lunedì 27 giugno 2011

Emergenza carceri: «Il Governo approvi l’amnistia


Dal sito napolicittàsociale.it, 24-06-2011 di M.N.
Napoli – Contro l’emergenza carcere, dopo Marco Pannella ed altri esponenti politici e del terzo settore, sono gli stessi detenuti a proclamare lo sciopero della fame. Succede all’istituto penitenziario di Poggioreale, dove in questi due mesi circa 1.300 reclusi hanno intrapreso il digiuno insieme ai loro familiari (15mila tra detenuti e loro parenti hanno aderito, a staffetta, allo sciopero della fame collettivo in tutta Italia). Lo rende noto l’associazione Radicale “Per La Grande Napoli”, che oggi ha promosso proprio davanti al carcere più sovraffollato d’Europa una manifestazione per l’amnistia, convocata da Radicali Italiani e a cui hanno aderito anche altre associazioni, tra cui Antigone e La città invisibile.
 
«Da anni denunciamo le condizioni disumane delle carceri – dichiara Rodolfo Viviani, presidente dell’associazione “Per la Grande Napoli” – dove viene perpetrata una tortura sistematica, come ha sottolineato anche la Corte europea. In questi ultimi mesi, siamo riusciti a realizzare il programma di visite più imponente che sia mai stato fatto in questi anni. Abbiamo visto i parlamentari entrare in carcere e uscirne commossi, turbati. Ora chiediamo al Parlamento di approvare l’amnistia, un provvedimento che, dopo venti anni, sarebbe in grado non solo di svuotare le carceri, ma anche di risolvere gli 8milioni di processi arretrati nel nostro Paese».
 
Oltre un centinaio i presenti al presidio di oggi, tra cui cittadini comuni, familiari di detenuti e rappresentanti di diverse forze politiche. Tra gli altri Emilio Borrelli della Federazione Verdi della Campania, Enrico Ricciuti, della Direzione Nazionale del Partito Socialista Italiano, Samuele Ciambriello, ex consigliere regionale del PD, Piergiorgio Focas, tesoriere dell’associazione radicale “Ernesto Rossi” di Napoli, Luca Bove, segretario della associazione “Legalità e Trasparenza” di Caserta, Claudio Scaldaferri dell’associazione “Calabria Radicale”.
 
«Il successo dell’appuntamento di stamattina, durante il quale novanta cittadini si sono uniti ai quindicimila che animano il digiuno collettivo per l’amnistia – ricorda Viviani – ci incoraggia a proseguire nella nostra azione con l’obiettivo anche di ottenere provvedimenti urgenti da parte del Governo per migliorare le condizioni del carcere di Poggioreale. Nei prossimi giorni organizzeremo visite ispettive negli istituti penitenziari della nostra città in cui i detenuti sono costretti a vivere  condizioni drammatiche e inaccettabili per uno Stato che voglia definirsi democratico».
 
A Poggioreale sono presenti circa 2700 detenuti su una capienza regolamentare di 1300, oltre il doppio di quello che potrebbe sopportare; nelle celle convivono fino a 16 persone; per i colloqui i familiari devono fare lunghe file davanti alla casa circondariale fin dalle 5 del mattino. Con l’estate la situazione diventa addirittura drammatica, per il caldo insopportabile, che costringe i detenuti a ricorrere a metodi fai da te. Come spiega Dario Stefano Dell’Aquila, presidente campano di Antigone, tra quelli che ha preso parte allo sciopero collettivo: «Non possono farsi la doccia più di due volte a settimana. Quando il sole batte forte, i detenuti usano mettere asciugamani bagnati sulle finestre delle celle. E anche passeggiare sul cemento bollente nell’ora d’aria diventa un inferno».
 
«Oltre all’amnistia che pure consentirebbe un ritorno alla normalità nell’immediato – aggiunge Dell’Aquila – quello che chiediamo è una modifica al testo di legge Fini-Giovanardi, che ha aumentato i numeri del carcere, ma non quelli della sicurezza. Si consideri che solo il 4% dei detenuti è dentro per reati legati alla criminalità organizzata. La popolazione carceraria per oltre un terzo è formata da tossicodipendenti, e sono dentro anche tantissimi immigrati».
Radicali Italiani
 

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