lunedì 10 gennaio 2011

Il fenomeno "depersonalizzazione" dentro la cella

Dalla lettera di X :


" ... l'altro giorno si è sentita male una detenuta, nessuno sembrava essere in grado di rianimarla e mi sono offerta io , volontaria da tempo in CRI, ma mi hanno risposto : "Sta zitta!!!".
 Essere tossico o ex-tossici non significa essere persone inutili, incapaci, de-cerebri ; un'accusa di spaccio per un quantitativo appena sopra il limite consentito per l'uso personale, non è sinonimo di ignoranza, mancanza di cultura, informazione o altro.
 Vivere qui dentro accresce la sensazione di aver perso ogni diritto umano, anche il più elementare : quello di parola ed espressione che viene negato da chi neppure conosce i regolamenti carcerari sanciti dalla Stato da cui dipende e da cui percepisce regolare stipendio.


 "Mi capisci, testa di cazzo?" dopo uno sproloquio in napoletano stretto.... "No, signora guardia, non la capisco, si esprima in lingua italiana e sarò lieta di risponderle"

Nessun commento:

Posta un commento