giovedì 21 aprile 2011

C'E L'IMPICCATO CHE VALE DI PIU'. C'E' L'IMPICCATO CHE VALE DI MENO




C'E L'IMPICCATO CHE VALE DI PIU'.

C'E' L'IMPICCATO CHE VALE DI MENO.

 http://www.radiocarcere.com/images/cappio%20grande.jpg

E' LA LEZIONE DI QUESTA

"INFORMAZIONE".

Viene trovato impiccato un volonario italiano a Gaza. La notizia è su tutti i giornali e telegiornali.

Viene terovata impiccata una ragazza di 24 anni nell'Opg di Catiglion delle Stiviere. La notizia è ignorata. Lo stesso vale per Carlo Saturno che a soli 22 anni si è impiccato nel carcere di Bari. 

Il messaggio è chiaro. C'è una vita che vale di più e ce ne una che vale di meno. C'è una morte che merita di essere raccontata e un'altra che non deve interessare. Davvero una brutta lezione di questa brutta informazione di cui tutti noi siamo vittime.

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Cara/o Elledizeta, credo che sia giusto fare una precisazione. Vittorio Arrigoni, il volontario a cui ti riferisci senza nominarlo (e onestamente non ne capisco il perché) non é stato semplicemente trovato impiccato. Vittorio è stato sequestrato, percosso, esposto alla gogna mediatica attraverso un video e ucciso per il lavoro di informazione/controinformazione che faceva da Gaza sui crimini israeliani. Credo che l'attenzione dei mass media italiani e stranieri fosse quindi assolutamente doverosa. Come ugualmente doverosa sarebbe nei confronti dei due episodi che citi e, purtroppo, di tanti altri che sfuggono anche ai più attenti osservatori, pochi purtroppo,del sistema carcerario. I mass media si occupano di carcere solo a intermittenza e, normalmente, stando ben attenti a non essere troppo critici, salvo quando scoppia un caso come quello Comparone, dove allora, dopo, scoprono che la gestione vergognosa della struttura continuava da anni. I mass media dovrebbero occuparsi di carcere, e soprattutto dei detenuti, con continuità e senza finalità sensazionalistiche, pietistiche o altro: solo per informare, esercitare la funzione di 'controllo' delle istituzioni, specie in una situazione in cui spesso i direttori ritengono di essere titolari di diritti illimitati e di non dover rispondere all'opinione pubblica del loro operato. Dico questo come cittadino, come giornalista professionista dal 1978 e come operatore del settore carcere e giustizia.
Credo che l'attività di informazione e denuncia che viene fatta da te, da Ristretti Orizzonti, Antigone etc. - e, per quello che possiamo, anche dall'Arci a Genova e in Liguria - sia importante e debba trovare il modo di raggiungere sempre più i cittadini.
Grazie dell'attenzione e dello spazio, buon lavoro e un abbraccio solidale alle detenute e ai detenuti di Pontedecimo.

Alfredo 

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