venerdì 16 settembre 2011

Carcere e amnistia, Nitto Palma apre i lavori al Senato


di Eleonora Martini, da “Il manifesto”, il 15/09/11
La seduta straordinaria del Senato dedicata alle condizioni di illegalità del nostro sistema giudiziario e penitenziario si terrà mercoledì 21 settembre, alla presenza del Guardasigilli Francesco Nitto Palma. A giudicare dal lavorio che il ministro di Giustizia ha avviato in vista dell’appuntamento, il partito Radicale che ha convocato l’assemblea raccogliendo tra gli scranni di Palazzo Madama le firme necessarie e andando perfino oltre le aspettative, si potrebbe ritenere soddisfatto.
 E invece il leader Marco Pannella, la deputata Rita Bernardini e la segretaria dell’associazione «Il Detenuto Ignoto», Irene Testa, hanno ricominciato proprio ieri lo sciopero della fame. Il segnale è chiaro: Parlamento e governo non pensino di cavarsela con una sola seduta d’Aula.
Nella richiesta di convocazione al Senato – e anche alla Camera, dove ieri si è superata la soglia minima di 210 firme necessaria per la seduta straordinaria – «si parlava dell’urgente necessità di discutere e votare un documento che fissi modi e tempi certi per l’esame dei provvedimenti di amnistia, indulto, depenalizzazione e carcerazione proposti dai Radicali», ricorda la senatrice Donatella Poretti. «L’appuntamento di mercoledì prossimo, quindi – conclude Poretti – sarà solo l’inizio dei lavori». È questo l’obiettivo della «lotta nonviolenta» di Pannella e delle duemila persone che a Ferragosto vi hanno preso parte digiunando per un giorno.
Impossibile, d’altra parte, anche per Nitto Palma non tenere conto del monito del presidente Napolitano alle istituzioni affinché prendano in considerazione ogni possibile soluzione a «una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile». Così ieri il Guardasigilli, in vista della seduta di mercoledì, ha incontrato il presidente del Forum della sanità penitenziaria Roberto Di Giovan Paolo, senatore Pd, per discutere di uno dei problemi più scottanti del carcere, quello dell’accesso limitato alle cure che insieme al sovraffollamento trasforma la detenzione nelle celle italiane in «tratta- mento inumano e degradante» sanzionato nel 2009 dalla Corte europea dei diritti umani. A dicembre il Forum ha organizzato la prima riunione dei 203 comuni italiani che ospitano carceri. Sul tavolo le questioni sono tante, a cominciare dagli Ospedali psichiatrici giudiziari che, come ha denunciato ieri anche il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, sono ormai a un punto limite. «I politici invece delle solite passerelle – esorta il Sappe – si facciano carico del loro ruolo istituzionale per cercare di risolvere il problema delle condizioni disumane che si possono trovare negli Opg».
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