domenica 14 agosto 2011


COMUNITÀ SANT'EGIDIO, È ORA DI CAMBIARE. UN PACCHETTO DI PROPOSTE

“Se si esce prima dal carcere non si commettono più reati, ma di meno. 
Se invece si resta di più in carcere, fino alla fine della pena - e in condizioni sempre più invivibili – una volta liberi si commettono più reati, e si ritorna in carcere. 
Un circolo vizioso disperante e da spezzare”. Lo afferma oggi laComunità di S.Egidio in una nota sulle condizioni delle carceri in Italia, rendendosi disponibile a mettere a punto, con il Ministro della Giustizia e con i responsabili delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, “un pacchetto di misure urgenti e bi-partizan per un cambiamento immediato e radicale”. 
Sant’Egidio ricorda che il carcere italiano produce recidive: 68,45 per cento. Al contrario, quanti hanno usufruito dell’indulto sono caduti in recidive nel 33,92 per cento dei casi: la metà. Alla fine del 2008 erano il 29,14 per cento dei casi (Università di Torino). 
È necessario cambiare, al di là delle retoriche giustizialiste”, esorta la comunità trasteverina. Anche perché siamo ad un “record di detenuti in carcere dal dopoguerra ad oggi, fino a 70 mila. Sovraffollamento oltre il 100 per cento in molti carceri italiani, soldi disponibili per il vitto ridotti, a causa dei tagli e del sovraffollamento, fino a un terzo. Letti a castello anche tripli in alcuni ‘bracci’, autolesionismo e pena di morte strisciante per suicidi e per mancanza di cure adeguate a livelli patologici”.
Inoltre, prosegue la Comunità di S.Egidio, “le condizioni di lavoro del personale carcerario sono a livelli allarmanti per sottodimensionamento e assenza di mezzi”. “È una situazione dannosa al Paese – afferma -, che aumenta e non riduce la sicurezza, e che umilia in troppe circostanze la dignità umana dei detenuti e di chi ha a che fare con loro. Inadeguata a un Paese di grande civiltà e cultura giuridica come l’Italia”. Perciò invita a “partire dalla crisi del sistema per scelte semplici e coraggiose. Amnistia per i reati meno gravi e uscita anticipata per che si trova a fine pena. Misure alternative per tutti i malati e le persone in età avanzata che faticano ad accedere alle misure sanitarie garantite dal sistema sanitario nazionale, anche per la carenza di mezzi e di personale. Depenalizzazione e introduzione di misure alternative e socialmente utili per reati che non mettono a rischio la collettività e che non necessitano della reclusione, come pure per i reati lievi che rischiano, con il carcere, di rendere abituale la consuetudine e la familiarità con comportamenti devianti”. (Sir)
fonte: Toscana Oggi

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