mercoledì 23 marzo 2011

Un appello...diffondetelo

LEGGETE E DIFFONDETE : MIO PADRE PER L'ENNESIMA VOLTA E' IN GRAVE PERICOLO
Anna Stranieri ilunedì 25 ottobre 2010


Ricevo questa lettera da MIO PADRE VINCENZO STRANIERI. Il mio  papà è in 41 bis nel carcere dell'Aquila dove stanno facendo di tutto per farlo internare nel reparto di psichiatria per la seconda volta perchè scomodo, persona che dentro il carcere sta dando fastidio.

Questa lettera per me è una richiesta di aiuto alla quale non posso rimanere indifferente: una persona, MIO PADRE, mi sta dicendo che vogliono uccidere psicologicamente e moralmente.

Siamo complici anche noi se non facciamo nulla.

Ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno dell'aiuto di avvocati e/o magistrati che fermino questo abuso di potere del carcere verso un detenuto. Ho bisognò dell'aiuto di associazioni.

Diffondiamo in fretta, chi può darMI una mano o ha un'idea mi contatti immediatamente , qui su facebook o sul 388-8864550. Immediatamente! Non voglio leggere tra una settimana o un mese che Vincenzo Stranieri è stato trovato morto per "malore" dentro la sua cella........

Vi prego.

MI HA SCRITTO QUESTO MIO PADRE.....CIAO TESORO DI PAPA',QUI DOPO IL COLLOQUIO LE COSE NN VANNO BENE MANDAMI SUBITO L'AVVOCATO O I RADICALI  IO INIZIO A RIFIUTARE VITTO E PASSEGGIO E TUTTO MI CHIAMO L'INCOMPATIBILITA' CON QUESTO CARCERE MI DEVONO SPOSTARE,CHE DEVO MORIRE QUI! MA PRIMA CHE SI PRENDANO LA PELLE DEVO LOTTARE CON I DENTI POI VEDIAMO SE MI AMMAZZANO NN SONO IL LORO OGGETTO.

Mi e' arrivato oggi questo telex da lui sono stata giorno 19 e' nn stava bene ho chiesto di parlare con qualcuno e' nn mi hanno ascoltato lo stanno distruggendo

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LETTERA DELLA MAMMA DI ANNA STRANIERI



Mi chiamo Paola Malorgio, sono la moglie di un detenuto ristretto da quasi 18 anni, ininterrottamente, con il regime d’isolamento del 41 bis. Il suo nome è Vincenzo Stranieri e sta scontando pene per associazione mafiosa per un totale di 42 anni, 25 dei quali già trascorsi.

Le scrivo perché sono fortemente preoccupata di quanto ho saputo da mio marito nel corso dell’ultimo colloquio avvenuto martedì 1 dicembre 2009 nel carcere de L’Aquila.

Ebbene, per la prima volta dopo tanti anni, in quell’occasione, io e un mio nipote abbiamo visto un altro uomo: provato fisicamente e psicologicamente, fortemente demoralizzato e letteralmente terrorizzato. e cose che ci ha potuto raccontare nel breve periodo dell’incontro ci hanno lasciato senza parole e siamo seriamente preoccupati per quanto potrà accadere.



Brevemente le illustro ciò che abbiamo appreso dalle sue parole.



Mio marito è convinto che le guardie carcerarie stanno organizzando qualcosa per ucciderlo con la complicità di un gruppo di detenuti napoletani. Non beve e non tocca cibo perché teme che sia avvelenato, da giorni si mantiene solo con l’acqua del rubinetto. Per lo stesso motivo non assume nemmeno i farmaci per la tiroide che deve prendere tutti i giorni. Mio marito, nonostante tanti anni di dura prigionia, non è mai stato depresso e ogni volta che siamo andati a visitarlo in carcere era lui ad infonderci coraggio e speranza.



Questa volta invece mi ha raccontato che sta subendo continui abusi e sevizie da parte di persone di cui non mi ha potuto o voluto fare i nomi facendomi solo intendere che si trattava di agenti in divisa.



Ecco cosa sta subendo:



lo tengono nudo tutto il giorno nella cella di punizione perché dicono che ha nascosto dei coltelli infilandoseli nell’ano e che sta aspettando di evacuarli per uccidere qualcuno;



gli hanno tolto tutto quello che aveva in cella, libri, riviste, lettere, pesino la corona del rosario che utilizza tutte le serie per le sue preghiere.

Di notte, attraverso l’interfono della cella, mi ha detto che viene offeso con parole oscene e viene definito sporco pentito; tutte queste cose le ha dette telefonicamente anche al nostro avvocato che è informato di questo mio appello;



il suo fisico è irriconoscibile, è dimagrito, ha dei tagli alle braccia e sul corpo.



Quando ci siamo salutati mi ha implorato (non lo aveva mai fatto) di fare qualcosa per farlo trasferire in un altro carcere e di raccontare tutto ai deputati radicali perché dice che si fida solo di loro. Mi ha detto di farvi sapere questo attraverso l’amico giornalista Nazareno Dinoi, informato anche lui di tutto. Mio marito ha detto inoltre che se gli succede qualsiasi cosa, anche un finto suicidio, ad averlo ucciso saranno state le guardie. Mi ha chiesto persino di aiutarlo ad incontrare un magistrato dell’antimafia. Non mi ha voluto dire cosa sia accaduto in così breve tempo (un mese fa era andata a trovarlo mia figlia ed era come al solito sereno).



Vi prego di fare qualcosa per mio marito. Lo conosco molto bene e vederlo così mi fa convincere che c’è qualcosa di terribile che gli sta per accadere.



Noi da parte nostra faremo quello che possiamo con i nostri avvocati ma temiamo di arrivare troppo tardi perciò chiediamo un intervento immediato della sua associazione e dei parlamentari radicali di cui mio marito e noi stessi ci fidiamo ciecamente.



Intanto la ringrazio immensamente anche a nome di mia figlia Anna e mio figlio Antonio.



Con stima e affetto



Paola Malorgio in Stranieri

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