giovedì 30 giugno 2011

ANCORA UN TENTATO SUICIDIO SVENTATO L'ALTRA SERA


carcere-turi-esterno

Sarebbe bastato un minuto di ritardo ed oggi saremmo a contare il sesto suicidio dall’inizio dell’anno nelle carceri pugliesi, dopo quello di Bari avvenuto due giorni fa.
Nella serata del 28 giugno verso le ore 22.00 circa un detenuto ristretto presso il carcere di Turi,  C.V. di Melfi di circa 25 anni era quasi riuscito a portare compimento il suo gesto di protesta estremo.
Infatti il detenuto dopo aver sfilato l’elastico delle mutande lo ha attorcigliato al collo eppoi l’ha legato alla finestra della  e si era lasciato andare dando uno strappo.
Non era nuovo a questo tipo di proteste C.V. arrivato al carcere di Turi appena qualche giorno fa, condannato per furto e detenzione di armi e con un fine pena GIUGNO 2013.
Era solo C.V. nella sua cella poiché al momento del suo arrivo a Turi, aveva chiesto di essere  rinchiuso in una sezione particolare poiché non voleva a che fare con gli altri detenuti.
Solo che questa volta non aveva fatto i conti con la professionalità e la reattività del Poliziotto Penitenziaria  in servizio nella sezione che nonostante le incombenze dovute alle problematiche dei  presenti nella sezione, aveva tenuto d’occhio il detenuto che gli era sembrato un po’ troppo agitato.
E sì , ormai i Poliziotti Penitenziari oltre ai loro compiti Istituzionali che li impegnano in maniera massacrante, si devono sostituire anche alle carenze di un sistema sanitario  che fa acqua da tutte le parti,  sostituendosi anche all’infermiere, allo psicologo, all’educatore ecc.ecc.
Prontamente accorso nella cella, sprezzante del rischio che correva, l’agente portava i primi soccorsi al detenuto  che era senza coscienza e quasi non respirava, nel contempo lanciava l’allarme per cui da lì a poco arrivava altro personale di Polizia Penitenziaria e sanitario.
Tali interventi  riuscivano ad rianimare il detenuto che poi veniva posto sotto strettissima  sorveglianza.
Il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria è ormai stanco di denunciare una situazione che ormai sembra un fiume in piena che ha rotto gli argini e si chiede fino a quando si potrà reggere ?
Ormai è chiaro che la vita delle persone che lo stato dovrebbe ritenere sacre, non valgono più nulla, la costituzione carta straccia,le promesse della politica e delle Istituzione parole vuote senza senso.
Persino le richieste del Presidente della Repubblica sulla situazione delle carceri,sono diventate di circostanza, per questo motivo preghiamo il Presidente NAPOLITANO  a dare una continuità alle sue parole ed iniziare presto un giro nelle carceri nazionali per toccare con mano la desolazione ed il degrado presente.
Ormai le responsabilità sono chiare in uno Stato   che di diritto ha solo il nome.
Il SAPPE comunque non abbassa la bandiera  e continuerà con le sue denunce per rispetto alle tante donne e uomini in divisa che in silenzio e tra grandissimi sacrifici, danno un senso ancora a parole quali ONORE, DIGNITA’.
Persone che difendono le Istituzioni e la legalità all’interno di quelle pattumiere di carne umane che si chiamano carceri Italiane.
fonte-http://www.turiweb.it/

Nessun commento:

Posta un commento