Un ventina di anni fa,durante un convegno un direttore di carcere concluse il suo discorso con la frase:sarà un compito difficile il mio ma cercherò di non far morire nessuno nella mia prigione.
Tempo prima un giovane morì nella sua gestione e la classificò come suicidio ma due anni dopo sostenne durante un'inchiesta:che il ragazzo simulò il suicidio per esseme messo in compagnia ma sbagliò tempi e calcoli e ci rimase secco.
Non lo sapeva nemmeno lui cosa fosse successo..o faceva finta di non sapere..come non lo sanno per tutti altri disgraziati che stanno morendo oggi nelle carceri:dottori,guardie,magist rati e altri operatori della giustizia sono discordanti e si accusano tra loro.
Il giorno in cui morì quel giovane il direttore era impegnato a bersi un grappino con un Mamma Santissima mentre il suo personale era occupato nel rito del Sant antonio (gergo di quel carcere che sta a significare quando una moltitudine di agenti incapucciati irrompe all'improvviso nella cella massacrando il detenuto,a volte solo per il gusto di vedere sangue altre volte invece invece per estorcergli una confessione o accusare)
I tempi sono cambiati e il mondo cambia sempre..ma nel carcere il tempo non è mai passato.
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