lunedì 16 gennaio 2012

Muore in carcere a Imperia il 28enne Fabio Parodi. Stava scontando una pena per droga e furto


Imperia - Accertamenti sono ora in corso per risalire alle cause del decesso e soprattutto per capire, se si tratta di suicidio o morte per cause naturali. A renderlo noto è il sindacato di polizia penitenziaria, Sappe/ ALTRI PARTICOLARI
Il carcere di Imperia
Un detenuto italiano di 28 anni, Fabio Parodi, è stato trovato morto, stamani, nella sua cella che divideva con altri detenuti, all'interno del carcere di Imperia. Era recluso per i reati di furto e detenzione di sostanze stupefacenti. Stando ai primi accertamenti sarebbe deceduto per cause naturali, forse un infarto. Il giovane e' stato trova6to privo di vita nel suo letto. A renderlo noto è il sindacato di polizia penitenziaria, Sappe.

Il giovane nel 2008 era finito nelle maglie dell’inchiesta “Maracanà” portata a termine dalla polizia con una serie di arresti nel mondo savonese degli stupefacenti. Fabio Parodi, nel 2009, era stato condannato anche per aver derubato il fioraio del cimitero di Zinola.

IL CORDOGLIO DEL SAPPE

La notizia della morte di un detenuto italiano nel carcere di Imperia - commenta Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) - intristisce tutti, specie coloro che il carcere lo vivono quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive, come le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità. Come a Imperia, realtà comunque difficile come dimostrano anche gli eventi critici avvenuti nel corso del 2010: parliamo di 13 episodi di autolesionismo, di 3 tentati suicidi, 11 soggetti che hanno in essere ferimenti, 12 scioperi della fame e 2 episodi violenti che hanno determinato danneggiamenti di beni dell’Amministrazione Penitenziaria".

“Questa ennesima morte di un detenuto testimonia ancora una volta la drammaticità della vita nelle carceri italiane” rilancia il SAPPE, che rinnova il suo appello alla classe politica del Paese. “A poco o nulla è servita ad oggi la legge approvata sulla detenzione domiciliare, la legge 199 del novembre 2010 (improvvidamente definita ‘svuota carceri’), che consente di scontare ai domiciliari pene detentive non superiori a un anno, entrata in vigore il 16 dicembre scorso. Rispetto all’indulto che fece uscire complessivamente e quasi subito circa 35mila persone detenute, ad oggi con la legge sulla detenzione domiciliare sono uscite poco più di 4mila persone dalle oltre 200 carceri italiane e solo 152 in Liguria. Rinnoviamo allora l’auspicio che la classe politica ed istituzionale del Paese faccia proprie le importanti e pesanti parole dette dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulle nostre carceri “terribilmente sovraffollate” e ci si dia dunque da fare - concretamente e urgentemente - per una nuova politica della pena, necessaria e non più differibile, che ‘ripensi’ organicamente il carcere e l’Istituzione penitenziaria, che preveda circuiti penitenziari differenziati a seconda del tipo di reato commesso ed un maggiore ricorso alle misure alternative per quei reati di minor allarme sociale con contestuale impiego in lavori di pubblica utilità per il recupero ambientale del territorio”.

Martinelli denunzia per l’ennesima volta le criticità del penitenziario di Imperia: “Mancano in organico circa 30 agenti di Polizia Penitenziaria mentre i detenuti sono costantemente oltre la capienza regolamentare: 100/110 i presenti (il 60% dei quali stranieri) a fronte di 69 posti letto. E’ dunque necessario intervenire anche incrementando concretamente gli organici dei Baschi Azzurri in servizio nella struttura di Imperia”.
di Fabrizio Tenerelli
16/01/2012

fonte: http://www.riviera24.it/

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