lunedì 30 maggio 2011

«Sbarrette di cioccolato» e vino «fuggiasco»: ecco i prodotti «made in carcere»

Nelle carceri italiane sono infatti 14.174 i detenuti che lavorano, il 20,8% della popolazione carceraria. Molti di loro sono impegnati nella realizzazione di questi prodotti di eccellenza nel campo agroalimentare o manufatturiero, che hanno tanto di «vetrina» sul sito del ministero della Giustizia. Tra le ultime proposte, le scatole ricordo «Altracittà», realizzate in cartone su richiesta del cliente a seconda delle sue esigenze.
I coperchi delle scatole vengono personalizzati con una carta realizzata con un collage composto dalle foto fornite dal cliente. È possibile ordinarle su misura e con la carta di copertura a scelta. L'offerta comprende anche prodotti curiosi, utili e soprattutto particolari, come la stufa in ferro o il Profumo «Fumne». E non poteva mancare lo «Svuotatasche», pratiche ciotole realizzate con ritagli di ferro. Per il centocinquantenario, ecco il «Quaderno 150 anni Unità d'Italia», realizzato a mano nel laboratorio di legatoria nella Casa di reclusione di Padova, che riproduce un acquerello dedicato al monumento ai caduti di S. Giorgio in Bosco, a Padova. 
Mentre per le donne, è da segnalare l'abito all'americana «Sartoria SanVittore», in jersey di lana blu, disponibile nelle taglie Small, Medium e Large fino ad esaurimento delle scorte. Ma ci sono anche borse viaggio «Rebibbia fashion», realizzate interamente a mano, in pelle o cuoio. Unisex, invece, le magliette «Dado libera il galeotto».
Vasta anche l'offerta dele specialità enograstronomiche, tra cui il formaggio fuso «Galeghiotto», derivato da pecorino semistagionato, proposto al costo di euro 1,50 nella confezione in vasetto da 100 grammi. Se poi si ha voglia di cambaire aria, che c'è di meglio degli amaretti «Dolci evasioni», con mandorle di Avola e zucchero di canna equo solidale. E ancora in tema di biscotti, i baci di Dama «Banda biscotti», realizzati con mandorle e cioccolato al latte.
Una vera chicca i taralli al peperoncino, ai semi di finocchio, alla cipolla, al pepe e alla pizza, prodotti all'interno della Casa circondariale di Trani che da qualche tempo sono venduti all'Ipercoop di Barletta e in altri esercizi al dettaglio della zona. Mentre nel carcere di Busto Arsizio il trattamento e il reinserimento sociale hanno il sapore dolce della cioccolata. Il laboratorio produce quotidianamente 700 chili di cioccolato e 300 di pasticceria.
Dal caffè alle «sbarrette» di cioccolato. Dalle borse fatte rigorosamente a mano a vini che mixano gusto e ironia, mostrando sull'etichetta la scritta «Sette mandate», «Il fuggiasco» o «Fresco di galera» per la Falanghina. Ma anche pezzi unici, lavorati artigianalmente, come scialli e spille: sono i prodotti «Made in Carcere», realizzati dai detenuti in diverse case cirdondariali da Nord a Sud del Paese, mettendo a segno in alcuni casi dei piccoli primati di qualità grazie al lavoro tenace di cooperative e imprese. Ma soprattutto di detenuti che, insieme ai prodotti, fabbricano con il lavoro un futuro diverso.

fonte: Il Giornale.it

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