giovedì 16 giugno 2011

Lettera di Domenico dal carcere "Due Palazzi" di Padova

 ".... La tua lettera mi ha fatto molto piacere e credo che questo incontro epistolare sia proprio un segno del destino poiché anche io, da quando ho messo piede in carcere per la prima volta, ho adottato un unico verbo: REAGIRE!
 Azra Pound diceva che se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non sono buone o non vale nulla lui.
 Da circa 12 anni sono in contatto con le migliori Università ( non so se hai avuto modo di vedere anche il mio curriculum: 2 lauree 2 2 master in campo criminologico) per comprendere prima di ogni cosa il perché accadono certe cose e il carcere è solo una conseguenza di questo perché.
 Da tempo sociologi, criminologi  ecc... si chiedono a cosa serve il carcere se non a incattivire le persone .
 Questa è una fabbrica di mostri e sempre di più carcere e carcerati diventano solo uno sporco strumento cosmico.
 Il sistema normativo-punitivo funziona benissimo, ma il sistema normativo premiale e di recupero tende a diventare sotto gli occhi di tutti solo aria fritta.
 Alle volte credo che questa sia la mia missione voluta dal destino; tu non sai quante persone aiuto ogni giorno. Faccio almeno 3 istanze al giorno e tutto questo lavoro compete a chi viene pagato per farlo.
 Alla fonte di ogni disagio troviamo un sistema giudiziario che è a dir poco un colabrodo e di riflesso tutti i disagi del sistema si proiettano sul sistema esecutivo, cioè sul carcere.
 ....................
Per quanto riguarda la libertà, anche questo è un argomento molto profondo; io credo che ogni vero uomo deve essere capace di assumersi le sue responsabilità rispetto a ciò che ha commesso; solo con un profondo dialogo con la propria coscienza può poi sentirsi libero a prescindere dalle catene che lo legano ad un luogo.
 Specialmente noi detenuti non dobbiamo ridurre il  carcere in piagnisteo o il luogo la lamentazione e accuse.
 Il carcere è un palcoscenico, gli attori siamo noi, il pubblico è chi si aspetta qualcosa da noi.
 Immagina un palcoscenico dove tutti gli attori al posto di lavorare su se stessi stanno lì a piangersi dietro.
 ........  se mi permetti un piccolo consiglio, non ridurre il tuo blog in una semplice piagnisteo dove persone irresponsabili dicono di tutto e di più approntando auto difese.
 Dai ampio spazio anche alle vittime, ai loro familiari, poiché non credo ci possa essere nessun recupero, nessuna rieducazione senza mediazione, dialogo e perdono.
 Non permettere mai che il tuo blog diventi un luogo di accuse e di calunnie, vittime contro rei, rei contro tutti.
 Fa che il tuo blog diventi un luogo di informazione .
..... se tu vorrai io posso mandare tutte le mie tesi, i miei saggi , i testi che ho scritto.
Ho titoli in abbondanza per poterlo e ho tanti amici che possono visitare il sito per dare pubblica solidarietà.
 Sono sicuro che è una cosa seria, quindi mi rendo disponibile anche a rispondere professionalmente a tutti i visitatori , vittime e autori di reato che hanno bisogno di risposte.
 Se vuoi posso mandarti un CD con foto, articoli e tutto il materiale da me prodotto (materiale a livello accademico).
 Scrivo già per un altro blog, una rivista di criminologia on line e potrei produrre altro materiale di ricerca se mi proponi degli argomenti.
 Se l'iniziativa viene svolta seriamente e professionalmente potrei coinvolgere anche i docenti dell'Ateneo di Padova , i colleghi dei master e magari potrei parlare con alcuni ragazzi detenuti che reputo intelligenti ed intraprendenti come , per esempio, Nicola Sapone.
 Sono in carcere da 15 anni e studio il fenomeno da circa 10, rispetto ad ogni altro criminologo, sociologo o giurista, oltre alla teoria io vivo questi problemi sulla mia pelle.
 .........
Vorrei proporre a tutti gli ergastolani che hanno chiesto il rito abbreviato dal 1999 al 2002 e non gli fu concesso, una sentenza della Corte Europea che sta buttando giù molti ergastoli che vengono commutati in reclusione di 30 anni.
 Grazie alle persone come te molte cose stanno cambiando.
 Di me ti posso dire che nonostante le mille difficoltà resto un uomo carico di ottimismo, di speranza e di lungimiranza.
 non ho il 41 bis ma ho comunque un reato ostativo che non mi permette di accedere a nessun beneficio e la mia unica tristezza è vedere logorare tutti i miei affetti più belli: amici, parenti, familiari, amori, sentimenti ormai sono arrivati agli sgoccioli.
 E' una cosa fisiologica, specialmente per chi come me non ha una famiglia "mafiosa".
 La mia è una famiglia onesta e semplice che da 15 anni si sta portando dietro il peso della mia carcerazione e io non posso far altro che capirli.
 .............
Poi, come dicevo ad Alfredo, costruisco dei manufatti carini: velieri, porta-penna ecc ... , se vuoi ti mando la foto anche di questi lavori così li puoi esporre nel blog per far vedere anche quest'altra forma di riscatto e ti preciso che con il ricavato adotto bambini a distanza con "Action Aid"."
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Con stima
Domenico


Padova 12 giugno 2011



 Pubblichiamo la lettera di Domenico con entusiasmo ed una certa deferenza.
 Tanto di cappello ad un uomo che ha saputo cogliere, all' interno di una esperienza così difficile e dolorosa, l'opportunità di compiere un simile percorso.
Parafrasando De Andrè...

  Fu nelle notti insonni 
vegliate al lume del rancore
che preparai gli esami.
diventai procuratore
per imboccar la strada
che dalle panche d’una cattedrale
porta alla sacrestia
quindi alla cattedra d’un tribunale,
giudice finalmente,
arbitro in terra del bene e del male.

Il giudice dell'amato cantautore è mosso dal desiderio di vendetta, nelle parole di Domenico non c'è rabbia, non c'è astio.
Cogliamo, al contrario, la volontà di rendersi utile agli altri mettendo tutte le sue esperienze ed i suoi studi a disposizione di chiunque ne abbia bisogno.
 Le nostre parole non cambieranno il destino di quest'uomo ma ci sentiamo in dovere di affermare che il suo percorso riabilitativo è giunto al termine.
 Rimaniamo in attesa dei suoi lavori e dei suoi scritti certi che da costui potremo trarre ottimi insegnamenti.






Ergastolo ostativo: una pena senza fine









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