sabato 4 giugno 2011

Genova: carceri galleggianti


03 giugno 2011

CARCERI GALLEGGIANTI

BELSITO RILANCIA. 
VESCO:«NAVI PER I CANTIERI»

    Genova - «ONESTAMENTE, l’idea delle carceri galleggianti è un po’ aberrante: è come tornare ai tempi delle galee, mi sembra una cosa assolutamente umiliante per le persone». L’assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco(nella foto) si aggiunge al fronte del “no” (che annovera il sindaco Marta Vincenzi) alla costruzione delle prigioni sull’acqua, che erano state introdotte all’interno del piano carceri lo scorso anno come una delle possibili soluzioni al sovraffollamento dei detenuti in Italia.
    Un progetto che secondo indiscrezioni varrebbe circa 90 milioni di euro, ma che comunque è fermo ormai da tempo in qualche cassetto del ministero della Giustizia, insieme all’intero piano-carceri.
    Tuttavia, dire carceri galleggianti significa lavoro perFincantieri: già in passato i vertici del gruppo di Stato avevano guardato con una certa attenzione al progetto, e lo stesso sottosegretario alla Semplificazione, il leghistaFrancesco Belsito (vicepresidente autosospeso di Fincantieri) ne ha rilanciato l’idea: «In un momento di calo drammatico del lavoro - sostiene infatti Belsito - l’ipotesi di costruire carceri galleggianti mi sembra interessante: intendiamoci, se ad esempio le volessimo costruire a Genova, non è certo obbligatorio mantenerle in quella città». Sull’incontro di oggi a Roma, Belsito non si sbilancia, anche se avanza l’ipotesi di un possibile ritiro del piano da parte di Fincantieri: tabula rasa, come sembra voglia apprestarsi a chiedere il governo. Belsito puntualizza anche sulla richiesta della Lega delle dimissioni di Bono: «Credo che quando si fa un piano industriale con oltre 2.500 esuberi, forse sarebbe meglio prima parlare con l’azionista, che in questo caso è Fintecna. Detto questo, è chiaro che in questa vicenda, se emergeranno delle responsabilità, qualcuno dovrà pagare».
    Tornando a Vesco, l’assessore sottolinea che questa è «una mia posizione personale, in Regione non ne abbiamo parlato. Non so, io credo che Fincantieri debba costruire navi: se lo Stato vuole sostenere la costruzione di nuove unità, sarebbe meglio non fare carceri galleggianti, ma ad esempio unità militari. Io sono un pacifista, però non credo ci sia nulla di male a costruire unità di questo tipo. Quindi - conclude Vesco - il governo ci deve dare prima delle garanzie sulla continuazione e ultimazione del programma Fremm, poi pensare a nuove commesse»
    fonte: http://shippingonline.ilsecoloxix.it/



    ECCO IL PROGETTO


    Detenuti, ma in riva al mare: il piano carceri del Governo punta anche sulle piattaforme galleggianti di detenzione. Il progetto di Fincantieri, incaricata dal Ministero della Giustizia, è pronto. È stato presentato ieri, a Trieste, al congresso del Sidipe, il sindacato dei direttori dei penitenziari italiani.
    Con le piattaforme, che, stando al dossier del governo stilato a maggio 2009, potrebbero essere attraccate a Genova, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Gioia Tauro, Palermo, Bari e Ravenna, il governo punta a combattere il sovraffollamento delle carceri italiane.
    Il modellino presentato a Trieste ha 320 celle e una capienza di 640 detenuti. L’idea è quella di costruire delle nuove piattaforme dedicate, e non di utilizzare delle vecchie navi come fatto in altri paesi europei. «Lavoriamo sempre su input dell’ “armatore” - ha detto Giorgio Arena, direttore commerciale di Fincantieri - e anche in questo caso abbiamo sviluppato il progetto in base alle particolari esigenze che un carcere presenta».
    Nel piano di massima approntato, le celle hanno 14 metri quadrati (più due metri quadrati di bagno); l’intera piattaforma ha una lunghezza di 126 metri, è larga 33, ed è alta 34,8 metri: ma le dimensioni possono essere espanse in virtù della modularità del progetto.
    Le aree accessorie per detenuti (aule didattiche, laboratori, officine) si dispongono su una superficie complessiva di 5 mila metri quadrati, ai quali si aggiungono i 3.900 metri di uffici, aree colloqui, infermeria, sala polifunzionale e direzione, e i 2.700 metri di aree esterne. La cubatura è di 83.000 metri cubi e la stazza lorda di crica 24.800 tonnellate.
    La piattaforma non è studiata per essere ancorata in alto mare, anzi: deve essere permanentemente attraccata alle banchine di aree portuali dismesse o inutilizzate. Non ha un motore, e per il funzionamento (energia, servizi) è collegata alla banchina, riducendo così i costi dell’installazione a bordo di impianti.
    Il vantaggio principale del progetto è rappresentato dalla certezza dei tempi. Fincantieri garantisce che in meno di 24 mesi, con cantierazione immediata, una piattaforma potrebbe essere costruita e pronta all’uso. Il secondo vantaggio è quello dell’alta flessibilità operativa: è possibile spostare la piattaforma (senza persone a bordo) in caso di emergenze, ad esempio per operazioni di Protezione civile o come Centro di prima accoglienza per immigrati.
    Il capitolo economico va ancora definito, ma si stima che una piattaforma analoga a quella presentata oggi possa costare intorno ai 90 milioni di euro. Il progetto è già stato presentato al governo, spiegano da Fincantieri, che l’ha valutato favorevolmente e punta anche su questa iniziativa per supportare il rilancio della cantieristica italiana attraverso il tavolo permanente istituito al Ministero dello Sviluppo economico.
    fonte: liguria indymedia.org







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