“Un’anomalia che pesa continuamente sugli operatori di polizia e sulle condizioni che vivono i detenuti negli istituti di pena del casertano”. “Mentre in tutta Europa ci si interroga sulle criticità del sistema penitenziario e si adottano misure contro il sovraffollamento e, in qualche caso anche risolvendoli, l’Italia si distingue per un’assenza totale di progettualità.
Come non rammentare che nel bel paese si continui a far uso di propaganda a seguito del piano carceri con l’illustrazione dei ‘tre pilastri’ (edilizia penitenziaria, deflazione delle presenze in carcere, assunzione del personale di polizia penitenziaria)”. A dirlo in una nota è Mirko Manna,Segretario Generale del LiSiAPP il Libero Sindacato Appartenenti alla Polizia Penitenziaria.
“In questi mesi – osserva il Segretario Generale LiSiAPP – mentre in carcere si
continua a morire e si rischiano rivolte ed evasioni, è calato il silenzio: niente sul piano dell’edilizia, che richiede circa 1,5 miliardi di euro di investimenti, il ddl Alfano sta producendo effetti modesti sul contenimento delle presenze, lo sblocco delle assunzioni di circa 500 agenti provenienti dalle forze armate è ancora poco malgrado si sconti una carenza di 6.000 poliziotti, cui si aggiungeranno almeno 2.500 circa pensionamenti nei prossimi 3 anni”. “Non servono – osserva poi Manna – le visite in carcere dei parlamentari, ridotte a mere operazioni d’immagine, né disposizioni tampone.
Occorre un piano complessivo di intervento in grado di incidere sulla drammatica situazione delle carceri e l’avvio di una discussione parlamentare. Ma soprattutto occorrono investimenti, senza i quali ogni discussione si riduce a vile speculazione”.
Circa 68.000 detenuti, a fronte di 45.000 posti disponibili, “rendono assai complessa, e in qualche caso precaria, la sicurezza e la vita negli istituti di pena, l’incolumità del personale e delle persone ristrette,
come dimostrano le numerose risse, le aggressioni ai danni di poliziotti, i suicidi, i tentativi di fuga sventati solo grazie alla professionalità del personale di polizia penitenziaria”.
Inoltre sottolinea il Segr.Gen. del Lisiapp in queste settimane ci stiamo battendo per la risoluzione del caso “arretrati” congiuntamente alla sigla sindacale di primaria rappresentanza Sappe, infatti, si passa dai 250mila euro non corrisposti da 17 mesi, per i 99 poliziotti penitenziari del nucleo traduzioni di S.Maria Capua Vetere, agli 800mila euro di credito vantati dai 450 colleghi di Napoli-Secondigliano e ancora , l’amministrazione DAP ha un ulteriore debito di circa 400mila euro nei confronti delle compagnie aeree per i titoli di viaggio del personale e dei detenuti nei servizi erogati e non pagati.
I casi di pagamenti non corrisposti da parte del Dap ai nuclei operativi delle traduzione e piantonamenti, al personale che ha effettuato lo straordinario e, altre competenze accessorie sono innumerovoli e riguardono la maggior parte delle strutture detentive e reparti di polizia penitenziaria. Infine – conclune Manna – un appello al presidente Napolitano per il rispetto dell’art. 27 della Costituzione: “Confidiamo nella sua sensibilità istituzionale e personale affinché solleciti l’apertura di un una discussione parlamentare risolutiva. Siamo all’emergenza umanitaria e su questo terreno la politica dovrebbe mostrare serietà e capacità di azione.
Finora solo parole e promesse dal sapore sempre più amaro”.
fonte:

Come non rammentare che nel bel paese si continui a far uso di propaganda a seguito del piano carceri con l’illustrazione dei ‘tre pilastri’ (edilizia penitenziaria, deflazione delle presenze in carcere, assunzione del personale di polizia penitenziaria)”. A dirlo in una nota è Mirko Manna,Segretario Generale del LiSiAPP il Libero Sindacato Appartenenti alla Polizia Penitenziaria.
“In questi mesi – osserva il Segretario Generale LiSiAPP – mentre in carcere si
continua a morire e si rischiano rivolte ed evasioni, è calato il silenzio: niente sul piano dell’edilizia, che richiede circa 1,5 miliardi di euro di investimenti, il ddl Alfano sta producendo effetti modesti sul contenimento delle presenze, lo sblocco delle assunzioni di circa 500 agenti provenienti dalle forze armate è ancora poco malgrado si sconti una carenza di 6.000 poliziotti, cui si aggiungeranno almeno 2.500 circa pensionamenti nei prossimi 3 anni”. “Non servono – osserva poi Manna – le visite in carcere dei parlamentari, ridotte a mere operazioni d’immagine, né disposizioni tampone.
Occorre un piano complessivo di intervento in grado di incidere sulla drammatica situazione delle carceri e l’avvio di una discussione parlamentare. Ma soprattutto occorrono investimenti, senza i quali ogni discussione si riduce a vile speculazione”.
Circa 68.000 detenuti, a fronte di 45.000 posti disponibili, “rendono assai complessa, e in qualche caso precaria, la sicurezza e la vita negli istituti di pena, l’incolumità del personale e delle persone ristrette,
come dimostrano le numerose risse, le aggressioni ai danni di poliziotti, i suicidi, i tentativi di fuga sventati solo grazie alla professionalità del personale di polizia penitenziaria”.
Inoltre sottolinea il Segr.Gen. del Lisiapp in queste settimane ci stiamo battendo per la risoluzione del caso “arretrati” congiuntamente alla sigla sindacale di primaria rappresentanza Sappe, infatti, si passa dai 250mila euro non corrisposti da 17 mesi, per i 99 poliziotti penitenziari del nucleo traduzioni di S.Maria Capua Vetere, agli 800mila euro di credito vantati dai 450 colleghi di Napoli-Secondigliano e ancora , l’amministrazione DAP ha un ulteriore debito di circa 400mila euro nei confronti delle compagnie aeree per i titoli di viaggio del personale e dei detenuti nei servizi erogati e non pagati.
I casi di pagamenti non corrisposti da parte del Dap ai nuclei operativi delle traduzione e piantonamenti, al personale che ha effettuato lo straordinario e, altre competenze accessorie sono innumerovoli e riguardono la maggior parte delle strutture detentive e reparti di polizia penitenziaria. Infine – conclune Manna – un appello al presidente Napolitano per il rispetto dell’art. 27 della Costituzione: “Confidiamo nella sua sensibilità istituzionale e personale affinché solleciti l’apertura di un una discussione parlamentare risolutiva. Siamo all’emergenza umanitaria e su questo terreno la politica dovrebbe mostrare serietà e capacità di azione.
Finora solo parole e promesse dal sapore sempre più amaro”.
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