martedì 24 maggio 2011

Un vittima di Don Seppia: "Se non la smette mi suicidio"

















"SE NON LA SMETTE MI SUICIDO"
















































































































































































































































































































































































E' un ragazzo di 15 anni, una delle vittime di don Riccardo Seppia, ad aver inviato il disperato messaggio a una sua amica. 

 L'sms è stato intercettato dai Carabinieri del Nas di Milano nel corso dell’inchiesta sulle molestie, sulle presunte violenze sessuali su minori e sulla cessione di droga di cui è accusato il sacerdote di Sestri Ponenti, arrestato lo scorso 13 maggio, ed è contenuto nell'ordinanaza di custodia cautelare disposta dal Gip milanese.

LA DIFESA DEL LEGALE - E’ opinione dei magistrati di Milano che il ragazzino, a causa delle pressioni subite da parte del sacerdote, fosse caduto in depressione e fosse realmente intenzionato ad uccidersi, ma per Paolo Bonanni, il legale che difende Don Seppia, si tratta di "una frase che chiunque potrebbe pronunciare senza avere nessuna intenzione reale di suicidarsi". Intanto per il parroco è in arrivo una nuova imputazione, quella di induzione alla prostituzione minorile. Allo stesso tempo si alleggerisce l'accusa di violenza sessuale, che alla luce delle nuove evidenze d'indagine sarà riformulata come tentata violenza. Il chierichetto  che aveva denunciato la violenza ha infatti ridimensionato l'accaduto: "Mi ha afferrato alle spalle e si è strofinato contro di me, ma non mi ha baciato perché io mi sono scostato", ha spiegato agli inquirenti. Fonti vicine all'indagine hanno poi rivelato che per il momento, per Don Seppia, non ci sono denuncie legate alla sua sieropositività.
L'INTERROGATORIO DELL'EX SEMINARISTA - E' durato cinque ore l'interrogatorio di Emanuele Alfano, l'ex seminarista 24enne arrestato giovedì scorso per induzione alla prostituzione minorile. Sotto torchio, Alfano alla fine ha ammesso di aver presentato al parroco dei minorenni e di aver avuto rapporti sessuali con un quattordicenne che chiedeva l'elemosina davati alla chiesa. L'ex seminarista avrebbe anche voluto dire di più, tracciando il quadro delle "cose terribili che succedono nel seminario" dal quale è scappato "perché non ce la facevo più". I pm, però, lo hanno fermato sottolineando come questo argomento esuli dai confini dell'inchiesta. Il gip ha convalidato l'arresto di Alfano, che resta in carcere per il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove.
LA POSIZIONE DELLA CHIESA - Lunedì il presidente della Cei Angelo Bagnascoha definito la pedofilia nel clero "un'infame emergenza non ancora superata", mentre martedì ha parlato il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, che a margine dell'Assemblea Generale dell'Episcopato Italiano ha spiegato che davanti a casi di pedofilia che riguardano ecclesiastici "fra la priorità vi è l'attenzione verso le vittime e l'allontanamento di coloro che hanno sbagliato".Confermando la piena adesione dei vescovi italiani alle indicazioni della Santa Sede, Crociata ha ricordato che sul territorio "il primo responsabile è il vescovo, che agisce in rapporto costante con la Congregazione per la dottrina della fede". "L'impegno della Cei - ha assicurato il presule - continua a svilupparsi in linea con quanto ha gia" cominciato a fare da tempo. Si potranno poi trovare, ha spiegato, "forme per aiutare i vescovi a intervenire in maniera pronta accompagnandoli in un servizio che gia" viene portato avanti da loro". 

fonte:Libero-news.it

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