sabato 30 aprile 2011

Nessuno tocchi Caino NEWS

Anno 11 - n. 32 - 30-04-2011

Contenuti del numero:

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : SIERRA LEONE: GRAZIATI CINQUE CONDANNATI A MORTE
2.  NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA: DUE DECAPITATI PER OMICIDIO
3.  NEWS FLASH: IRAN: IMPICCATO PER TRAFFICO DI DROGA
4.  NEWS FLASH: BAHRAIN: QUATTRO MANIFESTANTI CONDANNATI A MORTE
5.  NEWS FLASH: VIETNAM: NIGERIANO CONDANNATO A MORTE PER TRAFFICO DI EROINA
6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


SIERRA LEONE: GRAZIATI CINQUE CONDANNATI A MORTE
27 aprile 2011: cinque condannati a morte sono stati graziati in Sierra Leone in occasione del 50esimo anniversario dell’indipendenza dalla Gran Bretagna.

I cinque (quattro uomini e una donna) fanno parte dei complessivi 96 prigionieri che le autorità di Freetown hanno deciso di graziare.
A questo punto i prigionieri del braccio della morte restano nove (otto uomini e una donna), sulla base di quanto dichiarato da un funzionario delle prigioni.
In un discorso trasmesso in tutto il Paese, il presidente Ernest Koroma ha esaltato i progressi compiuti dalla Sierra Leone dopo che, nel 2002, è finita la decennale guerra civile che ha provocato decine di migliaia di morti e mutilati.
“Abbiamo combattuto una guerra ma abbiamo raggiunto una pace che il mondo ci invidia. Abbiamo avuto esperienze di leadership non elette, tuttavia siamo oggi un esempio luminoso di Paese che sta consolidando la propria democrazia”, ha detto Koroma.
Le cerimonie hanno visto la presenza dei Presidenti di Mali, Guinea, Guinea Equatoriale, Liberia e Senegal, oltre a delegazioni di alto livello dell’Unione Europea, Sud Africa, Israele, Gran Bretagna e Cina, rende noto il Ministero degli Esteri.
Le ultime esecuzioni praticate in Sierra Leone risalgono al 1998, quando 24 militari furono giustiziati in relazione al tentato colpo di stato dell’anno precedente.
La Costituzione del 1991 consente la pena di morte per omicidio, rapina aggravata, tradimento e ammutinamento.
Per saperne di piu' : http://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5gmVtL0WFv5s8nwwbBqzIW696hYCQ?docId=CNG.fa5f4a20283c1d4ac72ec27d4945c84c.1e1

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

ARABIA SAUDITA: DUE DECAPITATI PER OMICIDIO
28 aprile 2011: due uomini sono stati decapitati in Arabia Saudita dopo essere stati riconosciuti colpevoli di omicidio, in due casi distinti.
La notizia è stata diffusa dal Ministero degli Interni, precisando che i giustiziati sono cittadini sauditi.
Ali bin Nasser al-Harthi è stato giustiziato nella provincia sud-occidentale di Asir in relazione all’omicidio con arma da fuoco di Abdullah bin Saed al-Harthi, commesso per vendetta.
Khaled bin Mohammed al-Dosari è stato giustiziato a Riad per aver ucciso con arma da fuoco tre uomini, dopo una lite col padre di una delle tre vittime.
Nel Paese si sono registrate almeno 166 esecuzioni nel 2007, almeno 102 nel 2008 e 69 nel 2009.
Il 18 dicembre 2008 e il 21 dicembre 2010 l’Arabia Saudita ha votato contro la risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Per saperne di piu' :

IRAN: IMPICCATO PER TRAFFICO DI DROGA
22 aprile 2011: un uomo è stato impiccato in carcere in Iran per traffico di droga.
L’esecuzione di "A. Gol-Mohammadi" – riporta l’agenzia di stampa ufficiale IRNA – ha avuto luogo la mattina presto nella città di Kermanshah, nella regione occidentale del Paese.
L’uomo era stato riconosciuto colpevole del traffico di 170 kg di oppio, 63 kg di eroina e 87 kg di hashish.
La legge iraniana prevede la pena di morte per il possesso di più di 30 grammi di eroina o di 5 chili di oppio. Secondo le stesse autorità, che però non forniscono statistiche ufficiali, molte esecuzioni in Iran sono relative a reati di droga, ma è opinione di osservatori sui diritti umani che molti di quelli giustiziati per reati comuni, in particolare per droga, possano essere in realtà oppositori politici.
Per saperne di piu' : http://www.iranhr.net/

