sabato 11 giugno 2011

ASSOCIAZIONE DI STAMPO MAFIOSO


ASSOCIAZIONE DI STAMPO MAFIOSO

 
Eravamo stati costretti a distrarci dai nostri impegni Per dedicarci più di una volta alle "imprese" dei secondini di Opera.
 Purtroppo, siamo ancora costretti a farlo perché da quando è venuto in questo Istituto, o meglio nella caserma attigua, Franco Ionta, primo secondino d'Italia, a sbafare una lauta cena, con i suoi subalterni, la tracotanza di questi ultimi è andata via via crescendo.
Forti delle protezioni ministeriali assicurate ad un ex magistrato che ha il dubbio onore di dirigere l'amministrazione penitenziaria italiana, ed il cui livello morale è rilevabile dalla disinvoltura con la quale nega le interviste richieste da alcuni giornalisti asserendo che le mie risposte interferiscono con inesistenti procedure giudiziarie, i suoi subalterni ad Opera hanno superato sé stessi per comportamenti che qualsiasi magistrato serio perseguirebbe come reati.
 Dopo 31 anni e 4 mesi di volontaria reclusione, dopo oltre 17 anni passati in questo istituto, diviene doveroso invitare la procura della Repubblica di Milano a valutare se nei comportamenti, reiterati nel tempo e favoriti dai presunti dirigenti del carcere, non siano ravvisabili gli estremi di cui all'art. 416 bis c.p. 
Non soltanto, difatti, i secondini di Opera (ma lo stesso discorso vale per tutti i secondini italiani) compiono reati che vanno dalla sottrazione di corrispondenza, al falso materiale ed ideologico, all'abuso di potere, all'omissione in atti di ufficio, alla calunnia ecc. ma pretendono anche di compiere un'opera di intimidazione nei confronti di chi è, necessariamente, vittima dei loro reati affinché concordi con loro che si tratta di meri "disguidi" o di "sbagli in buona fede" e non si permetta di protestare e, tantomeno, di denunciare il loro operato. E' il comportamento tipico dei mafiosi che compiono estorsioni pretendendo omertà, complicità, addirittura comprensione verso di loro che quei soldi utilizzano per aiutare i "carcerati" o per altre opere di "beneficenza". Chi si presta a collaborare con i mafiosi estorsori potrà godere della loro "protezione". In caso contrario, dovrà subire le conseguenze della sua ribellione.

I secondini di Opera, sollecitati e confortati da un individuo della tempra morale di Franco Ionta, ritengono di poter agire allo stesso, identico modo dei mafiosi: compiere in maniera sistematica reati ai danni di una persona ed indurla a non protestare perché il "collega" ha sbagliato in buona fede, perché i "disguidi" si possono verificare, ecc. ecc.

 Se già una volta avevamo indicato nel personale di questo istituto, una associazione per delinquere, oggi possiamo pacificamente affermare che si tratta di un'associazione di stampo mafioso. Se la procura della Repubblica di Milano, per una volta, farà il proprio dovere, dismettendo dal fingere di non vedere, non sentire e non parlare, i comportamenti mafiosi dei carcerieri di Opera potranno essere dimostrati anche sul piano giudiziario.

Così si potrà vedere, in modo concreto, quel che valgono i secondini i quali si distinguono dai loro custoditi per le funzioni che svolgono, ma sono anche nei comportamenti quotidiani come loro e, spesso, peggio di loro. Non aggiungiamo altro, perché quale credito godano presso l'opinione pubblica è noto, così che non riveliamo sul loro conto niente che già non si sappia. A differenza, però, di chi si limita a parlare di costoro sui giornali o in interviste televisive, facendo sempre riferimento ad episodi specifici per quanto rivoltanti e disgustosi, per condannare una parte e salvare il tutto, posso affermare,forte di un'esperienza più che trentennale e di prove indiscutibili, che l'amministrazione penitenziaria italiana è la più corrotta fra quelle dello Stato, perché il livello morale di chi la dirige e di quanti ci lavorano è identico a quello di coloro che dovrebbero "rieducare" dai quali, viceversa, traggono esempio per emularne i comportamenti. E che individui dal "sentire" e dall'agire mafioso, capaci di ogni ignominia, possano svolgere un ruolo socialmente utile, "rieducando" i rei, recuperandoli alla società, è una favola propagandistica di uno Stato che abbiamo sempre definito delinquente e terrorista. 'Agli scettici consigliamo di conferire con i secondini di Opera, ad ogni livello, poi con i mafiosi che custodiscono e dirci quali differenze notano, se ne riescono a trovare. Noi,che questi secondini li conosciamo bene, affermiamo che ne esiste solo una, funzionale: quelli stanno in cella, e i secondini li aprono e li chiudono con la deferenza che fra colleghi è necessaria.
I secondini di Opera pretendono omertà? E sono serviti!

Vincenzo Vinciguerra, Opera 18 GENNAIO 2011 (DATA DI PUBBLICAZIONE)

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