domenica 23 ottobre 2011

Giovane detenuto si uccide a Marassi

Genova - Un detenuto di 29 anni, di origini tunisine, si è suicidatoieri sera nel carcere genovese di Marassi. Lo riferisce il segretario generale della Uilpa Penitenziari, Eugenio Sarno, precisando che si tratta del cinquantacinquesimo suicidio in cella, in Italia, dall’inizio del 2011.
L’uomo, Rahamani Jalel, detenuto per spaccio di stupefacenti e che avrebbe finito di scontare la pena tra due mesi, si è impiccato verso le 23.30 con le lenzuola in dotazione nella sua cella della sesta sezione del carcere. Gli agenti di polizia penitenziaria e alcuni medici del 118 hanno tentato di rianimare il detenuto tunisino, ma nonostante l’impiego del defibrillatore non c’è stato nulla da fare e il detenuto è morto alle 23.57. L’uomo ha lasciato due lettere, una in arabo e una in italiano.
«Non posso più vivere senza vedere mio figlio». Sono queste le parole che Rahamani Jalel ha scritto su una delle due lettere trovate dagli agenti della polizia penitenziaria. L’uomo, che sarebbe uscito ad aprile, aveva ricevuto da poco anche un’ordine di espulsione dall’Italia. La sua compagna aveva interrotto le visite in carcere da un anno e lui non ha retto alla lontananza dal figlioletto. Il pubblico ministero Vittorio Ranieri Miniati ha disposto l’autopsia, per chiarire le esatte cause del decesso.


Al momento, sottolinea la Uilpa, risiedono 812 detenuti nonostante i posti disponibili siano 456. Una situazione che ha portato, solo quest’anno, a due suicidi, nove tentati suicidi, circa 85 atti di autolesionismo grave, dieci aggressioni a danno di poliziotti penitenziari. «Di sicuro - dichiara ilsegretario generale della UILPA Penitenziari - il depauperamento degli organici, con gli innumerevoli distacchi di poliziotti penitenziari verso sedi non operative, non aiuta a gestire l’ordinario stato di emergenza che si riscontra quotidianamente».
«Stornare qualche milione di euro dal fantomatico piano carceri, da dedicare ad un più concreto e necessario piano di manutenzione straordinaria ed automazione degli istituti penitenziari» è l’invito che la Uilpa rivolge al ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma, anche alla luce del suicidio del giovane detenuto marocchino.
«I crolli di Taranto e di Marassi, la chiusura di un Padiglione a Potenza per l’instabilità strutturale, il transennamento di una vasta area alle Sughere di Livorno - afferma il segretario generale della Uilpa Penitenziari, Eugenio Sarno - sono solo alcuni esempi del degrado delle strutture penitenziarie con annessi rischi per l’incolumità fisica per chi in quelle strutture vive e lavora. Pertanto ribadiamo l’invito al Ministro Palma di stornare qualche milione di euro dal fantomatico piano carceri ad un più concreto e necessario piano di manutenzione straordinaria ed automazione degli istituti in uso. Più che nuovi posti detentivi servono carceri salubri e sicure. Per deflazionare il sovraffollamento basterebbe trasferire i tossicodipendenti nelle comunità, rendere automatico l’accesso alla detenzione domiciliare per chi ha residui pena non superiori a dodici mesi e, soprattutto, disciplinare il ricorso alla custodia cautelare»

fonte: .http://www.ilsecoloxix.it/

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