sabato 28 gennaio 2012

Questa lettera è dedicata soprattutto al ragazzo che il 31 dicembre 2011 , alle ore 10,00 circa ci ha lasciato impiccandosi nella sua cella, qui a Torino.


Torino 21 gennaio 2011

.... La situazione dentro a queste mura non accenna a migliorare , poi mettiamoci pure di mezzo la crisi, beh, ora questa è la scusa più ricercata!
Ma ciò non vuol dir niente , o perlomeno è uno dei tanti aspetti  che complica ancora di più il sistema carcerario .
Qui si parte dalle basi , e le basi sono i diritti e mettiamoci anche i doveri di noi esseri umani.
Qui non si parla più di umano, questa parola non esiste dentro al sistema chiuso e sistematico della pur finta democrazia e l'attuazione di leggi che vengono sempre dettate a proprio piacere da chi ha in mano il potere di giocare con la vita degli altri.
 Qui si può solo parlare  di vessazioni , di degrado umano , qui vieni istruito non rieducato, ma istruito alla rabbuia , alla desolazione all'abbandono, al suicidio!
Il carcere è solo un'arma usata per annientare completamente il tuo modo di pensare, puoi permetterti di pensare a patto che questo non contrasti in nessun modo l'andamento carcerario.
Perciò poco vuol dire se tu stai male da un anno per un semplice mal di denti ... Poco vuol dire se ti stanno avvelenando e rovinando stomaco, fegato con antidolorifici e medicinali usati solo per attutire ogni malessere fisico e psichico, qui si parla anche di morfina per un semplice mal di testa!
Purchè non disturbi! Poco vuol dire se non hai carta igienica per andare in bagno, disinfettanti per pulire la cella dal momento che quasi tutti hanno patologie infettive , HIV, HCV e , per le donne anche HPV
Se vivi in condizioni che neanche è più al terzo mondo si vedono perchè là esistono gli interventi umanitari ... dall'Italia!
E qui? 
Stiamo morendo ogni giorno , morendo psicologicamente perchè non si può tenere rinchiuso una persona come in un canile, Tanti addirittura senza lenzuola, su materassi consunti dal tempo, col freddo che trapassa le finestre inb plastica, con l'acqua che cola dai muri e, aggiungi, niente da poter fare per passare il tempo, le interminabili ore che si allineano , minuto dopo minuto... aspetti!, aspetti la notte e un nuovo giorno! e poi ancora la notte!
E magari che possa arrivarti la fortuna che arriva il medico con cui devi lottare per far capire che non ce la fai più dal dolore!
E poi ... se denunci le cose che non funzionano , ritorniamo al punto ... se vai contro il sistema, ti puoi solo aspettare che una bella mattina, alle 6,30 ti fanno preparare i bagagli e ti sbattono letteralmente in un posto  che sarà peggio di quello che hai appena visto!
Ne avrei tante da raccontare, tante che ne ho viste in questi due anni e che non intendo, non posso, non riesco, non voglio accantonare, perchè mi hanno marchiato l'anima come un fuoco.
La disumanità che sto vedendo in questo posto è al limite, io mi pongo in prima linea per denunciare lo stato disumano che continuiamo a vivere giorno dopo giorno dentro le carceri.
 Questa lettera è dedicata soprattutto al ragazzo che il 31 dicembre 2011 , alle ore 10,00 circa ci ha lasciato impiccandosi nella sua cella, qui a Torino.
E ovviamente a tutti quelli che non ce la fanno più a reagire al sistema repressivo e direi pure da tortura in cui ci veniamo a trovare.
Torno a ribadire: qui non esiste più, se mai in passato è esistito , il sistema rieducativo del carcerato, il vero sistema rieducativo comprenderebbe tante di quelle cose  che qui oso definire "fantascienza".
Qui esiste solo il sistema repressivo, distruttivo della propria personalità e dignità umana.




        Una detenuta
Dal carcere "Le Vallette" - Torino

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