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Cucchi, al via il processo per il ragazzo morto in carcere
Giovedí 28.04.2011 15:38
"Al momento del fermo Stefano Cucchi era tranquillo e spiritoso. Si e' anche scherzato, era solo molto preoccupato per la reazione che avrebbe avuto la sua famiglia". Cosi' in aula, davanti ai giudici della terza Corte di Assise di Roma, il maresciallo Roberto Mandolini, ex comandante della stazione dei carabinieri di Roma Appia, racconta i momenti in cui ha verbalizzato l'arresto di Stefano Cucchi, il 16 ottobre del 2009.
Cucchi, che sarebbe morto dopo sei giorni all'ospedale Sandro Pertini, era stato fermato dai militari per spaccio di droga nella zona dell'Appio Claudio nei pressi del Parco Lemonia. Il maresciallo Mandolini, rispondendo alle domande del pubblico ministero, Vincenzo Barba, ha riferito che Stefano Cucchi al momento del fermo mentre si trovava nella stazione Appia non ha voluto mangiare nulla ed ha accettato solo di bere acqua.
"Era molto magro - ha detto in aula il maresciallo Roberto Mandolini -su questo punto abbiamo anche scherzato. Infatti lui mi ha risposto che non era magro lui ma che invece ero grasso io. Aveva comunque delle occhiaie marroni sotto gli occhi, ma queste credo fossero dovute allo stato di sofferenza della tossicodipendenza". Il carabiniere ha, inoltre, riferito che Cucchi gli disse di soffrire di alcuni problemi con il fegato. Inoltre al maresciallo Mandolini e' stata mostrata una fotografia scattata a Stefano Cucchi al momento dell'ingresso nel carcere di Regina Coeli: "le sue condizioni sono simili a quelle del momento del fermo - ha detto il maresciallo - non vedo particolari differenze". "In caserma - ha detto ancora Mandolini - non e' stato fotosegnalato e questo perche' Cucchi si era detto infastidito dall'inchiostro e non voleva sporcarsi le mani".
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