lunedì 5 settembre 2011

Daniele Franceschi poteva essere salvato ma non è stato curato


Dall’ultima perizia emergono gravi responsabilità di sanitari e medici del carcere francese.
Daniele Franceschi deceduto nel carcere francese di Grasse il 25 agosto dello scorso anno per cause ancora da chiarire, era stato arrestato con l’accusa di falsificazione e uso improprio di carta di credito all’interno di uno dei tanti casinò della Costa Azzurra. La sua morte però, giustificata dalle autorità d’Oltralpe come la conseguenza di un infarto, lascia ancora tanti dubbi.
Dall’ultima perizia medica infatti, come comunicato dal legale Maria Grazia Menozzi, che assiste Cira Antignano, madre del giovane ragazzo, emergerebbero “gravi responsabilità del personale medico e paramedico” del carcere, nonché dell’amministrazione penitenziaria. L’avvocato afferma: “Si tratta di una perizia che potrebbe indicare un nesso causale tra quanto accaduto nel carcere e la morte di Daniele che, invece, poteva probabilmente essere salvato ma non è stato curato”.
Franceschi aveva denunciato, in alcune lettere, di aver subito maltrattamenti e di non aver ricevuto la dovuta assistenza medica quando aveva sofferto di forti dolori al petto. “I due infermieri avrebbero ignorato per giorni le condizioni di salute di Daniele che era stato già colpito da un piccolo infarto in cella”. Per il momento non ci sono comunque persone indagate, ma, secondo il legale: “Incrociando gli atti e il contenuto della perizia anche i responsabili potranno avere un nome”.
Cira Antignano, mamma di Daniele, dopo essersi incatenata, il 25 agosto, in segno di protesta dinanzi l’Eliseo ed essere stata accolta dalla premier dame Carla Bruni, commenta così l’ultima superperizia: “Finalmente un po’ di luce su Daniele. Credo che siano i primi passi verso una verità che io non mi stancherò mai di cercare”.

fonte: http://www.corriereweb.net/

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