BAHRAIN: QUATTRO MANIFESTANTI CONDANNATI A MORTE
28 aprile 2011: quattro uomini sono stati condannati a morte da un tribunale militare del Bahrain per le uccisioni di due poliziotti, avvenute nel corso delle dimostrazioni anti-governative del mese scorso.
I quattro condannati a morte sono stati identificati come: Ali Abdullah Hassan al-Sankis, Qassim Hassan Matar, Saeed Abduljalil Saeed e Adbulaziz Abdulridha Ibrahim Hussain.
Nello stesso processo, altri tre imputati - Issa Abdullah Kadhim Ali, Sadeq Ali Mahdi e Hussein Jaafar Abdulkarim – sono stati condannati all’ergastolo.
Tutti e sette hanno respinto le accuse.
Le condanne di oggi giungono sulla scia delle massicce proteste per una maggiore democratizzazione del Bahrein, dove una famiglia reale sunnita governa una popolazione a larga maggioranza sciita.
La piazza, sollevatasi a marzo sull'onda della primavera araba di Tunisia ed Egitto e' stata duramente repressa dalle autorita' di Manama con l'ausilio delle forze armate di Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, entrambi membri, come il Bahrein, delle forze armate congiunte dei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo.
Per saperne di piu' : http://www.amnesty.org.uk/news_details.asp?NewsID=19429

VIETNAM: NIGERIANO CONDANNATO A MORTE PER TRAFFICO DI EROINA
21 aprile 2011: un cittadino nigeriano è stato condannato a morte in Vietnam per traffico di droga.
Si tratta del 33enne Nnaji David Ete, riconosciuto colpevole da un tribunale di Città Ho Chi Minh di aver introdotto, nel corso di alcuni anni, 11 kg di eroina nel Paese con destinazione finale la Cina. Nello stesso processo, sua moglie e altri tre nigeriani sono stati riconosciuti come membri dell’organizzazione dedita al narcotraffico. La donna è stata condannata all’ergastolo, mentre gli altri tre nigeriani sono stati condannati a pene detentive fino a 20 anni.
Una legge del 1997 considera in Vietnam un reato capitale il possesso o lo spaccio di almeno 100 grammi di eroina o di almeno 5 chilogrammi di oppio.
Nel luglio 2001, la Corte Suprema del Popolo ha emanato una direttiva che raccomanda per il traffico di droga pene diverse a seconda della quantità di stupefacente: 20 anni di reclusione da 100 a 300 grammi di eroina, carcere a vita da 300 a 600 grammi e pena di morte per quantità superiori a 600 grammi. La direttiva non sempre viene rispettata dai tribunali.
Per saperne di piu' : http://vietnamnews.vnagency.com.vn/Social-Isssues/210647/Nigerian-gets-death-sentence-for-drug-trafficking.html

Informazione Contro!: ''Pazza Ikea'', canta Giovanardi: parodia contro l...

Informazione Contro!: ''Pazza Ikea'', canta Giovanardi: parodia contro l...: "Arcietero, l'associazione che si batte per i diritti degli omosessuali, risponde alle parole del ministro Giovanardi contro i manifesti I..."

San Valentino con matrimonio al carcere di Sanremo


14 febbraio 2011
C’è chi festeggia SanValentino al ristorante, chi regala fiori e cioccolatini e chi, come un detenuto genovese di 56 anni, ha scelto il 14 febbraio per giurare eterna fedeltà alla propria amata.
Il fatidico sì è stato pronunciato lunedì mattina, in una cella del penitenziario di Sanremo. Il rito civile è stato celebrato dall’assessore comunale Alessandro Il Grande. Per brindare, solo qualche bibita analcolica, perché  nel carcere l’alcol e’ vietato.
Poi, per il novello ‘Valentino’ il ritorno in cella. Deve scontare ancora quattro anni di detenzione per una serie di reati, tra cui quello di truffa. Per il carcere di Sanremo, si tratta del secondo matrimonio, dopo quello celebrato nel 2004.
Fonte: Blitz quotidiano

Genova, droga lanciata dallo stadio per rifornire i detenuti del carcere di Marassi

marassi
Lo Stadio di Genova-Marassi



A Genova c’è un nuovo modo sicuro per far entrare la droga in galera: gettarla dalle gradinate dello stadio adiacente. Per questo erano state messe delle reti sulle finestre del campo sportivo che si affacciano sul cortile del carcere di Marassi. Ma le reti vengono regolarmente bucate e i lanci continuano.
La denuncia arriva da un ex detenuto del carcere genovese che ha scritto al “Riformista”. L’ex carcerato ha spiegato che nella struttura penitenziaria «trovi quello che vuoi: eroina, cocaina, fumo. Il modo più facile per farla entrare è quello di lanciarla dall’esterno del carcere verso l’interno».
Il Marassi infatti è costeggiato da due strade: via del Faggio, che a nord divide un supermercato dal carcere, e via Clavarezza, che a sud divide il carcere dallo stadio. «Si lancia la droga dal supermercato – spiega l’ex detenuto – ma ancora più facilmente dallo stadio».
Questa pratica è stata confermata anche da Fabio Pagani, segretario ligure della Uil penitenziaria ed agente di custodia del Marassi: «È vero, la droga viene lanciata dallo stadio e dal supermercato. Noi facciamo il possibile per raccoglierla, ma non si può negare che qualche lancio vada a buon fine».
21 ottobre 2009 
Fonte : Blitz quotidianoBlitz quotidiano

