domenica 27 novembre 2011


PATRIZIO GONNELLA – Redattori in carcere e nomine dell’ultimo minuto

pgonnellaDa qualche giorno si sono costituite due redazioni giornalistiche dentro le carceri di Roma (Rebibbia) e Milano (Bollate). I detenuti elaborano, scrivono, leggono notizie che vanno a essere il cuore di un giornale radio dal carcere (grc) trasmesso su Radio Popolare (Roma, Milano e Salento) all’interno di una trasmissione che si chiama Jailhouse Rock, ovvero suoni, suonatori e suonati dal mondo delle prigioni.
 Forse è la prima volta che dalle prigioni arriva la voce diretta dei detenuti-giornalisti, non censurati da bravi e disponibili direttori. Questa è la seconda notizia: nonostante il governo Berlusconi e nonostante i  Ministri Angelino Alfano e Nitto Palma, nonostante alcune professionalità di elevatissimo valore siano state umiliate o addirittura invitate ad andare via dall’amministrazione penitenziaria dopo decenni di servizio probo e di qualità a favore dello Stato, nonostante l’abbandono a cui sono oramai tristemente abituati poliziotti, direttori, educatori, assistenti sociali, medici, psicologi, cappellani, nonostante tutto questo vi sono ancora direttori e operatori motivati, appassionati, impegnati, dalla sicura impronta democratica.
Un giornale radio dal carcere ricorda che il carcere non deve essere un luogo rimosso. D’altronde se pensiamo al mondo della musica si capisce come le prigioni siano nell’immaginario di ogni bravo musicista che mai le rimuove dalla sua esistenza. In galera, per motivi diversi e non tutti nobili, per qualche giorno o per qualche anno vi sono stati, tra gli altri: Bob Dylan, Johnny Cash, Frank Sinatra, Leadbelly, Caetano Veloso, Mercerdes Sosa, Johnson Righeira, Roberto Vecchioni, tutta la band degli Allmann Brothers etc. etc. Ecco perché ha senso che una trasmissione rock ospiti al proprio interno un giornale radio dal carcere. E’ anche accaduto che il Presidente della Repubblica è nuovamente intervenuto sul tema delle carceri stigmatizzando la gravità del gap tra norme e prassi indegna. Ora si attende passaggio successivo che sarà la nomina di un sottosegretario che sia esperto del tema per vocazione, passione, militanza, esperienza, professionalità.
Se così non fosse gli elementi di preoccupazione crescerebbero. Infine va tristemente ricordato che il ministro Nitto Palma poco prima di andare via ha fatto qualche nomina. Bon ton istituzionale avrebbe voluto che avesse lasciato la palla al suo successore. Ma il bon ton non è cosa che appartiene ai berluscones.
Patrizio Gonnella
(25-11-2011)

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