lunedì 27 giugno 2011

842 lapidi per ricordare i detenuti morti in carcere


Piazza Navona, 842 lapidi per ricordare i detenuti morti in carcere


IL SIT-IN DEI RADICALI
Un enorme cappio da forca a Piazza Navona. E poi manifesti funebri stesi come panni al sole, con i nomi di 842 detenuti morti in carcere. I Radicali si mobilitano in occasione della Giornata internazionale Onu contro la tortura, ricordando la tragedia dei morti nelle carceri italiane dal 2002 a oggi, per denunciare le condizioni a cui sono quotidianamente sottoposte le migliaia di reclusi negli istituti di pena italiani. Secondo il senatore del Partito Radicale, Marco Perduca, «nelle carceri italiane si vive un trattamento disumano e degradante. Ci sono quasi 70mila persone in strutture che ne possono ospitare 42mila. Si tratta di una vera tortura. Marco Pannella è in sciopero della fame per chiedere una amnistia». «Il suicidio è diventata una via di fuga da questo sistema di detenzione – ha sottolineato Irene Testa, segretaria del associazione ‘Detenuto Ignotò – Ci si leva la vita per evadere. Non c’è il solo sovraffollamento: mancano le risorse per il cibo. In alcune strutture manca persino l’acqua. Molti detenuti ci raccontano che sono costretti a usare gli strofinacci per la carta igienica. Quella delle carceri italiane è una emergenza umanitaria che vede circa 70 morti ogni anno. E questo numero è in crescente aumento».
I RIFUGIATI In piazza anche il Consiglio Italiano per i Rifugiati, che ha ricordato come «nonostante l’assoluto divieto legislativo, la tortura non è ancora stata sconfitta e continua a infliggere indicibili sofferenze fisiche e psichiche. Metà della popolazione mondiale vive infatti in paesi che ancora la praticano. E un rifugiato su quattro, di quelli che arrivano in Italia, è vittima di tortura».

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