Un Parlamento fatto di cittadini


parlamentari addormentati


L'Italia non è fatta di politici.
 E' fatta di italiani


E gli italiani hanno altro per la testa che le puttanate dei 600 ladroni che occupano il Parlamento come se fosse lacaverna di Alì Babà, taluni da perfetti illetterati, taluni dichiaratamente per sfuggire alla giustizia, taluni per fare commercio di cariche e quasi sempre solo per incrementare i propri affari, impedendo agli altri 60 milioni di italiani di darsi un Governo che si occupi finalmente di loro e dei loro problemi.

 I cittadini, i vermi di terra, iniziano ad essere stufi.

 Stufi di loro, dei bunga-bunga, delle contrapposizioni inventate ad arte, dei finti manifesti di Lassini, delle leggi ad-chiunquem che sono sempre e comunque contra-cives.


 Occupiamoci più dell'Italia e meno dei politici. Vedrete che si raggrinziranno da soli, come pere secche.

 
Leggete per esempio la lettera che Cinzia Lacalamita


 indirizza ad Angelino Alfano. Capirete che, mentre quelli si 


masturbano sul Processo Breve, nel frattempo la vera riforma


 della Giustizia non arriva, ed a morire restano sempre e 


comunque gli stessi.






 Ho un sogno: voglio un Parlamento fatto di cittadini. Realizziamolo.

 Passate parola.








Gentile Ministro,

  Le scrivo saltando i convenevoli e arrivando subito al dunque. Il dunque si chiama giustizia vera. Il dunque si chiama certezza della pena, senza se e senza ma.

  Mi chiamo Cinzia Lacalamita, sono una scrittrice triestina che sta lottando per dare voce alle vittime di violenza. Io, scribacchina, mi espongo ogni santo giorno per tutte quelle persone che hanno subito la perdita di una persona amata e che, per essa, non hanno ottenuto, per l’appunto, giustizia. E mentre io lotto, Le chiedo, Voi politici cosa fate? Non venga a raccontarmi la fiaba dell’orso rispondendomi che “fate del vostro meglio”. Non venga a raccontarmelo perchéil vostro meglio, per noi cittadini, è il nostro peggio: le vittime di violenza non vengono tutelate, gli aguzzini sì. E questo è un fatto che solo i politici hanno la sfrontatezza di negare. I familiari delle vittime di donne e uomini uccisi, con regolarità, sono costretti a vedere gli assassini liberi di ricostruirsi una vita, perché questo permette la “giustizia” italiana. Sconti, attenuanti, permessi premio, nel caso Voi che occupate i piani alti del potere non ve ne foste accorti, sono un insulto alla memoria di chi non c’è più. E, sempre nel caso non ve ne foste accorti, oggi i processi non sono processi ma buffonate mediatiche.

  Le scrivo oggi perché oggi è una giornata particolare: tre anni fa, un uomo di nome Gianpaolo Properzi ha barbaramente ucciso Concetta Genta, detta Emma. Emma è morta per una manciata di soldi che, forse, doveva al Properzi. Ma Lei, Ministro, questo lo sa molto bene. Lo sa perché, Patrizia, mamma di Emma, Le ha scritto una lettera invocando il suo aiuto. Lettera che io ho pubblicato nel mio ultimo libro: “L’uomo nero esiste” (Aliberti Editore). Patrizia Le ha fatto delle domande precise Ministro. Le ha chiesto come sia possibile che il Properzi, per l’omicidio di Emma, abbia scontato solo 90 giorni di carcere. 90 giorni Signor Ministro. Patrizia Le ha chiesto, inoltre, perché nessuno la protegge da Properzi che vive a pochi isolati da casa sua.

  Vede Ministro, quando una vita viene spezzata, il mondo dovrebbe fermarsi a riflettere. La classe politica, a prescindere dal partito, dovrebbe lavorare INSIEME, giorno e notte, per fare in modo di garantire giustizia e per limitare, il più possibile, quello che, ormai, è un continuo spargimento di sangue.

