lunedì 2 gennaio 2012

Contro il carcere


Contro il carcere

SE NON TI OCCUPI DI CARCERE È IL CARCERE CHE SI OCCUPA DI TE
Non voltarti dall’altra parte quando ascolti delle brutture del carcere!
Non far finta di nulla!
Il carcere è lì, e ti insegue nella tua vita quotidiana.
Non puoi sottrarti. La forme di controllo, le istituzioni totali si moltiplicano.
Alcuni anni fa il carcere ha partorito i Cie (Centri di Identificazione ed Espulsioni), per controllare e sottomettere la forza lavoro migrante.
Ogni comportamento è sottoposto a controllo e sanzione, e così, dopo 33 anni dalla chiusura dei manicomi, si attua sempre più il Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso), con effetti devastanti, spesso omicidi, come il caso di Franco Mastrogiovanni, ucciso il 4 agosto 2009 dopo aver trascorso 90 ore legato al letto del reparto psichiatria  all’ospedale San Luca a Vallo della Lucania.
Negli Opg (Ospedali Pscichiatrici Giudiziari) vi sono rinchiuse oltre 1500 persone ancora oggi, nonostante il gridare allo scandalo dei benpensanti, dopo che la TV ha mostrato le sevizie e i trattamenti degradanti cui sono sottoposte le persone incatenate in quei lager.
Si intensificano i controlli per chi lavora attraverso normative restrittive sullo sciopero e  disciplina interna; mentre per chi non lavora oltre al controllo “economico”, dovuto alla necessità, vengono predisposti controlli da parte delle agenzie interinali.
I controllo su chi va allo stadio si moltiplicano, è stato introdotto il Daspo (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) e la “tessera del tifoso”; controlli per chi va in discoteca e per chi viaggia sulle strade; divieto di bere una birra dopo una certa ora in alcuni quartieri delle città.
Lo stesso carcere, ormai vecchio di 4 secoli, si rinnova differenziandosi sempre più per colpire comportamenti diversi. Oltre ai reparti a Elevato indice di Vigilanza (Eiv) e quelli strettissimi del 41 bis, fino all’ergastolo ostativo (obbligo di restare in carcere fino alle ultime ore di vita), una vera e propria condanna morte differita e altre differenziazioni vengono predisposte.
Nella scuola e nella famiglia il controllo e la disciplina assumono la forma di un biecomoralismo. Perfino nel momento della morte, lo Stato si arroga il diritto di decidere i tempi e le modalità di ogni intervento sul morente.
Restrizioni e controlli all’insegna dell’“emergenza” e della “sicurezza”. Capisaldi dell’ideologia dominante con cui si cerca di azzerare i problemi sociali, riducendoli a problemi di ordine pubblico. Isolando ogni volontà di lotta per farla passare come fatto patologico, malattia, malanno, disturbo, morbo, da curare e isolare perché può infettare.
Quindi “emarginazione” ed “espulsione” dal consesso sociale sono le azioni di controllo sociale verso tutti quei soggetti portatori di un qualsiasi problema: che sia una manifestazione di piazza, lo sbarco di persone senza documenti, l’opposizione alla costruzione di una nuova discarica e dell’Alta Velocità, l’occupazione di uno stabile da parte di chi non ha una casa, la lotta contro la disoccupazione, ecc.
Occuparci di carcere, oggi non è un optional, è una necessità per ciascuna e ciascuno di noi, se vogliamo liberare la nostra vita e non diventare passive propaggini di un sistema di potere sempre più totale.

PROSSIMI ANNI SENZA GALERE !!!                                            RadiOndaRossa

Volantino distribuito da RadiOndaRossa il 31 dicembre scorso durante l’appuntamento sotto il carcere di Rebibbia in Roma, in solidarietà con i detenuti e le detenute.

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