mercoledì 29 giugno 2011

Suicidi in carcere


Carcere, notizie che non fanno notizia: altri due suicidi. E continuano gli scioperi della fame…

29-06-2011
Bari: ieri la ventinovesima impiccagione nelle carceri italiane
D.S., persona detenuta di 28 anni, si è impiccato nel pomeriggio all’interno del bagno della sua cella, situata nella terza sezione del vecchio e sovraffollato carcere di Bari. Un carcere vecchio, perché realizzato nel 1926. Sovraffollato, perché potrebbe ospitare solo 250 detenuti, mentre oggi ne contiene 530.
Un sovraffollamento che determina la morte. Vivere in otto persone all’interno di celle di pochi metri quadrati e restare lì chiusi per 22 ore al giorno, non è vita. Non è neanche vita da detenuti. E infatti.
D.S. è rientrato in cella dopo aver fatto il colloquio con i familiari. Ha preso un lenzuolo, ne ha fatto un cappio e si è impiccato alle grate della finestra del piccolo bagno. D.S. è la 29esima persona detenuta che dall’inizio dell’anno rinuncia a vivere in carcere. Il nono, solo in Puglia. Numeri che raccontano persone, il loro abbandono, e il fallimento di uno Stato di diritto. Ma il conteggio potrebbe essere inesatto. Dalle carceri arrivano segnalazioni di altri decessi. Decessi che però non sono confermati ufficialmente (cosa che è divenuta sempre più difficile). Ad esempio pare che l’8 giugno una persona detenuta sia morta nel carcere Poggioreale di Napoli. Mentre il 18 giugno, una persona detenuta si sarebbe impiccata nel carcere di Spoleto. Morti sconosciute o spietata strategia?
P.S. Oltre ai numeri, che dicono poco, sarebbe utile immedesimarsi nelle vicende degli altri. (Attività assai fuori moda). Già immedesimarsi. Si scoprirebbe che morire impiccati in carcere, senza l’assistenza di un boia esperto e usando strumenti improvvisati come lenzuola, magliette ecc., significa affrontare un’agonia di 10 o 15 minuti. Sempre se non si abbia la “fortuna” di rompersi l’osso del collo prima.
Cagliari: detenuto in permesso si suicida per evitare l’arresto dopo lite con l'ex fidanzata
Drammatico episodio nella notte a Uta, nel cagliaritano. Mohamed Hajii, marocchino di 27 anni, si è tolto la vita per evitare l’arresto dopo una violenta lite con l’ex fidanzata. Il giovane, detenuto in permesso nel carcere di Iglesias, era andato a trovare la giovane in una casa di campagna. Tra i due, secondo quanto si è appreso, è scoppiato un violento diverbio alla fine del quale l’extracomunitario si è allontanato in auto. La donna ha avvertito i carabinieri che hanno intercettato il fuoristrada con a bordo il tunisino in una via del paese. A quel punto, per non farsi arrestare, il giovane ha estratto un coltello col quale si è colpito al petto. Immediatamente soccorso, è stato accompagnato all’ospedale Brotzu di Cagliari dove, nel reparto di cardiochirurgia, è stato sottoposto a intervento, ma i medici non sono riusciti a salvargli la vita.
Le altre “non notizie”
Padova: i detenuti hanno deciso due settimane di astensione dalla spesa: un gesto di solidarietà a Marco Pannella.
Vicenza: da ieri fino a giovedì detenuti in sciopero della fame dei detenuti in carcere a Vicenza. I pasti saranno regalati alla Caritas.
Chieti: due giorni di sciopero della fame per l’amnistia. Dodici volontari dell’associazione “Voci di dentro” aderiscono all’iniziativa di Marco Pannella.
Roma: il Garante regionale dei detenuti Angelo Marroni: sovraffollamento nei cinque istituti della Capitale. Si rischia emergenza umanitaria. Scoppiano letteralmente le carceri di Roma. Sono, infatti, 3.644 i detenuti per soli 2600 posti.

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