mercoledì 8 giugno 2011


L' alberino : percorso giuridico ed esperienze dall'arresto alla libertà
  
Domandina 
(tratto da: "I pugni nel muro")







Tipica parola-bonsai che rappresenta, come spesso accade in carcere, un concetto-macigno.

In carcere ci sono:
i secondini (oggi nessuno li chiama più così, solo i giornalisti che non sanno quanto se la prendono, gli agenti di polizia penitenziaria!),
la squadretta (gruppo di agenti "specializzati" in spedizioni punitive, non previste dalla legge, evidentemente!),
lo scopino (colf dietro le sbarre), per finire, se tutto va bene, con il braccialetto (elettronico), nome molto aggraziato per il più tecnologico degli schiavettoni..

La domandina è il modello 393, un pre-stampato che misura una trentina di centimetri, e il cui spazio è diviso più o meno in tre:

in alto stella e alloro della Repubblica più dicitura "Ministero della Giustizia - dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria", direzione del carcere, data.

Il sottoscritto richiede (tre, quattro righe a disposizione).
Seconda parte : notizie e informazioni (su ammontare del peculio, posizione giuridica, colloqui), una decina di righe, da compilare a cura dell'Amministrazione.

Terza parte : decisione : cinque righe, sottoscritte dal Direttore.
Ogni detenuto fa in media una , due domandine al giorno.
A chi legge le moltiplicazioni del caso.

"Chiedere è lecito, rispondere è cortesia", si dice.
In carcere la cortesia dell'istituzione è lenta, burocratica, faticosa, umiliante.

Una volta compilata, la domandina và allo scrivano, che la "mette in fila", al capoposto ( la lettura è prerogativa di due, tre agenti), poi al brigadiere, che la passa agli "uffici addetti" (telegrammi o conti correnti per gli acquisti), poi di nuovo agli agenti, alla firma del direttore, di ritorno al brigadiere eccetera.

La domandina serve a tutto e per tutto.
Un colloquio con il cappellano, con l'educatore, con il Direttore, con un volontario, l'acquisto di qualcosa (di lecito, s'intende), dal dentifricio al giornale, un francobollo, un telegramma.
Tutto e passibile di domandina, in carcere.

Anzi della "apposita" domandina...
Un detenuto della redazione aveva chiesto (come permessa dal regolamento) che al colloquio con un parente fosse ammesso il suo amato cane (con medaglietta di riconoscimento).
Risposta: "Sì, se accompagnato".

"Un altro, essendo stato ammesso al lavoro esterno con articolo 21, voleva una sveglia.
La Direzione ha respinto la domandina con la richiesta di precisazioni.
Risposta del detenuto:
"per sapere quand'è ora di andare a dormire"

Sembrano barzellette, sono verità.
È un mestiere sopravvivere in galera. 




Lettere
la moglie di un detenuto a San Vittore

Innanzitutto mi presento, mi chiamo E.C. e sono la moglie di Corrado Bindi, attualmente in stato di detenzione preventiva accusato della "ricettazione di ben due focopie di carta di identità false" si, avete capito bene, ho scritto fotocopie e purtroppo così è, quasi 10 mesi di preventiva per due fotocopie, ma va bè il merito non riguarda certo voi che già fate tanto di quel lavoro per un carcere in quelle condizioni che ci mancherebbe solo che vi accollaste anche i problemi di merito di ogni detenuto..

Be', comunque la mia mail era una richiesta di aiuto e di collaborazione, nel senso che l'ufficio che accetta la documentazione per permettere ai famigliari dei detenuti di usufruire del permesso stesso è in condizioni igienico sanitare direi vergognose per non usare altri aggettivi peggiori -che andrebbero usati.
Ogni giorno si accalcano in -esagero- 50 mq centinaia e centinaia di persone di ogni cultura, stato, lingua diversi... le condizioni igieniche il quel posto non è che siano carenti, NON esistono proprio... Vediamo ogni giorno bambini che si rotolano per terra raccogliendo insieme a qualche schifezza che qualche maleducato ignorante ha buttato per terra, tanti di quei microbi sufficienti ad uccidere un elefante.
Non esiste un criterio con cui lasciare i pacchi a propri cari, che al controllo vengono rovesciati in lungo ed in largo come se fosse -scusate la volgarità- merda; si vedono gli abusi degli Assistenti quando per i motivi più svariati il cibo non riesce a passare, manca una lista vera e posta bene in evidenza di cosa può arrivare al detenuto e cosa no, quando i pacchi vengono respinti gli Assistenti lo fanno in malo modo e senza dare spiegazione alcuna, code interminabili solo per chiedere il modulo per la compilazione dei pacchi o il modulo dei versamenti che sono custoditi dagli assistenti come se si trattasse di chissà quale tipo di materiale pregiato.
Insomma io credo e sono convinta di quanto sto per scrivere: se qualcuno si prendesse la briga di chiamare l'Ufficio di igiene la situazione (n quel -consentitemelo- tugurio) potrebbe farla cambiare. Comprendo che la struttura è fatiscente da anni ormai e che la situazione peggiora giorno per giorno-
 E' una mia opinione che la Magistratura applichi la regola "per il momento tutti dentro, poi si vedrà...". Io ho lavorato per molti anni come collaboratrice in un studio legale penale di Milano quindi "gioco in casa" quando trattasi di aiutare persone che ancora non munite di permesso di colloquio si recano al carcere chiedendo di essere aiutati e vi garantisco che quel poco di aiuto che arriva, spesso è pressapochista se non addirittura indecifrabile. Comprendo anche che la stragrande popolazione dei parenti è extracomunitaria, ma non per questo deve essere trattata diversamente. Ora quello che volevo sapere da voi è se esiste o meno il modo in cui possa aiutarvi anche su questo problema; se per esempio chiamassi l'Ufficio d'Igiene di zona per capire se possono intervenire ed in che modo, potrebbe sortire qualche effetto? e spero di non ricevere da voi lo stesso trattamento che mi riservato Antigone che prima si preso l'incarico di far partire le segnalazioni di disumanità che ci sono a San Vittore, poi quando ha visto che i detenuti si erano organizzati non li hanno più considerati e abbandonati, sono mesi che insisto per avere una risposta, ma nulla non ottengo nulla.
 Be', se ritenete che io possa in qualche modo esservi utile ditemi cosa devo fare e lo farò, alle mie spalle vi è un professionista in diritto penale che mi aiuterà, per quanto di sua competenza.
Vi ringrazion per aver letto questa mia ma soprattutto per il lavoro che fate. Un caro saluto E.




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