giovedì 30 giugno 2011

Pratello, due notti di protesta in carcere fumo e urla spaventano il quartiere



Un giovane detenuto nordafricano dà fuoco al materasso, altri gridano. Dalle finestre i vicini assistono e chiamano la polizia

di LUIGI SPEZIA
"I ragazzi detenuti hanno fatto un rumore d'inferno". E c'è chi aggiunge che sono arrivati anche i vigili urbani, a fare i rilievi con il misuratore dei decibel. Polizia o vigili urbani si sono presentati al portone del carcere minorile, ma hanno ricevuto un cortese rifiuto: "Non abbiamo bisogno, ci pensiamo noi", hanno detto gli agenti della Polizia Penitenziaria ai colleghi delle altre forze dell'ordine che arrivavano dall'esterno. Una protesta collettiva, due sere di grande trambusto al carcere minorile del Pratello, alcuni giorni fa, al punto che i cittadini che abitano intorno, in particolare quelli in via dè Marchi e via San Isaia che hanno le finestre in faccia alle celle, sul retro dell'istituto, si sono preoccupati o hanno provato un gran fastidio e hanno chiamato le forze dell'ordine in soccorso.

Negli stessi giorni un detenuto di 17 anni nordafricano, che nel frattempo è stato trasferito, ha dato per due volte fuoco ai materassi. Dal carcere, la direttrice Paola Ziccone non commenta ciò che è avvenuto all'interno e non dice nulla su due versioni che divergono: c'è chi dice che le due serate di protesta fossero in relazione ai due tentativi di incendio e chi dice invece che i due avvenimenti sono stati in tempi diversi. Ma sembra più vera la prima versione, cioè che il clamore che si alzava dalle celle sia diretta conseguenza dei due incendi per dare più forza all'avvenimento, come succede tra i detenuti che amplificano la protesta o l'azione di disturbo che parte da uno o da pochi.

I ragazzi detenuti al Pratello hanno la possibilità di tenere l'accendino con sé per poter fumare. Il minorenne nordafricano, molto robusto, uno che già si era distinto in alcuni scontri con gli agenti e che dopo essere stato condannato, circa un mese fa, ha addirittura schiaffeggiato uno dei giudici, avrebbe provocato il fumo appiccando la fiamma dell'accendino al materasso dopo l'ennesimo diverbio con gli agenti. Ma pochi giorni dopo ha ripetuto il gesto: l'accendino non gli era stato tolto e per questo potrebbe scattare una denuncia alla Procura.

Gli abitanti attorno al Pratello debbono fare i conti con i rumori o spesso con la musica ad alto volume che provengono dal carcere o con il lancio di oggetti dalle celle, in aggiunta ai rumori della movida che investe la zona, da via del Pratello a piazza San Francesco. Ma problemi ci sono anche all'interno, quando gli agenti e gli educatori si debbono confrontare con casi problematici come quello del ragazzo dei materassi. Attualmente, gli agenti sono una trentina, che divisi per tre scendono a dieci per turno, una quantità giudicata dai sindacati appena sufficiente per garantire il servizio, di fronte ad una capienza che è sempre al limite massimo di venti-ventidue ragazzi e a volte anche qualcuno in più.
Repubblica Bologna

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