domenica 27 marzo 2011


Ricevuta, copiata e pubblicata
Ancora suicidi in carcere! Ancora un detenuto si è ucciso stanotte impiccandosi alle sbarre!
Dalla rassegna stampa di “Ristretti Orizzonti” leggo:
“Da inizio anno salgono così a 39 i detenuti suicidi nelle carceri italiane (33 impiccati, 5 asfissiati col gas e 1 sgozzato), mentre il totale dei detenuti morti nel 2010, tra suicidi, malattie e cause “da accertare” arriva a 109 (negli ultimi 10 anni i “morti in carcere” sono stati 1.707 di cui 595 per suicidio)
In un altro giornale leggo:
“In Italia i reati diminuiscono e la mafia uccide di meno”
Quest’ultima affermazione mi ha fatto amaramente sorridere perché la mafia è stata superata abbondantemente dallo Stato.
Lo Stato italiano e i suoi carcerieri uccidono o spingono al suicidio più della mafia, della ndrangheta, della camorra e della sacra corona unita, tutte insieme.
Lo Stato può essere orgoglioso di essere riuscito ad essere più cattivo e sanguinario dei delinquenti. Riesce persino a convincerli ad ammazzarsi da soli.
In carcere si continua a morire.
Forse in questo momento se ne sta suicidando un altro.
E nessuno fa nulla.
Il Presidente della Repubblica rappresenta tutti ma non i carcerati.
I politici per consenso elettorale gridano “Tutti dentro” fuorché i politici corrotti, i loro complici e i colletti bianchi.
Il Presidente del Consiglio, sicuro che lui in carcere non ci andrà mai, continua a farsi gli affari suoi.
La gente onesta preoccupata ad arrivare alla fine del mese e a pagare la rata del mutuo non ha tempo di preoccuparsi di qualche detenuto che si toglie la vita stanco di soffrire.
Non solo i mafiosi, pure le persone “oneste” non sentono, non vedono e non parlano.
I “buoni” difendono solo “i buoni”, i cattivi possono continuare a togliersi la vita in silenzio.
In carcere si dovrebbe perdere solo la libertà, non la vita.
Se questo accade non è colpa di chi si toglie la vita, ma di chi non l’ha impedito.
La morte è l’unica cosa che funziona in carcere in Italia.
E’ l’unica possibilità che hai fra queste mura per non impazzire e per smettere di soffrire. Di questo passo il sovraffollamento sarà risolto dagli stessi detenuti.
A chi importa che dall’inizio dell’anno, in uno dei luoghi più controllati e sorvegliati della società, muoiano le persone come mosche?
Importa a me.
E ANCHE A ME, AGGIUNGO.

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