martedì 19 aprile 2011

La protesta dei poliziotti

La protesta dei poliziotti penitenziari: 

Cagliari 24 settembre 2003 

Gentili Signori, siamo un gruppo di cittadini italiani in servizio per uno Stato in cui credono, e a cui hanno giurato fedeltà e devozione.
 Siamo Agenti, Assistenti, Sovrintendenti e Ispettori della Polizia Penitenziaria. 
Siamo persone che lavorano duramente giorno e notte, nell’ombra, in quei luoghi di sofferenza che a volte si ha perfino paura di nominare, quasi per un innato e ipocrita senso del pudore, luoghi che si chiamano carceri, luoghi dove persone che hanno contratto un debito con la società civile scontano la loro pena a volte in condizioni di vivibilità al limite dell’umana sopportazione. 
Sono quei luoghi a cui il comune cittadino non pensa se non per fatti di cronaca, a volte gonfiata ad arte, o perché toccato personalmente.
 Siamo quei servitori della Stato, che al pari di altri colleghi che indossano una DIVISA come la Polizia di Stato i Carabinieri, la Guardia di Finanza e le Forze Armate tutte, vorremmo fosse corrisposta al nostro indirizzo la stessa giusta considerazione e stima che purtroppo viene sovente a mancare da parte di certi giornalisti. 
Siamo persone che appartengono con grande orgoglio alla POLIZIA PENITENZIARIA.
Vorremmo che da parte di tutti i mass media venissero evitati quei nomignoli che forse un tempo erano di moda, ma che offendono circa 45.000 servitori dello Stato italiano. 

Ci riferiamo ai classici “SECONDINI”, “GUARDIE CARCERARIE”, “AGENTI DI CUSTODIA” e a volta anche “GUARDIE CARCERIERE”, a seconda della fervida fantasia del giornalista di turno.
 Giornalista che sicuramente si sentirebbe offeso se dal cittadino fosse comunemente chiamato “SCRIBACCHINO” o “PENNIVENDOLO”.
Cari Signori Direttori delle testate giornalistiche, si presume che i giornalisti, si badi bene riferito a coloro i quali puntualmente ci apostrofano con i suddetti nomignoli, siano persone informate del fatto che un Corpo di Polizia dello Stato come la Polizia Penitenziaria, abbia ottenuto una riforma con Legge n. 395 del 15 dicembre dell’ormai lontano 1990, per cui è difficile da parte nostra capire l’ostinazione ad usare nomi parimenti offensivi e disinformativi, un vilipendio al Corpo che si continua a voler ignorare.
Signori, siamo POLIZIOTTI PENITENZIARI, e con questo nome vogliamo essere chiamati, così come previsto dalla legge dello Stato italiano, ed è deplorevole e non più tollerabile che taluni giornalisti usino terminologie distorte oltreché dispregiative, riferendosi al Corpo di Polizia Penitenziaria. 
Gli Operatori di Polizia Penitenziaria.
Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Cagliari 



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Cari poliziotti


i nomignoli che vi offendono tanto sono ben poca cosa a confronto degli appellativi che spesso rivolgete ai detenuti :
 PEZZO DI MERDA, 
TESTA DI CAZZO.... 
SENZATETTO, QUI HAI ALMENO UN POSTO DOVE DORMIRE.


Signori, sono detenuti x , y o zeta e così vorrebbero essere chiamati e non è più tollerabile che taluni poliziotti usino terminologie distorte oltremodo dispregiative, riferendosi ai carcerati. 


Ciò che diamo ci verrà ,prima o poi, reso.


Elledizeta

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