  A Patrizia non sono state date risposte, a nessuno vengono date risposte. Perché? Forse perché, in generale, Voi politici siete troppo indaffarati a tutelare i vostri interessi personali? O perché siete vicini ai cittadini solo in fase di campagna elettorale, quando per Voi anche un solo voto fa la differenza?

  Non prenda questa lettera come un qualcosa di personale, scrivo a Lei semplicemente perché è Lei il Ministro della Giustizia, fosse stato un altro non avrebbe fatto differenza per me.

  Le chiedo di riflettere, Le chiedo di riprendere in mano la lettera di Patrizia Genta e di leggerla prima con gli occhi di un padre, poi con quelli di Ministro.

  La certezza della pena, Ministro, è un nostro diritto. Un diritto che Voi dovete darci piantandola, una volta per tutte, di perdere tempo dietro a cose che agli italiani non interessano: il popolo vuole meno bunga bunga e più fatti.

Distinti saluti

Cinzia Lacalamita, scribacchina che se ne frega della politica e si interessa dei cittadini… sempre meglio di chi se ne frega dei cittadini e si interessa della politica per una questione di comodo… Lei, che può, faccia la differenza. La faccia per rendere onore alle vittime, per permettere Loro di riposare in pace, per lenire la sofferenza di chi resta. Faccia la differenza, perché l’indifferenza uccide… e non è detto che uccida sempre e solo le figlie e i figli della gente comune: lavorare per noi, Ministro, significa lavorare anche per Voi, perché gli assassini non guardano in faccia nessuno.




Fonte:    

Pesci grossi e pesci piccoli


Torino, 28.04.2011  |  di Elena Ciccarello

DIPENDENZE E CONSUMI

Narcotraffico: un'industria che non conosce crisi

La potenza dei signori della droga rappresenta una minaccia sia per i paesi produttori che per quelli consumatori



Soldi
Soldi
Quando nell'ottobre 2009 la Procura e la Dia 


torinesi hanno annunciato in conferenza


 stampa la più importante operazione 


antiriciclaggio mai realizzata in Piemonte, la 


notizia non ha ricevuto sui media il risalto che avrebbe 


meritato.

Secondo gli inquirenti 


diversi lavori delle Olimpiadi 

Invernali  di Torino 2006, dell'Alta velocità piemontese e 

del porto di Imperia erano stati realizzati riciclando 

milioni di euro di proprietà di una potente famiglia di 

'ndrangheta calabrese, 


ma la notizia passò quasi inosservata. 


Non una dichiarazione da parte degli amministratori cittadini, 


di un rappresentante degli industriali o dell'autorità che aveva 


vigilato sui giochi. 


Nulla, il silenzio, in attesa del processo.



 I soldi godono di questa straordinaria facoltà: 

fanno poco 


rumore.


Fonte: liberainformazione


Mentre quotidianamente vengono diffuse notizie di questo genere....................


 Teneva cocaina nel borsello, per questo motivo è stato arrestato dagli agenti del commissariato Centro. E’ quanto successo ieri in via Donghi, dove un cittadino albanese di 29 anni, durante un controllo, è stato trovato in possesso di 10 gr di cocaina.





 Lo stavano pedinando da tempo, per questo motivo quando gli agenti l’hanno visto uscire dalla farmacia con alcune confezioni di mannitolo l’hanno seguito fino a casa, per fare poi irruzione.
L’uomo, uno spacciatore marocchino di 40 anni, ha in casa tutto l’occorrente per tagliare la droga e pesare le dosi, compreso un bilancino elettronico di precisione.
Nella cassettiera della camera da letto gli agenti della squadra mobile trovano anche 41,11 gr di cocaina in pietra e 105 euro, provento dell’attività illecita. L’uomo è stato arrestato.

 Un 35enne, nato a Tradate (VA), ma di origine “Rom”, pluripregiudicato e domiciliato in via Adamoli presso il Campo Nomadi, è stato arrestato per spaccio di droga dai carabinieri della stazione di San Teodoro.
L’uomo, infatti, è stato colto in flagrante mentre vendeva 2 grammi circa di eroina a due ragazze (del 1982 e del 1986), segnalate successivamente come assuntrici di stupefacenti.

 Un 30enne di orgine tunisina è stato arrestato ieri dai carabinieri della stazione di San Teodoro e Scali per spaccio di sostanze stupefacenti. Il ragazzo è stato colto sul fatto proprio mentre vendeva un pezzo di hashish di 2,55 grammi a un 47enne italiano, poi segnalato alla prefettura come assuntore di droga.
Dopo un’attenta perquisizione, lo spacciatore è stato trovato in possesso di ulteriori 4 grammi di hashish e di 50 euro, sicuro provento di attività illecita. Il denaro e la droga sono stati sequestrati, mentre per l’uomo sono subito scattate le manette







venerdì 29 aprile 2011

L'umanità nell'inferno.



