mercoledì 12 gennaio 2011

Voci dal Carcere MODELLO di Pontedecimo

Detenuta tenta il suicidio nel carcere di Genova-Bolzaneto, salvata dagli agenti

ultimo aggiornamento: 10 gennaio, ore 13:33
Genova - (Adnkronos) - La donna ha aggredito la sovrintendete e l'agente, intervenuti per impedirle di uccidersi, ed una compagna di cella















Da "IGN" 

Questo agli onori delle cronache.

Ma ora il resoconto giuntomi tramite lettera:

" L. forse scatena beghe per ogni motivo ma questo era serio: ha la cirrosi epatica e doveva essere ricoverata da tempo.
Ieri sera sembrava in preda ad un attacco isterico, voleva morire e, ha tentato di allontanare le guardie donne e l'uomo che le ha sferrato un pugno in faccia, voleva da tempo il numero di telefono del marito ma questo era al casellario e quindi... "


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M.R. segnala l'assenza di terapie contro il mal di denti.

G. mi invia una serie di lagnanze:
1) mancanza dell'educatore
2)attesa per i medicinali da comprare extra
3) pochi corsi e attività
4) poca socialità
5) cibo immangiabile (in particolar modo la cena)
6) mancanza di ordine nella biblioteca
7) domandine prive di risposta

Ed anche L. segnala una lunga serie di carenze:
1) assistenza sanitaria carente
2) I malesseri non vengono presi sul serio
3) peli e capelli nella "minestra"
4) uova sode annerite
5) durante la perquisizione delle celle le detenute vengono rinchiuse nelle docce per poi trovare tutto a soqquadro, dagli indumenti al cibo pagato tanto caro 
6) detergenti per la pulizia delle celle a pagamento
7) mancanza di piatti, posate ... ecc, materassi sporchi di sangue
8) si può telefonare ai parenti solo su numero fisso (ignorando la vigente normativa... aggiungo io)
9) frequenti rimproveri da parte della polizia penitenziaria  con la parola sempre più frequentemente usata "RAPPORTO" .
Questo getta nella disperazione più totale alcune delle detenute.
 10)  Water rotti con conseguente fuoriuscita di acqua che spesso le detenute devono eliminare usando i propri indumenti come stracci per pavimenti

... e un appello disperato :
" Fateci uscire, scontare la pena nelle nostre case o presso parenti ed amici.
 Fateci avere colloqui più frequenti!"





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