sabato 10 dicembre 2011

Svuota-carceri: ai domiciliari 4mila detenuti modello


di CLAUDIA FUSANI da l'unità
Nel 2011 il Dap ha ottenuto i domiciliari per quattromila detenuti con un anno di residuo pena e buona condotta. Il 99% ha rispettato le prescrizioni. Si vuole replicare nel 2012 portando a 24 mesi il residuo pena
«Stiamo studiando la possibilità di far scontare gli ultimi due anni di detenzione definitiva a casa. La nostra proposta, che il ministro Severino ha accolto con favore, si basa sull’esperienza positiva del primo annodella cosiddetta svuota-carceri entrata in vigore in via sperimentale a dicembre 2010 e che ha concesso la detenzione domiciliare a circa quattromila detenuti modello. Dopo un anno possiamo dire che il 99 per cento ha rispettato regole e prescrizioni. Un andamento più che positivo che suggerisce non solo di riproporre ma anche di aumentare da 12 a 24, o 18, il residuo di pena che ammette alla detenzione domiciliare». L’alto dirigente del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria dà corpo alle promesse che il Guardasigilli, secondo tradizione del governo Monti, annuncia come imminenti ma tace nel dettaglio dei contenuti. Il ministro Paola Severino è convinta dei tempi («spero di portare le misure deflattive per il sovraffollamento carcerario in Consiglio dei ministri prima di Natale») e ha chiari i modi: «Punteremo sulle misure alternative alla detenzione, sulla carcerazione domiciliare sia per i detenuti in attesa di giudizio che per quelli definitivi e faremo di tutto per evitare il fenomeno delle porte girevoli», un meccanismo perverso, figlio della burocrazia e costosissimo. Sono 22 mila i detenuti, un terzo del totale, che “toccano” il carcere per tre giorni primadi essere liberati o giudicati in direttissima e mandati ai domiciliari.
BUON SENSO Nessuna amnistia, quindi. Nè indulto. La soluzione, come spesso succede, può essere figlia di buon senso, conoscenza dei fenomeni e volontà. Così come la conoscenza, raccontano indiscrezioni, avrebbe fatto dire al ministro che «sarebbe il caso di non rinnovare più la convenzione con Telecom per il funzionamento dei braccialetti elettronici (risale al 2001 e prevede 110 milioni per 400 braccialetti ma ne funzionano una decina, ndr)». Il che non vuol dire cestinare il braccialettomasforzarsi di capire perchè solo in Italia non funziona. Il ministro ieri ha incontrato la giunta dell’Associazione nazionale magistrati. Incontro cordiale segnato da «ragionevolezza e cordialità», come si dice sempre in questi casi, e però non sembra la revisione delle circoscrizioni giudiziarie (il taglio dei tribunali sotto le venti unità) la cosa più facile da realizzare. «E’ uno dei punti delmio mandato - promette Severino - e seguiremo la strada già tracciata dalla delega. Certo non mifarò tirare dalla giacchetta dai localismi ». Resta il carcere, invece, la prima cosa da fare, «l’emergenza» come disse il ministro il giorno in cui giurò al Quirinale. «La filosofia delle nostre scelte» spiegano fonti del Dap «è che in carcere restino solo i detenuti pericolosi oltre a quelli condannati per terrorismo e mafia.Unadelle misure deflattive è sicuramente la carcerazione domiciliare per chi ha un profilo di buona condotta e gli resta da scontare un anno di carcere. La nostra proposta al ministro è di allungare il residuo pena fino a due anni». Se nel 2011 sono usciti quattromila detenuti con un risparmio per le casse dello Stato di 165 milioni (ogni detenuto costa circa 110 euro al giorno), nel 2012 ne potrebbero uscire di più (tra i cinque e i seimila) con un risparmio ancora maggiore. «Fondamentale - aggiungono i dirigenti del Dap - è far capire che si tratta di persone che hanno scontato quasi del tutto la pena, che sono stati detenuti modello e per questo possono acquisire lo status di recluso in casa». Nessun allarme sociale. Nessuno sconto, quindi. Un modo diverso, però, di scontare la pena. La decisione tocca al Tribunale di sorveglianza. Nel pacchetto-carcere dovrebbero trovare posto anche la “messa alla prova” e i “lavori socialmente utili”.
fonte: logoInfonodo_0_0.png

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