Lettera di una incarcerata. L'umanità nell'inferno.

Ho deciso di pubblicare questa lettera inviatami. Ne ho parlato a lungo dei problemi del nostro Sistema Carcerario, anche tramite inchieste e battaglie per rendere giustizia alle morti di tanti ragazzi come quella di Niki Aprile Gatti. Io ho un opinione purtroppo non popolare sulla effettiva necessità del carcere.

Purtroppo viviamo in un Sistema che neanche rispetta la Costituzione, perchè se la rispettasse forse le carceri potrebbero avere una loro utilità. Invece le galere sono proprio funzionali al Sistema: sono delle discariche sociali, luoghi che servono a condannare il recluso( anche se più del 40 per cento dei carcerati sono in attesa di giudizio, quindi innocenti fino a prova contraria) per sempre al di fuori della Società e il più delle volte lo rende recidivo: la cosiddetta"fine pena, mai"!

Travaglio in una intervista alla rivista Vanity Fair dice:"
se rubi, devi andare dritto in galera.". Ecco, sta qui la grande differenza di vedute. Io invece dico:"se rubi, io cerco di capirne il motivo e farò in modo che restituirai ciò che hai rubato". Sembra banale, ma in questa frase è racchiuso tutto il mio pensiero.

La lettera è di una ragazza, e scoprirete quante storie ci sono da raccontare dietro queste "delinquenti". Oppure vittime?


Eccomi qui, dalla mia stanza semibuia, di fronte ad un foglio bianco a provare a raccontarti un po’ di quel “lato umano” della vita carceraria di cui mi avevi chiesto. 
Non è facile ancora riuscire a parlarne..o meglio..a scriverne serenamente, non a caso scelgo di iniziare omettendo i primi cinque mesi della mia detenzione che di umano hanno avuto ben poco; posso solo accennarti, e poi salto a piè pari l’intero periodo, che i primissimi giorni dal mio arresto che alla fine sono diventati in tutto 35, sono stata rinchiusa in una cella asfissiante, senza vedere la luce del sole, buia e umida, con le pareti incrostate dalle peggio cose che tu possa immaginare e anche per qst maleodorante.

Ancora mi capita di svegliarmi nella notte urlando con la paura di aprire gli occhi e ritrovarmi là dentro. E’ un’immagine, quella, che non riesco a cancellare dalla mente e che non so quanto impiegherò a rimuoverla..forse mai del tutto. Per questo arrivo direttamente al 20 gennaio , premettendoti che dal 5 settembre (l’arresto) mi trovavo in isolamento, quindi senza poter avere alcun contatto con le altre detenute e che dal 23 dicembre avevano (= l’autorità giudiziaria) deciso, come si fa con un pacco postale, di spostarmi dal carcere di Livorno a quello di Civitavecchia..in cui l’unico vantaggio rispetto alla condizione precedente era di avere una cella molto spaziosa luminosa e pulita anche se nel reparto infermeria quindi, d fatto, ancora più isolata. 

Dopo che un paio di giorni prima avevo avuto(l’unica) reazione di rabbia contro alcune agenti a causa dello stress (ma non solo) dovuto a quella perdurante condizione di innaturale solitudine, vengo chiamata nell’ufficio dell’Ispettrice (la responsabile della Sezione femminile) la quale mi comunicava che il P.M. aveva deciso di spostarmi in sezione con le detenute comuni ma (attenzione attenzione) categoricamente con straniere che non parlassero l’italiano. 

Io la guardai un attimo in silenzio pensando che forse avesse fatto una battuta. Tu non sai che nel carcere di Civitavecchia sono stati convogliati tutti gli arresti che avvengono allo scalo di Fiumicino, sia per un discorso di giurisdizione territorialmente competente, ma soprattutto perché le carceri romane non ce la fanno più ad assorbire le centinaia di persone all’anno, fermate tutte per il medesimo reato, tutte provenienti dal Sud America, al massimo dall’Europa dell’Est e solo in minima percentuale dal Medio Oriente.

Quindi quando io mi sono trovata a passare alla sezione, che era posta al primo piano dell’edificio il che significava vedere il cielo più vicino, su 40 detenute solo 8 erano italiane e tutte già divise in coppie, quindi sarebbe stato comunque altamente improbabile stare con una di loro, ma sinceramente io non vedevo dove e quale fosse il problema (boh forse pensavano di farmi subire l’ennesima cattiveria). 

