domenica 9 ottobre 2011

carcere sovraffollato, la Direzione ammette un cane a colloquio con una detenuta



 Per la serie "cazzate online" .... ecco una perla pubblicata sul sito http://www.genovaogginotizie.it
la quale riporta una delle solite trite e ritrite lamentele di
Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e commissario straordinario della Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri.
 Notevoli le affermazioni riguardanti le numerose attività trattamentali che caratterizzano il carcere genovese ... ci chiediamo a quali attività si riferisca, escluse le pesanti somministrazioni di psicofarmaci, propinati a mò di zuccherini, con dosi da cavallo....
 I detenuti colpevoli delle aggressioni e degli atti vandalici sono stati esclusi dalle "attiività ricreative" ..... quali? la palestra accessibile solo al reparto maschile? se la medesima è dotata delle attrezzature di quella del vicino carcere di Marassi si riduce ad una stanza pressochè vuota e che di palestra ha solo il nome sulla porta di accesso....
  


“Poiché sappiamo che la Direzione del carcere Pontedecimo ha una spiccata sensibilità per le attività trattamentali, tanto da consentire in Istituto il colloquio tra una detenuta e il proprio cane pechinese, auspichiamo che analoga sensibilità emerga anche per alcuni interventi legati alla sicurezza ed all’ordine interno del carcere, che la Direzione sembra trascurare, come, ad esempio, l’urgente necessità di regolamentare il possesso dei telefoni cellulari alle persone ammesse ad accedere alle sezioni detentive del carcere (dal direttore al comandante, dal medico al mediatore culturale) o l’adozione di adeguati provvedimenti disciplinari ai detenuti responsabili di atti di aggressione ai poliziotti penitenziari”.
E' quanto scrive polemicamente in una nota Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e commissario straordinario della Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri.
Una detenuta del carcere di Genova Pontedecimo, appellante con fine pena nel giugno del 2014 per reati connessi allo spaccio di stupefacenti, ha già sostenuto un “colloquio” ed un altro è in procinto di farlo con il proprio cane, di razza pechinese, e che per l’occasione non viene utilizzata la normale stanza dei colloqui, ma bensì “l’area verde“ del carcere, peraltro ambita da tutti i ristretti. Il cane viene accompagnato in carcere dal familiare di un altro detenuto che, dopo l’ora di incontro, lo riaccompagna al domicilio.
“Nulla da dire sulla cosa in sé, anche alla luce del rapporto che si crea tra padrone e compagno a quattro zampe (fatti analoghi sono accaduti anche in altre carceri italiane, ultimamente ad esempio a Verona)” prosegue Martinelli “ma certo stupisce la priorità che ne è stata data in un carcere con molte criticità come quello di Pontedecimo. Un carcere nel quale i posti letto regolamentari sono 96 ma i detenuti (uomini e donne) ben 186, il 55% dei quali stranieri; in cui mancano in organico circa 60 poliziotti (ce n’è in forza 110 e dovrebbero essero 167); in cui solo nell’ultimo mese un detenuto ha spaccato un vetro antisfondamento nel gabbiotto dei cortili passeggi, un altro ha lanciato una sedia contro una finestra distruggendo un vetro antisfondamento e riferendo di averlo fatto per non spaccare la testa al poliziotto di servizio, un altro ancora ha sferrato un pugno contro un vetro di un cancello di sbarramento mandandolo in frantumi sempre per futili motivi; un altro detenuto, di origini magrebine ha cercato il corpo a corpo con il poliziotto di servizio sul piano per evitare di essere perquisito. Si potrebbe continuare con la periodicità con cui alcuni detenuti che ogni giorno alla chiusura dell’ora d’aria rifiutano di fare rientro nelle proprie celle o delle vere e proprie lotte per condurli nei cortili passeggi ecc. Per i fatti più gravi la direzione ha ritenuto opportuno ammonirli o solo dargli 2 o tre giorni di “ esclusione dalle attività ricreative” cioè vale a dire niente, in quanto le attività ricreative a Pontedecimo consistono in una piccola palestra che si trova all’interno dei cortili passeggi, quindi impossibile da vietare. Per non dire dei tanti telefoni cellulari ammessi ad entrare nelle sezioni detentive dalla Direzione: dal direttore stesso al comandante, dal medico al mediatore culturale, solo per dirne alcuni. Tutti in sezione con appresso il telefono cellulare: è assolutamente indispensabile per tutti? La cosa va, a nostro avviso, regolamentata e limitata il più possibile”.
12 settembre 2011

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