mercoledì 30 marzo 2011


Carceri/ Si suicida 34enne a Venezia: da gennaio 35 morti -punto

Di cui almeno 14 suicidi accertati: cinque solo a marzo

postato 2 giorni fa da TMNews
Nel solo mese di marzo 12 detenuti sono morti nelle carceri italiane, di cui almeno 5 per suicidio e, da inizio anno, si sono registrati in totale 35 decessi in carcere, di cui 14 suicidi accertati. L'ultimo suicidio ieri: Ilie Nita, 34 anni, romeno residente a Vigonovo, nel veneziano, si è impiccato nel pomeriggio nella sua cella del carcere di Santa Maria Maggiore, a Venezia. Era detenuto dallo scorso 10 febbraio, dopo essere stato arrestato dai carabinieri di Dolo con l'accusa di estorsione nei confronti della sua ex compagna, anch'essa romena, dalla quale con minacce e intimidazioni si sarebbe fatto consegnare 300 euro. Ma l'uomo si è sempre proclamato innocente - rende noto l'associazione Ristretti Orizzonti - e aveva già compiuto un gesto di grave autolesionismo, che aveva costretto gli agenti della polizia penitenziaria a trasferirlo alcuni giorni in ospedale per le cure. Dopo il suo ritorno in cella, dunque, era tenuto particolarmente d'occhio, ma gli organici a Santa Maria Maggiore "sono all'osso e in questo momento di sovraffollamento spesso c'è un solo un agente che deve tenere d'occhio ben cento detenuti". Il giovane romeno ha approfittato del fatto che i suoi compagni di cella, dopo il pranzo, erano usciti in cortile per l'ora d'aria e anche l'agente del piano si era spostato per controllare il cortile: lui si è appeso alle sbarre e, intorno alle 15.30, quando i suoi due compagni sono rientrati hanno visto quel corpo appeso. Era ancora vivo, le sue gambe hanno lanciato gli ultimi spasmi: uno di loro l'ha sollevato, l'altro ha chiesto aiuto, ma alla fine non c'è stato nulla da fare. Sono accorsi gli agenti, hanno sciolto il nodo che ormai era stretto al collo, però pochi minuti dopo è spirato. Informata dell'accaduto la magistratura, il pm Lucia D'Alessandro si è recata in carcere per appurare quanto successo. Il magistrato vuole fare massima chiarezza sull'ennesimo caso di suicidio in carcere, dopo l'inchiesta sulla morte di un giovane tunisino, suicidatosi il 22 settembre dello scorso anno. Per fugare ogni dubbio è intervenuto anche il medico legale Antonello Cirnelli, che ha ispezionato il corpo. Dall'esame necroscopico gli inquirenti dovranno escludere infatti ogni altra conseguenza. Per questo ieri, fino a tarda ora, gli investigatori son rimasti a Santa Maria Maggiore, dove hanno ascoltato più persone. Pare che il rumeno avesse già tentato di farla finita in altre due occasioni. Nel 2009 ci furono ben tre suicidi a Santa Maria Maggiore ed un altro avvenne lo scorso 22 settembre, per il quale sono tuttora in corso indagini miranti ad accertare eventuali responsabilità. Il caso che ha sollevato maggiore scalpore è stato quello del 26enne Mohamed P., marocchino, che si strangolò con un brandello di coperta il 6 marzo 2009 in una cosiddetta "cella liscia", priva di ogni appiglio e suppellettile, utilizzata per i detenuti a rischio suicidario ma, sembra, anche come punizione per gli indisciplinati. Per quella morte furono indagate diverse persone, tra cui l'Ispettore di Polizia Penitenziaria Domenico Di Giglio, che quel giorno comandava gli agenti in servizio e che fu accusato di omicidio colposo. La vicenda finì con una ulteriore tragedia, poiché Di Giglio, nel frattempo messo in congedo per problemi psicologici, si è tolto la vita il 27 settembre 2009, a tre giorni dall'inizio del processo per la morte di Mohamed, dopo aver ucciso la moglie Emanuela Pettenò, 43 anni.
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