Comunque dopo 5 mesi in solitaria mi ritrovo in una cella 3m x 4m con due ragazze sudamericane, di cui ti ho già parlato qualche giorno fa, a cercare di ritagliare degli spazi già minimi per sistemare i miei effetti personali e prendere posizione nel mio nuovo letto che a definirlo tale ci vuole un grande sforzo d fantasia, quindi decisamente “branda”. 
Superato il primo step, si trattava di cominciare a comunicare con persone (che per la prima volta dopo del tempo) non fossero delle agenti e che parlavano un’altra lingua. 

Diciamo che mi è andata abbastanza bene perché lo spagnolo è comprensibilissimo, e infatti quel periodo mi è servito almeno a rendermelo orecchiabile e capire i dialoghi pur mancandomi (ancora) la parte grammaticale che cercherò di recuperare..non s mai!!!. 

Le mie nuove inquiline erano entrambe molto giovani, una addirittura appena 18enne, boliviana, aveva portato alcuni ovuli di cocaina tenendolo nascosto ai familiari che non sapevano affatto che fosse in italia e tanto meno in carcere. 
Mi fece subito molta tenerezza perché credimi era una bambina che per poche migliaia d euro aveva rischiato la vita, prima della galera, ingerendo quella merda. Spero che abbia capito che la sua vita non vale certo quei due soldi. 

L’altra ragazza invece era molto più furba..arrestata per il medesimo motivo, insieme ad una masnada d altri amici (tutti maschi) messicani, portandola in una panciera avvolta intorno alla vita con del nastro isolante.
 Comunque tutto sommato come prime concelline sono state una piacevole compagnia, mi hanno spiegato come funzionavano gli orari della distribuzione dei pasti (che non toccavo), della socialità, delle pulizie che dovevamo fare, i giorni della spesa, quelli per presentare richieste varie, di quali fossero le assistenti meno severe, insomma tutte le cose essenziali per iniziare la vita da detenuta“comune”. 

Con loro sono rimasta circa un mese, e ricordo che la sera dopo le 7 quando finiva la socialità, cioè le due ore in cui è consentito ricevere un paio di detenute d altre celle oppure spostarsi ed essere ospitata, rimanevamo di nuovo noi tre e dato che era quello il momento della giornata in cui era più forte la malinconia e più facile avvertire la tristezza soprattutto dopo che serravano il blindo, che sembrava ti strizzassero il cuore ad ogni mandata, allora cercavamo di parlare o guardare insieme la tv…trasmissioni (tipo il G.F sob!!!!) di cui non mi ero mai interessata, ma che almeno anche loro potevano capire e sulle quali potevamo fare qualche risata, oppure parlavamo dei nostri familiari, e a loro chiedevo soprattutto dei luoghi nei quali vivevano e capivo quanto fosse forte la loro sofferenza per l’enorme distanza che le separava da casa. 

Questo è un piccolo assaggio dei miei primi contatti umani in quell’ambiente. Posso dirti che in 10 mesi io non ho incontrato nessuna vera criminale, non ho mai subito da parte di nessuna d loro alcun tipo di violenza fisica o psicologica, nessuna minaccia o intimidazione, ho visto invece tante lacrime e percepito tanto dolore, le pareti di quei posti trasudano di sofferenza persino l’aria che respiri è pregna di quel pessimo odore. 

Con questa chiudo la prima parte del mio racconto. 

Freedom - Akon





 



Everything I have, everything I own
All my mistakes man you already know 
I wanna be free, I wanna be free

From Senegal West Africa,
To St. Louis, Missouri
Thanks to Catherine ?----?
For giving my paps his glory
He came down with his drum
And a dream to change the world
In a free uplifting world
And thats all we ever want
Mom
Gave birth to my brother
And then all of the pressure
Made em' fight one and another
See, the pain would never left
Did the best with what they had
They knew the world was out for ?---?
And they they searched to find their..

..Freedom, Freedom, Freedom, Freedom
Everything I have, everything I own
All my mistakes man, you already know
I wanna be free, I wanna be free
So I search to find my..
..Freedom, Freedom, Freedom, Freedom
Everything I have, everything I own
All my mistakes girl, you already know
I wanna be free, I wanna be free, yeah

As a kid I never knew
That after this that we would make it through
So I found myself skipping school
Couse' the girls gonna think i'm cool
And because of that I did'nt care
Wether or not I went to jail
I just wanna be treated fair
Cause' thats all I ever knew
Tellin' me I need to slow down
Cause' everybody in the whole town
Cause' they know how I get down
Far enough from another town
Can you believe we're still around?
Have my soul baby in the ground
And we ain't gonna stop that
Until we get that..

