venerdì 14 ottobre 2011

Due anni fa moriva Stefano Cucchi, per non dimenticare


Due anni fa, nel mese di ottobre, moriva in circostanze tragicamente dubbie il povero Stefano Cucchi. Ripercorro brevemente la vicenda. Trentunenne, di corporatura esile, viene arrestato nella periferia romana per possesso di droga il 16 ottobre 2009.

Stefano Cucchi

Al momento dell’arresto da parte dei carabinieri, secondo quanto riferito dai familiari, stava bene, camminava sulle sue gambe, non presentava segni di alcun tipo sul viso. La mattina seguente, all’udienza per direttissima, i familiari notano evidenti tumefazioni al volto e agli occhi. Non viene inviato agli arresti domiciliari, eppure i fatti contestati non sono di particolare gravità. Passa poche ore in ospedale al Fatebenefratelli. Viene certificato dai medici che si sarebbe fatto male cadendo da solo per terra senza che ci fosse colpa di nessuno.

Questa sarebbe la versione data dal povero Stefano. Questa la versione di solito data da detenuti impauriti per le conseguenze di una eventuale denuncia di violenze. Torna a Regina Coeli. Sta male. Viene inviato nuovamente in ospedale, questa volta al Pertini, in un reparto apposito per detenuti, sorvegliato da poliziotti penitenziari. Lamenta dolori forti alla schiena. Viene ricoverato.
Per lunghi sei giorni i familiari, pur recandosi in ospedale, non hanno l’autorizzazione a visitarlo. L’autorizzazione al colloquio giunge per il 23 ottobre ma è troppo tardi perché Stefano Cucchi muore la notte tra il 22 e il 23 ottobre. I genitori rivedono il figlio per il riconoscimento all’obitorio e si trovano di fronte a un viso devastato. Sono quindi passati due anni. Il processo va avanti  ma lentamente. E’ adesso il turno del direttore del carcere a essere ascoltato dai giudici. Un dirigente dell’amministrazione penitenziaria viene condannato a due anni con rito abbreviato. Tre penitenziari e nove operatori sanitari sono sotto processo dal 24 marzo 2011. Nessun carabiniere viene indagato e di conseguenza processato. E’ assolutamente necessario che i riflettori pubblici siano tenuti ben accesi per evitare che si giunga all’oblio e alla prescrizione.
Pochi giorni fa Marcel Vitiziu, 30 anni, viene arrestato per oltraggio a Messina. Finisce in carcere. Muore tre giorni dopo per arresto cardiaco, mentre in ambulanza veniva trasferito al Policlinico. Presentava lesioni al naso e all’arcata sopraccigliare.

*Articolo pubblicato su www.micromega.it
(14 ottobre 2011)

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