Il muro di omertà sulla morte di Daniele Franceschi, di cui il blog si è occupatodall'inizio, sta mostrando le prime crepe. Da alcune testimonianze, Il carcere di Grasse in Francia dove era stato rinchiuso sembra un luogo in cui può succedere di tutto, anche morire. La mamma di Daniele era stata picchiata durante la sua protesta di fronte al carcere. Non si è mai arresa. Le madri non si arrendono mai.
Intervista a Cira Antignano, mamma di Daniele Franceschi e al suo legale, l' avv. Aldo Lasagna:
Incatenata a Parigi per avere giustiziaIntervista a Cira Antignano, mamma di Daniele Franceschi e al suo legale, l' avv. Aldo Lasagna:
Sono la mamma di Daniele Franceschi, il ragazzo morto nel carcere di Grasse il 25 agosto, morto per un infarto. E’ stato arrestato per una carta di credito clonata, dopo 6 mesi, come punizione, non si sapeva ancora quanto tempo gli dovevano dare per restare dentro. Ho passato dei momenti terribili tra il dolore, la rabbia. Dopo un mese e mezzo sono andata laggiù a Grasse al carcere dove ho manifestato per Daniele e sono stata anche malmenata con tre costole rotte e poi ho combattuto sempreportando avanti questa battaglia, ma senza risultato, poi mi sono stancata e sono andata a Parigi davanti all’Eliseo e mi sono incatenata, ora il 25 agosto quando faceva un anno, l’anniversario di mio figlio ho preso questa decisione e guarda caso dopo 5 giorni è arrivata la perizia. Dopo un anno di buio finalmente siamo riusciti a avere un po’ di verità e ci sono questi responsabili del carcere. Spero che sia fatta giustizia. Il 15 settembre andremo a Nizza a parlare con il Console e ci metteremo d’accordo con l’avvocato francese Febbraro. Nella cella insieme a Daniele, quando Daniele si è sentito male, lui racconta tutta la storia di come… era tanti giorni che mio figlio si sentiva male, non è che a mio figlio gli è preso l’infarto lì per lì, erano 15 giorni che stava male, andava dal dottore e gli davano gli antidolorifici, gli davano il Sublex che lo faceva dormire con il dolore davanti al petto, questo ragazzo ha preso perfino a calci la cella, per chiedere soccorso. Addirittura l’infermiera gli ha risposto: “L’abbiamo già guardato stamattina, gli abbiamo dato le medicine, va tutto bene”. Il ragazzo quando ha visto che mio figlio non ce la faceva più a respirare, respirava male e non ce la faceva più neanche a parlare, ha preso il coso e ha cominciato a dare calci, è venuta una guardia e gli ha detto: ma che c’è? Dice: “Questo ragazzo sta male, sta per morire, ma non lo vedete?” E lui gli ha detto: “Ora quando ho tempo chiamo il dottore”.E’ tutto scritto nella lettera, siccome lui in un anno mi aveva mandato tutte queste lettere e non vedeva le risposte, dice: “C’è qualcosa che non torna”, allora cosa ha fatto? Ha scritto e le ha date alla madre quando è uscita. Quando è arrivata a Genova l’ha spedita. È arrivata questa lettera, c’era il numero di telefono della mamma perché mi mettessi in contatto con lei. L’hanno fatto vedere a Canale 5 è lì che sono rimasta fregata perché avevo detto di non prendere il nome e invece l’hanno preso, si vede… l’hanno ripreso e laggiù l’hanno visto si vede sul personal computer. La madre era disperata, ma quando mi ha chiamato al telefono mi ha detto: “Signora ho paura che gli succeda qualcosa perché loro sono furbi, lo fanno picchiare magari dai detenuti, gli fanno qualcosa perché gli promettono qualcosa, capito?” Questa donna sta con il patema, quando sono andata a Parigi la prima cosa che ho fatto dall’Ambasciatore gliel’ho detto: “Fate qualcosa perché ho paura che succeda qualcosa anche a questo ragazzo”. Ma anche lei ha paura, non vuole che la chiami sul cellulare perché ha paura che il mio cellulare sia sotto controllo, mi tocca chiamarla da un altro telefono.
fonte: Il Blog di Beppe Grillo
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