mercoledì 27 aprile 2011

Mele bacate



 Vi ricordate quel detenuto invalido del Carcere di Messina-Gazzi, costretto a strisciare perché non gli davano una carrozzina?
 Nell'interrogazione che abbiamo presentato al Ministro della Giustizia, dopo la visita a Gazzi, scrivevamo:    D.P: , nato a ... (Napoli), è un detenuto non autosufficiente; il suo caso ci era stato segnalato subito, all'inizio della visita ispettiva, dai detenuti del reparto «sosta», preoccupati per le sue condizioni; D.P. non vede la famiglia da molti mesi e afferma di aver intrapreso anche un lungo sciopero della fame e della sete; D.P. racconta così la sua vicenda:
 «sono entrato nel carcere di Bellizzi Irpino (Avellino) il 9 agosto 2010 in forza di una condanna definitiva per calunnia; ero già stato condannato per truffa ed esercizio abusivo della professione, visto che esercitavo la professione legale dopo la laurea in giurisprudenza, ma senza aver conseguito il titolo di avvocato; in carcere sono caduto dalle scale e ho avuto un infarto; sono stato trasferito nel carcere di Secondigliano (Napoli) e il 31 dicembre sono stato portato all'ospedale Cardarelli, dove mi è stato diagnosticato un ictus; io non potevo più muovermi; sono stato ricondotto in cella a Secondigliano: lì nessuno mi assisteva, non ho ricevuto alcuna cura; in carcere ho tentato il suicidio, e mi sono fratturato il collo; il 25 marzo senza alcun preavviso mi hanno trasferito a Messina»; D.P. non ha un piantone e non ha una carrozzina per muoversi all'interno della cella, sebbene le sue condizioni fisiche non gli permettano di muoversi autonomamente; «per andare in bagno striscio per terra», racconta piangendo; secondo quanto riferito dagli agenti, a D.P. non è stata data una carrozzina a causa delle limitate dimensioni della porta di ingresso della cella;   

   E ricordate la risposta del Sottosegretario alla Giustizia Caliendo quando spiegava che D.P. aveva ritrattato tutto e che stava tanto bene lì:       Il detenuto D:P  si è rifiutato di spostarsi di stanza per potere fruire della presenza continuativa di un detenuto piantone e della carrozzina.

 Attualmente, gli viene, comunque, assicurata la presenza del piantone in caso di necessità, nonché l’utilizzo dell’ascensore per i vari spostamenti di piano. Il detenuto sta eseguendo FKT come da prescrizione specialistica.   
    Per completezza di informativa, in considerazione anche di quanto segnalato dal quotidiano “il Giornale” lo scorso 14 aprile, mi pare opportuno riportare la dichiarazione resa dal D.P. lo scorso 16 aprile all’ispettore di polizia penitenziaria, coordinatore della sorveglianza generale dell’istituto: “…già in altra occasione mi era stato proposto di spostarmi dal reparto medicina al reparto chirurgia, per essere allocato in camera per disabili con piantone. Ho inteso rinunciare allo spostamento perché ove mi trovo sto bene con i compagni e non ho problemi di carattere assistenziale perché il detenuto B. Alberto, lavorante della sezione, è sempre disponibile ad aiutarmi sia negli spostamenti fuori cella che nelle esigenze di pulizia, anche personale, in cella.
 Oggi mi è stata riproposta la possibilità di spostarmi e pertanto chiedo di poter mantenere l’attuale allocazione poiché ove mi trovo sto bene e spostarmi risulterebbe per me traumatico. Per la decisione da me presa mi assumo ogni responsabilità, sollevandone sin d’ora la Direzione e l’Amministrazione penitenziaria…”  
 Ebbene, mi ha scritto la mogllie che, verso la fine della lettera, afferma: "Vi ringrazio di avergli dato una carrozzella nuova e sono sicura che su di voi posso contare e soprattutto mi posso fidare".   PERCIO' SE NOI RADICALI (IO, GIANMARCO E PALMIRA) NON AVESSIMO FATTO QUELLA VISITA "A SORPRESA" IL POVERO D.P. NON AVREBBE AVUTO LA CARROZZINA E AVREBBE CONTINUATO A STRISCIARE??????????????????






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