Carceri, Sarno (Uil) : “Numeri da brivido, a Savona indice di affollamento pari al 51,2%”
Liguria. Sta diventando sempre più disumana la situazione nei carceri italiani e non fanno eccezione quelli di Savona e della provincia di Genova. Nella casa circondariale di Savona su una capienza disponibile di 36 posti, ci sono 82 presenze, 46 detenuti in esubero e un indice di affollamento pari a 51.2%. 1 caso di suicidio, 7 tentativi di togliersi la vita, 54 episodi di autolesione e 6 episodi di aggressioni nei confronti dei caschi blu.
Nella casa circondariale di Chiavari, su una capienza disponibile di 78 posti, le presenze sono 85, mentre nella prigione di Marassi la situazione è decisamente più allarmante. La capienza disponibile, infatti, è di 456 posti, ma i detenuti sono ben 780. Dall’inizio dell’anno ad oggi, poi, si è già verificato un suicidio, 4 tentativi di suicidio, 33 atti autolesivi e 6 aggressioni. Non dissimile la condizione nel carcere di Pontedecimo, dove la capienza massima di 96 posti è ampiamente superata vista la presenza di 143 detenuti, i tentativi di suicidio ammontano a 4 e gli atti autolesivi a 13. A Marassi, tra l’altro, spetta il primato di aggressioni nei confronti dei caschi blu.
I numeri sono da brivido anche nelle altre prigioni liguri e tutto questo rispecchia a pieno i dati rilevati sull’intero territorio nazionale. “Alle ore 24 del 20 marzo 2011 negli istituti penitenziari italiani (circuito per adulti) erano ristretti 67.318 detenuti (64.370 uomini e 2.948 donne) a fronte di una disponibilità reale di posti detentivi pari a 45059. Un surplus di 22.259 detenuti in più rispetto alla massima capienza che determina un indice medio nazionale di affollamento pari al 54,2 %. In nove regioni italiane il tasso di affollamento varia dal 23 al 50%. In dieci dal 51 all’ 80%. Unica regione che non presenta( apparentemente) una situazione sovraffollata è il Trentino (ma il dato è inquinato per il sottoutilizzo del nuovo carcere di Trento). Capofila, per sovraffollamento, la Calabria (77,6 %) seguita da Puglia (76,3%), Emilia Romagna (73,7%) , Marche (72,1%) e Lombardia (65,9%) . L’istituto con il più alto tasso di affollamento si conferma Lamezia Terme (193,3%), seguito da Busto Arsizio (164,7%), Vicenza ( 155,5%). Brescia Canton Mombello (152,5 %), Mistretta (137,5%)”.
A fotografare la situazione delle carceri italiane è la Uilpa Penitenziari che, attraverso il segretario generale Eugenio Sarno che oltre a denunciare le condizioni di estremo degrado e decadenza degli istituti penitenziari non manca di rimarcare le conseguenze, dirette, che lo sfascio del sistema carcerario riversa sulla pubblica sicurezza.
“La gravissima deficienza organica della polizia penitenziaria, stimata intorno alle 6500 unità, non solo determina carichi di lavoro insostenibili e infami condizioni di lavoro – conclude il segretario generale Uilpa – ma produce effetti devastanti per l’ordine pubblico. I cinque evasi, nelle ultime settimane ( da Augusta, Voghera e Roma) testimoniano, in modo significativo e indicativo, questa eventualità. Non poter garantire, per penuria d’organico, adeguata sorveglianza ai detenuti ristretti ( persino a quelli classificati Alta Sicurezza ) ed ai detenuti ricoverati nelle corsie ordinarie dei nostro ospedali e non poter effettuare i servizi di traduzione in canoni di sicurezza è un grave vulnus per l’ordine pubblico. Ne abbia consapevolezza il Ministro dell’Interno Maroni. Lo stesso Guardasigilli farebbe bene ad approfondire e vigilare sulla gestione dei detenuti sottoposti al 41-bis . Per legge, questa tipologia di detenuti dovrebbe essere sorvegliata dal reparto specializzato della polizia penitenziaria GOM (Gruppo Operativo Mobile). Ma in più di una struttura (Parma su tutte, a seguire Milano Opera, Novara, ecc.) i detenuti al 41-bis non sempre sono affidati al personale del GOM. Anche su questo, come per molto altro, il Ministro Alfano non trova il tempo per ascoltarci. Noi, però, non rinunciamo a parlarne. Lo faremo anche il 29 e 30 marzo a Roma nel corso del nostro Comitato Direttivo Nazionale”.
Ivg
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