistrati sospettati di fare questo uso secondo Testaverde vi era anche Carmelina Pugliese.(Dagli atti del C.S.M)In quasi 30 anni che dura e persiste storia giudiziaria di mio fratello vi sono ancora coinvolti molti degli personaggi di allora.Il procuratore Mura se non erro,nel periodo che arrestarono e morì Aldo era giudice di sorveglianza.Il P.M .Marchetti c'è stato un pò e poi è intervenuto anche quando dovevano dedicare una piazza ad Aldo :non era di parere positivo.Infine Il commissario Barbella e l'avvocato Alfonzo Olla.Tutto questo non mi sembra deontologicamente corretto!!Di recente una mia amica mi ha detto:Amica:Dobbiamo tutelare la nostra vita e tu in modo particolare devi difenderla ad oltranza la storia di tuo fratello ha dato fastidio a parecchia gente.Tutte le iniziative che hai intrapreso in questi anni giudiziarie e culturali,hanno provocato delle reazioni a catena.Inoltre quella lettera (1998)che girò in tutto il mondo convinse il responsabile del Consiglio d'Europa,Fabrice Kellens, a far intervenire in Italia il comitato della prevenzione contro la tortura..in relazione sopratutto alla cattiva gestione dei pentiti e degli informatori.. innervosì ulteriormente quella gente..Era evidente che quelle iniziative non erano tutta farina del tuo sacco poichè solo chi ti stava vicino all'epoca poteva comprendere e gestire la tua "follia".Nonostante tu sia stato e sei l'unico obiettivo di quelle persone infauste,ha colpito altre persone tra le quali lei.Desisti a cercare la giustizia fallo almeno per lei che ti salvò dal Tribunale peggiore:quello del popolo:E ti salvò da quel muro di indifferenza.Tu non lo devi a Dio che è la ragione per cui stai in piedi,non lo devi nemmeno al resto della tua famiglia sopravissuta..ma lo devi a lei!Cristiano:Mio fratello ebbe il destino di avere comprato un giornale la mattina del giorno dopo in cui accade quel tragico fatto di sangue e sicuramente per questa società era sbagliato anche lui.Io nel ripercorrere questa vicenda e nel cercare di contrastare la loro verità processuale e violando il loro sistema, che ha fatto acqua da tutte le parti , pur andando a vantaggio di un mondo, sempre più distratto ai problemi umani,non avrei dovuto neanche elemosinare dei documenti, che mi spettano di diritto,da me richiesti alla procura generale di Cagliari e gli atti al C.S.M relativi alle indagini di Caselli ,tanto che prima ero un ossessionato infine sono diventato un colpevole.La stampa ha assunto un atteggiamento blando nei confronti di quei magistrati non chiamando per il loro nome le irregolarità procedurali degli inquirenti, gli stessi operatori del diritto negavano tali abusi, come Giuliano Pisapia in una trasmissione televisiva dichiarava:che il vecchio codice di procedura penale non prevedeva l'assistenza di un avvocato nel momento in cui veniva arrestato,riferendosi al caso di Aldo.Credo che un avvocato debba favorire la giustizia non l'ingiustizia.Oggi più che mai mi sono reso conto cosa voleva dire Sciascia nella sua frase:la mafia si combatte col diritto.Amica:Cris,Pisapia è un politico!E come tutti politici:ha la predisposizione a sparare cazzate.Cristiano:Cara amica non si negano violazioni dei diritti umani tanto meno su persone martirizzate dalla giustizia è come negare l'olocausto degli Ebrei..Sono fermamente convinto,alla sintesi da me prodotta in questo scritto, che in questa storia dove ha coinvolto tutti miei fratelli e tutti gli altri come loro sia stato ordito un freddo e calcolato progetto criminale laddove i criminali sono proprio i tutori della legalità.Mi sento come un pugile all'apice della sua carriera,dopo aver sostenuto 120 incontri:sono troppo vecchio per stare ancora in questo ring:quella gente non dimentica.Amica:Tieni duro,Cris:devi partecipare,ospite inatteso,a molti funerali.
P.S.
Credo che senza il fratello Cristiano,Aldo Scardella sarebbe morto il giorno in cui fu sepellito invece vive ancora con le leggi nate dal suo caso giudiziario e vive sopratutto per tutti le altre vittime di ingiustizie.Purtroppo i dormienti non possono rispondere a chi veglia e vuol sapere.
Dottoressa Daniela Concas.