venerdì 7 ottobre 2011

“Morti di carcere e malagiustizia”, il rapporto del Garante dei detenuti


Dieci suicidi tra le ultime dodici morti in carcere in Campania

Napoli – Partiamo da un interrogativo: qual è la funzione delle carceri? Senza dubbio nel Mondo occidentale, almeno sulla carta, scontare una pena serve a reinserire il condannato nella società. La rieducazione, dunque, dovrebbe passare attraverso la piena tutela dei diritti personali di chi si trova in carcere, nel pieno rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani (articolo 5): «Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti».
Il dossier “Morti di carcere e malagiustizia” evidenzia una situazione inversa rispetto a quella universalmente riconosciuta. Il rapporto – presentato dal Garante dei detenuti della Regione Campania, Adriana Tocco – mette a nudo una situazione scioccante: delle ultime dodici morti in carcere, dieci riguardano suicidi.
I dati sono forniti dall’Osservatorio permanente per le morti in carcere – come riporta l’agenzia di stampa “Il Velino” – e sono stati resi noti dal garante Tocco in Regione Campania, alla presenza dell’assessore comunale alle Politiche sociali, Sergio D’Angelo, al presidente del Consiglio regionale, Paolo Romano, il provveditore regionale per l’Amministrazione Penitenziaria, Tommaso Contestabile, il presidente del Tribunale di Sorveglianza partenopeo, Carminantonio Esposito.
Il punto principale affrontato nel corso del summit riguarda il sovraffollamento delle carceri. Un fronte comune a difesa dei diritti dei detenuti su cui l’assessore D’Angelo ha posto l’accento sulla «mancanza di soluzioni risolutive al problema nella città di Napoli. Qui – ha aggiunto l’assessore – non ci sono più comunità idonee ad accogliere i tossicodipendenti quando lasciano le carceri, dovremmo fare degli sforzi, modificare leggi che hanno permesso l’affollamento di istituti penitenziari».
La situazione sovraffollamento era stata portata alla luce dai Radicali nel mese di giugno , quando è stato dato vita a un digiuno collettivo, che visto l’adesione di 1300 detenuti di Poggioreale, una casa circondariale che ospita il doppio dei detenuti ammessi. Condizioni di sovraffollamento che consegnano chi sconta la pena a una condizione inumana: in alcuni casi, in una cella ci sono anche 12 detenuti. Per di più sono poche, quasi nulle, le attività svolte dai carcerati per permettere la loro tanto conclamata rieducazione.
fonte: http://www.radicali.it/

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