..Freedom, Freedom, Freedom, Freedom
Everything I have, everything I own
All my mistakes man you already know
I wanna be free, I wanna be free
Won't stop til' I find my..
..Freedom, Freedom, Freedom, Freedom
Everything I have, everything I own
All my mistakes girl you already know
I wanna be free, I wanna be free, yeah

If you wanna be free, and the land is drug-free
put your hands up, put your hans up
If you wanna be free, from all your misery
put your hands up, put your hans up
If you wanna be free, with plenty money
put your hands up, put your hans up
If you wanna be free, just prace ?---?
put your hands up, put your hans up

Freedom, Freedom(Freedom), Freedom, Freedom
Everything I have, everything I own
All my mistakes girl you already know
I wanna be free(wanna be free), I wanna be free(wanna be free)

Altri testi su: http://www.angolotesti.it/A/testi_canzoni_akon_2967/testo_canzone_freedom_859370.html
Tutto su Akon: http://www.musictory.it/musica/Akon











Tutto quello che ho
tutto quello che possiedo
tutti i miei errori, amico, già li conosci
voglio essere libero, voglio essere libero

dal Senegal all'Africa dell'ovest
fino a St.Louis, Missouri
grazie a Catherine ?
per aver dato ai miei testi la sua gloria
lui è arrivato giù dal suo tamburo
con il sogno di cambiare il mondo
in un libero mondo edificante
e questo era quello che avevamo sempre voluto
la Madre ha dato alla luce mio fratello
e dopo tutta la pressione
ci ha fatto combattere l'uno contro l'altro
vedi, il dolore non se n'è mai andato
hanno fatto il meglio con quello che avevano
sapevano che il mondo era ?
e hanno cercato di trovare la loro...

libertà, libertà...
tutto quello che ho
tutto quello che possiedo
tutti i miei errori, amico, già li conosci
voglio essere libero, voglio essere libero

quindi cerco di trovare la mia...

libertà, libertà...
tutto quello che ho
tutto quello che possiedo
tutti i miei errori, amico, già li conosci
voglio essere libero, voglio essere libero, si

da ragazzino non avrei mai potuto sapere
che dopo tutto saremmo riusciti a cavarcela
quindi mi sono ritrovato a marinare la scuola
affichè le ragazze pensassero che ero uno figo
e in quel modo non me ne sarebbe importato
se sarei andato o meno in prigione
volevo solo essere trattato bene
perchè era quello che avevo sempre saputo
mi dicevano che avevo bisogno di rallentare
perchè ognuno, in tutta la città
perchè loro sapevano come andavo giù
lontano abbastanza da un'altra città
riesci a credere che siamo ancora qui in giro?
hai la mia anima per terra, tesoro, e non fermeremo
tutto questo fichè non troveremo la...

libertà, libertà...
tutto quello che ho
tutto quello che possiedo
tutti i miei errori, amico, già li conosci
voglio essere libero, voglio essere libero

non mi fermerò finchè non troverò la mia...

libertà, libertà...
tutto quello che ho
tutto quello che possiedo
tutti i miei errori, amico, già li conosci
voglio essere libero, voglio essere libero, si

se vuoi essere libero
e la terra è senza droga
alza le tue mani, alza le tue mani
se vuoi essere libero
da tutta la tua sofferenza
alza le tue mani, alza le tue mani
se vuoi essere libero
avendo tantissimi soldi
alza le tue mani, alza le tue mani
se vuoi essere libero
semplicemente ?
alza le tue mani, alza le tue mani

libertà, libertà...
tutto quello che ho
tutto quello che possiedo
tutti i miei errori, ragazza, già li conosci
voglio essere libero, voglio essere libero

I detenuti cadono troppo spesso dalle scale

Giovanardi : perché è morto Stefano Cucchi


Niente carcere per i clandestini



La Corte di Giustizia boccia l'Italia:

 il reato di clandestinità viola le norme europee. 

L'opposizione: un colpo ai nostri demagoghi.

Servizio di Cristiana Palazzoni e Elisabetta Margonari




Travaglio 2008: il reato di clandestinità non esiste


                                                                   aprile 2011 : Travaglio aveva ragione



 No alla legge del 2009 voluta dalla Lega Nord.

 Da oggi i clandestini saranno scarcerati.

 Soddisfatta la "Caritas" e la "Comunità di Sant'Egidio"

 insieme al PD.

Rosy Bindi. "Sull'immigrazione le figuracce del governo italiano non finiscono mai - dice la presidente dei democratici -. La Corte di Giustizia europea mette a nudo le violazioni dei diritti umani, l'approssimazione e i ritardi di norme approvate solo per fare propaganda, dimostrando un'efficacia che alla prova dei fatti pari a zero. Del resto, cosa aspettarsi da un governo prigioniero delle parole d'ordine della Lega e incapace di affrontare con serietà e giustizia il fenomeno globale e inedito dell'immigrazione".


