sabato 21 maggio 2011

Don Seppia: da Marassi a Sanremo


Pedofilia, Don Seppia chiede trasferimento in altro carcere




Don Seppia, cappellano al Santo Spirito di Sestri Ponente, arrestato qualche giorno addietro con l’accusa di abusi su minori e cessione di sostanze stupefacenti, ha chiesto il trasferimento dall’istituto penitenziario Marassi di Genova.
 I dirigenti del carcere pare abbiano accolto l’istanza mossa dal prete attraverso il suo legale e con ogni probabilità, Don Seppia da questa sera stessa sarà ospite del penitenziario di Sanremo.

Alla base di una simile esigenza, stando a quanto dichiarato dalla difesa del sacerdote ma soprattutto da fonti interne al carcere stesso, ci sarebbe uno stato d’animo del detenuto  intimorito dalle continue minacce fatte dai compagni d’istituto.
Sebbene il prete sia rinchiuso in una cella singola e sebbene i controlli fuori dalla stessa siano costanti e necessari al fine di evitare che ingiurie pesanti si trasformino in baruffe ai danni della salute del parroco,  Don Seppia ha avvertito il pericolo nel quale si è trovata fin ora la sua sicurezza.
 Di qui la richiesta di trasferimento.
L’avvocato del prete ha tenuto però a specificare che, benché il suo assistito non stia passando giorni facili “è abbastanza tranquillo”, ma l’idea di isolarlo in un altro istituto carcerario è nata “al solo fine di evitare la pressione derivante dal sovraffollamento della casa circondariale”.
“Allo stato attuale” ha poi aggiunto il legale “non sono state modificate le contestazioni quindi rimane ferma l’accusa di aver dato un bacio a un ragazzino senza il suo consenso”.
Detto con parole molto meno leggere e tranquillizzanti, l’impianto d’imputazione  ai danni del sacerdote resta incentrato sulle accuse di violenza sessuale su minori e cessione di droga ai danni degli stessi.
E non solo: l’imputato dovrà rispondere anche del reato d’induzione alla prostituzione minorile che pare avvallato  da una testimonianza che racconta di un rapporto sessuale avuto con un 17enne dietro pagamento di compenso pari a 50 euro.
La posizione di Don Seppia appare quindi difficile da sbrogliare e lo scenario inquietante offerto dalle intercettazioni effettuate sulla sua personale  linea telefonica, rendono il tutto ancora più sconcertante.
La propensione a consumare rapporti sessuali con minori, ripagati quest’ultimi da piccole somme di denaro o da dosi di stupefacenti e il desiderio erotico  nutrito nei confronti di ragazzini in età infantile, è quanto emerge dai testi degli sms inviati dal cellulare del prete verso chi pare avesse il compito di ingaggiare le giovani vittime.
“Trovami un bambino di 10 anni, lo veglio tenero” scrive il parroco a un pusher. “Ho trovato” risponde l’interlocutore. “Ma ha meno di 15 anni?” continua il prete. “Diciotto” replica lo spacciatore. “E no…a me piace con meno di 14 anni” controbatte il parroco che conclude: “Ma puoi trovare qualche madre con un bambino, una donna che ha bisogno di coca?”.
Marinella D’Amico

Fonte:


 Non credo che nel carcere di Sanremo trovi un' accoglienza migliore......


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