mercoledì 18 maggio 2011

“Bastardo, vergogna, pedofilo”: i carcerati insultano Don Seppia

17 maggio 2011
La legge dei penitenziari, come è noto, non perdona.
Benvenuto di fuoco per don Riccardo Seppia, il prete di Sestri Levante arrestato con accuse di violenze sessuali su minorie e di maneggio di droga. Come è noto, c’è una gerarchia anche fra i carcerati: e i responsabili di di reati connessi alla violenza sessuale su minore hanno poche, se non pochissime speranze di una quieta sopravvivenza nelle patrie galere. In effetti, nel penitenziario di Marassi dove il sacerdote è stato rinchiuso, l’accoglienza non è stata delle migliori.
LEGGE DEL CARCERE – O forse sì, nel senso che i carcerati hanno allestito un comitato di benvenuto in piena regola, che ha preso ad insultare il sacerdote nelle maniere più diverse.
Infame”, “Bastardo”, “Vergogna”, “Pedofilo”. Sono solo alcuni degli insulti che echeggiano nei corridoi e nei saloni del carcere di Marassi dove e’ rinchiuso, in cella di isolamento, don Riccardo Seppia, il parroco genovese accusato di violenza sessuale su minore e cessione di stupefacenti. 
Ostenta il suo umore sereno e rilassato il presbitero, e dire che le intercettazioni in base alle quali è stato inviato in carcerazione preventiva da parte dei nuclei anti sofisticazione dei Carabinieri sono abbastanza esplicite da far preoccupare qualsiasi imputato: tutto da provare in tribunale, ovviamente, ma è noto come il presbitero intrattenesse rapporti di pregio con uno spacciatore di droga che gli procacciava giovani minorenni praticamente su ordinazione.
DISPREZZO – Questo sì, questo no, troppo giovane, “lo voglio con problemi familiari”, diceva il parroco che era solito bestemmiare e invocare Satana in comunicazioni confidenziali con i suoi amici. Ora, sulle porte della sua parrocchia, i fedeli hanno già deciso di manifestare un certo sdegno contro il sacerdote che ha guidato per tutto questo tempo la comunità e che ora si trova rinchiuso in carcere, a marcire.
‘Giu’ le mani dai bambini. Don Riccardo infame pedofilo’.
Così sui muri della parrocchia. E poco lontano, un’altra scritta contro il presbitero.
‘Don Seppia vile, la tua chiesa e’ un porcile’.






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