domenica 12 giugno 2011

il detenuto continua a marcire in cella


Solo alcuni giornalisti animati di buon senso e forse di pietà, periodicamente evidenziano i gravissimi problemi che affliggono  le carceri, e solo in parte (perché non sanno) descrivono come si è costretti a vivere in un luogo definito “oltre l’inferno”.
Si rimarca infatti la totale indifferenza, assenza, disinteresse e accanimento dei “nostri” politici, e di gran parte di quei Magistrati di Sorveglianza, organi che per primi dovrebbero garantire e far rispettare quelli che sono i diritti e la vivibilità dei detenuti all’interno delle carceri. Quei Magistrati che non si capisce bene cosa sorvegino, visto che tra di loro fanno a gara nel rigettare più istanze, quasi a riscuotere premi o avanzamenti di carriera ogni tot istanze rigettate. Oltremodo respinte senza alcuna valutazione, senza la conoscenza del fascicolo, trattato con estrema superficialità, con motivazioni inesistenti, ma di routine ben studiate. Solo pregiudizi, accanimento, vendetta, sadismo.
Perché il detenuto continua a marcire in cella. E quei politici che insorgono non appena si parla di benefici o indulti, poi sono gli stessi che dopo esseri innalzati a professionisti dell’anticriminalità sono travolti da scandali relativi  a tangenti, mazzette e loschi affari, certi che mai pagheranno con un carcere uguale al nostro. Mai saranno sottoposti a schiavitù, torture psicologiche e fisiche, umiliazioni, ammassati in celle come bestie dentro i recinti; dove giorno dopo giorno la memoria viene annullata e i pensieri cancellati. Strappati alle famiglie, ai figli adolescenti o in tenera età. Da loro allontanati gratuitamente per chilometri e chilometri, senza la possibilità, per tanti, di vederli per mesi e mesi. Dove le più elementari condizioni igieniche sono inesistenti. Dove permanentemente regna il nauseabondo. DDove non c’è possibilità di potersi lavare se non due volte alla settimana. Dove si è costretti a consumare lo schifo che passano per pranzo e cena. Dove è sfruttati anche su quella spesa che il detenuto può settimanalmente fare, con prezzi esosi, con vere e proprie estorsioni legalizzate. Dove giornalmente si verificano risse, e numerosissimi atti di autolesionismo, da chi esasperato non ce la fa più-
Spesso  di chi muore non si ha notizia se non in casi eclatanti. Così anche di chi rimane ferito nelle risse. I pestaggi sono all’ordine del giorno, e tutto nel più assoluto silenzio, con la complicità di magistrati “predisposti” all’indifferenza. Dove è proibito passare anche un meso piato di pasta a chi ne ha bisogno. Dove ogni giorno tutto diventa più rigido, più squallido, più opprimente.
Altro tasto dolente.. quello dei detenuti ammalati, affetti da gravi e più patologie, anche invalidanti. Per ovviare a questo problema, lo stato si è inventato i Centri Clinici.. CDT.. (Centro Diagnostico Terapeutico).. che parolone! Solo qualche allocco tutt’oggi non si è ancora reso conto che si tratta dell’ennesima speculazione statale. In detti centri, su richiesta dei medici di reparto, per qualsiasi patologia, intervengono specialisti profumatamente pagati, che, nella maggior parte dei casi, eseguono visite in modo veloce, superficiale e sempre attenti a non rilasciare o trascrivere pareri che possono dare al detenuto possibilità di pene alternative.
Viene da pensare che ci siano specifici accordi con questi specialisti al momento di affidare incarichi. Certo che ai loro pazienti privati, a pari patologie, le diagnosi e le prescrizioni sono del tutto diverse dalle  nostre. Per il resto è solo un immenso giro di denaro. Su tutto, visite, farmaci, vitto, spesa, fornitura e tanto altro, dove senza dubbio molti, diciamo, “attingono”, per non usare un termine più appropriato. Solo un grande business. Nessun detenuto è mai stato curato in un centro clinico. Da là si esce solo morti, in fin di vita, o se hai qualche santo nei grandi palazzi.
A pena scontata si esce in condizioni più gravi rispetto a quando si è entrati. Le terapie veengono somministrate quasi sempre da infermiere diverse, agli orari più impensabili e a seconda dei loro comodi. Spesso vengono somministrati farmaci erroneamente scambiati per altri. Ci sono ammalati che sono costretti ad assumere farmaci nell’arco di 5/6 ore, invece che  delle normali 13/14. Senza trarne beneficio alcuno, anzi con maggiore danno. Farmaci che a turno mancano per lunghi periodi, indispensabili per diabetici, cardiopatici, sieropositivi. Ma di ciò non c’è traccia alcuna. Le carte risultano tutte a posto. Fuori nessuno sa, e quelli che sanno tacciano in maniera spudorata, senza la minima vergogna. I signori Magistrati di Sorveglianza e non, oltre ad occultare tutto questo, in modo del tutto arbitrario, osano pure sostituirsi ai medici, decidendo per il detenuto di turno, se è compatibile o meno con il regime carcerario.
Cari amici, compagni e compagne, diamo forza a tutti coloro che si battono per i nostri diritti. Promulghiamo questi pensieri, facendo una serrata campagna di informazione. Passate la voce.. si può fare tanto per contrastare questo regime insensibili e denigratorio che non ha alcun interesse a rieducarci, ma solo a schiacciarci, torturarci, punirci, in molti casi anche per qualcosa che non si è commesso. La nostra forza può essere solo l’unità.
La libertà non è un frutto proibito!
Sempre per una piena libertà!
Dal lager di Napoli Poggioreale!
Cordiali saluti..
Giuseppe Trombini


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