Pier Ferdinando Casini: "A questo punto aspetto solo che Berlusconi ci spieghi che i giudici europei sono comunisti". Entrando nel merito della sentenza, Casini sottolinea che "è stato bocciato il reato di immigrazione clandestina, come noi chiaramente avevamo detto. Il governo, essendo in stato confusionale, fa provvedimenti per compiacere, demagogia che puntualmente non riesce a trovare verifica" perché le norme "vengono bocciate nelle varie sedi". Questo, conclude Casini, "è indicativo di come si sta procedendo. Così non si può andare avanti".
Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, considera un "sollievo" il "no" della Corte Ue alla reclusione per i clandestini prevista della legge italiana. La conferma di "quanto fossero a suo tempo fondate le obiezioni da parte dell'opposizione alla normativa del governo imposta dalla Lega". Un pronunciamento che "deve far riflettere chi, anche in queste ore, affronta un tema così importante per il nostro futuro come l'integrazione in termini esclusivamente elettorali e demagocici".


Per Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli alla Camera, la bocciatura "non è, come molti vorranno fare apparire, una sentenza buonista. A essere stata bocciata è una norma demagogica e inefficiente, che aggrava l'arretrato giudiziario e il sovraffollamento carcerario, senza migliorare e al contrario intralciando le procedure di espulsione e rimpatrio degli immigrati irregolari".



Legge Bossi-Fini è il modo in cui comunemente viene indicata la legge della Repubblica italiana 30 luglio 2002, n. 189, varata dalParlamento italiano nel corso della XIV Legislatura, di modifica del Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, ovvero il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. La legge prende il nome dal leader di Alleanza NazionaleGianfranco Fini, e da quello della Lega NordUmberto Bossi, primi firmatari della legge, che nel governo Berlusconi II ricoprivano, rispettivamente, le cariche di vicepresidente del Consiglio dei ministri e di ministro per le Riforme istituzionali e la Devoluzione, per regolamentare le politiche sull'immigrazione e sostituisce ed integra la precedente modifica, la cosiddetta legge Turco-Napolitano, ovvero la legge 6 marzo 1998, n. 40, confluita poi nel predetto Testo Unico.
Essa prevede che l'espulsione, emessa in via amministrativa dal Prefetto della Provincia dove viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Gli immigrati clandestini, privi di validi documenti di identità, vengono portati in centri di permanenza temporanea, istituiti dalla legge Turco-Napolitano, al fine di essere identificati.
Come Amnesty International ha evidenziato nel Rapporto Annuale 2006[1], nonostante l'Italia aderisca alla Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati, la legge Bossi-Fini (che ha emendato la precedente normativa sull’immigrazione) non è considerabile una legge specifica e completa sul diritto di asilo, in quanto si limita a modificare taluni aspetti della Legge Martelli (legge 28 febbraio 1990, n. 39, conversione del d.l. 30 dicembre 1989, n. 416, recante Norme urgenti in materia di asilo politico, di ingresso e soggiorno dei cittadini extracomunitari e di regolarizzazione dei cittadini extracomunitari ed apolidi presenti nel territorio dello Stato), ancora oggi il testo base nel merito. L'istituzione dei centri di identificazione per la detenzione dei richiedenti asilo e di una procedura veloce per la determinazione del diritto di asilo per i richiedenti detenuti, "genera preoccupazione" per
  • l’accesso alle procedure di asilo, per la detenzione dei richiedenti asilo in violazione degli standard previsti dalla normativa internazionale e per la violazione del principio del non-refoulement (non respingimento) che vieta di rimpatriare o espellere forzatamente i richiedenti asilo verso Paesi in cui potrebbero essere a rischio di gravi abusi dei diritti umani;
  • la possibilità che molte delle migliaia di migranti e richiedenti asilo giunti in Italia via mare, principalmente dalla Libia, siano stati respinti verso Paesi in cui erano a rischio di violazioni dei diritti umani (tra gennaio e ottobre 2005 almeno 1425 persone sono state trasferite inLibia).
  • tribunali di GenovaTorinoBolognaAncona (sezione distaccata di Jesi), GoriziaTriesteMilanoTerni e Verona avevano sollevato una questione sulla legittimità costituzionale della norma chiedendo un giudizio di legittimità costituzionale in merito alla pena della reclusione da 1 a 4 anni prevista per gli stranieri che non rispettano i decreti di espulsione e rimangono illegalmente sul territorio italiano.
    La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 22/2007[2], ha sancito che il rapporto reato-pena previsto nella legge Bossi-Fini non viola il canone della ragionevolezza e ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità sollevate.                          Fonte : wikipedia.org/wiki/Legge_Bossi-Fini