domenica 1 maggio 2011

Pena di morte e religione


Pena di morte


Cristianesimo 
 AI contrario della maggior parte delle Chiese protestanti,
 le Chiese cattolica e ortodossa non condannano
 formalmente la pena di morte.
 Da tempo il magistero papale è orientato però a una ferma condanna.

Ebraismo
La legittimità della pena di morte viene riconosciuta 
nei testi sacri della "Torah" (la celebre legge della "vita per vita, 
occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede" 
contenuta nei libri del Levitico e del Deuteronomio),
 e per gli ebrei ortodossi ancora oggi ha vigore.
 Ma con condizioni così restrittive che di fatto 
ne viene impedita l'applicazione.

Islamismo
Il Corano riconosce fondamentalmente l'uso della pena di morte
 per la difesa della società, in particolare come punizione
 di chi commette un omicidio. 
Il Corano indica tre soli motivi che giustificano l'uccisione di un uomo: l'adulterio, la difesa della vita di un musulmano e l'apostasia,
 ossia l'abiura delta religione musulmana. 

Induismo
  Le posizioni induiste relative alla pena di morte sono varie:
 per alcuni, i più "riformisti", essa è assolutamente inaccettabile. 
Per altri solo nel caso di gravi colpe è ammessa. 
Il castigo rappresenterebbe, infatti, una sorta di purificazione
 per il peccatore che sta per passare alla nuova vita e 
al giudizio divino sulla sua condotta.

Buddismo
L'omicidio è una delle colpe più gravi e comporta
 più stadi purificatori.
 Poiché gli uomini, secondo la dottrina, non sbagliano per cattiveria, 
ma per ignoranza, ne deriva un rifiuto categorico
 e incondizionato della pena di morte.

Il punto di vista degli evangelici pentecostali
riguardo la pena di morte è alquanto chiaro ed inequivocabile:
 Bisogna abolirla! 
E comunque necessario che si faccia una precisazione a tal proposito, i pentecostalinon intendono schierarsi a favore di un " perdonismo" 
 e un "buonismo" che nulla hanno a che vedere con il cristianesimo
 ma solo con mera superficialità.

Fatto questo distinguo, la posizione riguardo alla pena di morte 
come già detto è contro, e a tal proposito citano
 ben 10 motivi per cui perseguire l'abolizione di tale pena.
Cercherò di citare solo quelli più salienti:
  
1. La pena di morte non serve come deterrente contro i crimini.
L'argomento della deterrenza è quello più frequentemente
 chiamato in causa:
condannare a morte un trasgressore dissuaderebbe 

altre persone dal commettere lostesso reato. 
L'argomento della deterrenza non è però così valido,
 per diversi motivi.
Nel caso, per esempio, del reato di omicidio, 

sarebbe difficile affermare che tutti o  gran parte 
degli omicidi siano commessi dai colpevoli 
dopo averne calcolato le conseguenze.
 Molto spesso gli omicidi avvengono
 in momenti di particolare ira
oppure sotto l'effetto di droghe o di alcool 
oppure ancora in momenti di panico. 
In nessuno di questi casi si può pensare
 che il timore della pena di morte possa agire da deterrente. 

2. L'applicazione delle norme giuridiche è spesso soggetta
 a errori umani dolosi o involontari.
La pena di morte non colpisce solo i colpevoli, 

ma anche, forse più spesso di quanto si immagini, 
persone innocenti.
Uno studio dello Stanford Law Review ha documentato

 in questo secolo 350 casi di condannati a morte negli Stati Uniti, 
in seguito riconosciuti innocenti.

3. La pena di morte è un arma troppo potente
 in mano a governi sbagliati.
 Può essere sfruttata dal governo per eliminare
 personaggi politicamente
 o religiosamente scomodi, alterando persino il concetto 
di gravità di certi atti. 
È quello che sta attualmente accadendo in Cina 
dove si muore non solo per aver commesso criminigravi,
 ma anche per il semplice fatto di opporsi al regime.
 Nel 1993 il 63% delleesecuzioni mondiali 
 sono avvenute proprio in territorio cinese.

4. L'applicazione della pena di morte
 non incentiva la ricerca di sistemi preventivi.
Quando viene applicata la pena di morte,

 la gente prova quasi un sentimento di
soddisfazione, quasi che in questo modo 

il crimine commesso 
fosse ripagato, espiato, dimenticando in realtà 
che la vittima ha subito un'ingiustizia
 che non potrà mai essere ripagata. 
Tuttavia la gente è come soddisfatta. Lo Stato si mostra così
"giusto" ed efficiente contro il crimine.

 In questo modo si corre il rischio che lo Stato possa,
 in qualche modo sentirsi dispensato dal ricercare 
una soluzione che prevenga il crimine.

5. Il diritto alla vita è un principio fondamentale 
su cui si basa la nostra società.
Come nessun uomo ha il diritto di uccidere
 un suo simile per qualsiasi motivo - ildiritto alla vita è un principio fondamentale 
 su cui si basa la nostra società - così lo Stato, 
che agisce razionalmente, non spinto dall'emozione del momento,
 e in quanto garante della giustizia, non deve mettersi
 sullo stesso piano di chi si macchia del piùorribile dei crimini:
 l'omicidio.

Pubblicato da Legolas a 19:53

5 commenti:


cosimo ha detto...
C'è una pena di morte che va oltre il gesto materiale, qualunque esso sia. Non fa notizia, ma fa morire. E' indurre con le parole la persona a suicidarsi. Buona domenica Galadriel!
Galadriel ha detto...
buon giorno Cosimo. Si le parole, secondo gli spiritualisti, hanno un potere. Nell'energia si formano a secondo del suono e della vibrazioni rivestite poi dal sentimento di chi le pronuncia e a volte sono deleterie. Buona domenica anche a te. grazie.
Legolas ha detto...
Buona sera cosimo! Come non essere d'accordo con te. La violenza che possiede la favella, è talmente dirompente che riesce ad abbattere le barriere di difesa mentale di ogni malcapitato, riuscendo ad umiliare,far provare poca stima di sè, fino al punto di riuscire a trovare la cura al proprio stato d'anima solo ponendovi fine! Uccidersi...Si dovrebbe davvero usare con molta cautela e responsabilità quest'organo di cui siamo dotati: La lingua! "Essa non ha ossa, ma riesce lo stesso a romperle le ossa"! Lunga vita e prosperità!

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