martedì 10 maggio 2011

Il modo con il quale uno Stato di diritto si comporta con i delinquenti dimostra s’è migliore o peggiore di loro.


Lettere dal carcere

Svuota bugie


“Se vuoi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche voi.” (Matteo 6,14)


Il provvidimento “svuotacarceri” che permette, solo a chi è stato condannato per alcuni reati, di scontare l’ultimo anno di pena agli arresti domiciliare non sta funzionando e i carceri continuano a riempirsi di “pattumiera sociale”.
Eppure verso questa legge i soliti politici, per consensi elettorali, avevano sparato le solite bugie: “ Indulto mascherato “.
E i soliti giornalisti, uno per tutti, Travaglio, che hanno costruito carriere con “ Tutti dentro” avevano abbaiato le solite menzogne: “Indulto insulto”.
Pretendere che extracomunitari, barboni, tossicodipendenti, emarginati, che sono la maggioranza della popolazione detenuta in Italia, scontino fino all’ultimo giorno di galera è follia.
Ricordo a questi politici e giornalisti che probabilmente molte di queste persone, anche se colpevoli e con fedina penale sporca, hanno ancora l’anima pulita.
Il modo con il quale uno Stato di diritto si comporta con i delinquenti dimostra s’è migliore o peggiore di loro.
Ricordo a questi politici e giornalisti che si può essere violenti anche con le buone maniere, soprattutto quando lo si fa per avere l’opinione pubblica dalla propria parte.
Il carcere così com’è, invece di recuperare, esclude ed emargina e fa uscire persone ancora peggiori di come sono entrate.
Ricordo ai forcaioli di destra, di sinistra e di centro che nel detenuto bisogna fare emergere la colpa e non la sofferenza, perché la colpa ti fa diventare colpevole, invece la sofferenza ti fa diventare innocente.
Ricordo alle vittime dei reati che la giustizia come vendetta genera odio e male, invece la giustizia come verità genera amore e perdono per gli altri e per se stessi.
Ci sono persone “buone” che pensano di essere persone perbene, perché non uccidono e non rubano, ma non sanno, o fanno finta di non sapere, che si può rubare in tanti modi.
Si può uccidere la speranza, si può rubare il futuro e si può fingere di essere onesti per continuare a essere cattivi.
Ricordo agli uomini di buona volontà che il colpevole, il cattivo, il criminale per cambiare e guarire ha bisogno di aiuto, passione, amore sociale e non di sofferenza, isolamento, sbarre e cemento armato.
Ricordo a tutti che per svuotare le carceri bisogna svuotare soprattutto il proprio cuore dall’odio.


Carmelo Musumeci 
Spoleto, gennaio 2011 

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Nel carcere di Poggioreale siamo in 12 dentro un’unica 
Caro Osservatorio, siamo 12 detenuti del carcere di Poggioreale. 12 persone che dividono la stessa cella, cella dove rimaniamo chiusi 22 ore su 24. Qui dentro, per essendo in 12 detenuti, abbiamo ovviamente un solo bagno ed è facile immaginare la fila che dobbiamo patire soprattutto la mattina.
Un unico bagno per 12 detenuti che tra l’altro è soggetto a continue perdite con conseguenti allagamenti. Noi ogni mattina facciamo presente il problema, ma loro se ne fregano.
Ed è così che noi, oltre a vivere in 12 dentro un’unica cella, dobbiamo anche vivere tra la sporcizia, tra pozze d’acqua e in una puzza che è impossibile da descrivere. E il bello è, se così si può dire, che se proviamo a lamentarci rischiamo di finire di sotto, ovvero nelle celle di isolamento. Tutto ciò è nulla rispetto a quanto accade nel carcere di Poggioreale, un carcere dove la legge e lo Stato sono assolutamente assenti. Ciao e grazie.

12 persone detenute nel padiglione Milano del carcere Poggioreale di Napoli

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Lettera dal carcere di Bollate 

Ciao Mario, ti allego copia di un articolo relativo ad un'agressione avvenuta a Bolllate;questi epi- sodi avvengono molto spesso,anche se la direzione fa di tutto per occultarli. Scrivo questo per agganciarmi al pianeta Bollate. Sappi che la realtà vissuta in questo Istituto,decantato come il carcere del futuro,dove tutti vivranno amorevolmente,è solo un'utopia;questo lo posso dire viven- done la realtà.Innanzitutto c'è solo una sezione con i cancelli aperti tutti i giorni; nelle altre le celle vengono aperte dalle 9.00 alle 10.30 ed il pomeriggio dalle 16.30 alle 17.30,questa è tutta la libertà che è concessa. Poi nella sezione dei protetti,quei pochi corsi che ci sono, sono solo uno specchio per le allodole,perchè ci vanno solo i raccomandati e tutti gli altri rimangono in sezione. Non hanno alternative. Poi se devi andare in infermeria per qualsiasi motivo,ti metti a suonare ed il più delle volte,quando ti va bene,ti aprono dopo mezzora,perchè non c'è la guardia e questo è per la mancanza di personale.Tante volte una sola guardia deve fare quattro piani.Passando ad altro,questo mese niente prodotti igienici,solo quattro rotoli a testa,sentendo ti dire che il peggio verrà andando avanti.Per quanto riguarda il vitto,hanno dimezzato le grammature delle porzioni.Protestare pacificamente non è possibile,siamo tutti coinvolti a guardare la sintesi.Sintesi che è un bel guinzaglio per tenere i detenuti come scolaretti esempla ri,per richiedere un permesso,un'affidamento ed altri benefici.Poi quando li chiedi c'è sempre la risposta del Magistrato con la classica risposta:la sintesi non è chiusa ed intanto stai qua! Se non in casi gravissimi,tutti hanno avuto il rigetto dell'istanza.Prima c'era tanto lavoro che impiegava tante persone;hanno dimezzato anche quello ed ora il lavoro prima retribuito,ora pas sa come volontariato.Ci sono detenuti che hanno problemi di denti e sono mesi e mesi che non vengono chiamati,lo sportello salute non funziona e l'unica cosa che fanno i medici,è metterti a vitto LATTE ! Qundo vivi sulle tue spalle queste cose,cresce la tensione e ti assle la rabbia,per- che non c'è reiserimento,se non c'è in carcre la garanzia dei diritti minimi di vita.

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Lettera dal carcere di Siano- Catanzaro

Ciao Mario,rispondo alla tua lettera,condividendo in pieno le tue parole e la tua analisi.La pena non deve essere una sanzione a perdere,perchè la persona quando uscirà,troverà gli stessi pro blemi,ma moltiplicati.Il carcere non deve essere un contenitore di punizione,ma deve avere valenza di scuola,affinchè vengano consegnate persone migliori di prima.Al DAP sono consapevoli di questo,ma invece di applicare le leggi per costruire un sistema che recuperi e reinserisca,usano tutto per fini politici.Il carcere deve essere aperto ed in contatto con l'esterno,senza essre discriminato.I detenuti in uscita devono essere assistiti e non lasciati alla sorte,se no cadono nella recidività.Il problema si risolve solo con l'automatismo della legge Goz zini e con prtare fuori l'area educativa,per seguire i detenuti.Un ragazzo di venti anni,con una condanna a trenta,si recupera solo con l'uscita graduale e con un adeguato reiserimento.Ci vorrebbero dei cambiamenti radicali,per risolvere questi problemi,ma manca la volonta di farlo, ma con la lotta e l'impegno costante ci riusciremo!!! Ho sentito Bersani su Rai tre da Fazio; ha detto che il PD è contro la pena di morte e la tortura;qualcuno dovrebbe dirgli che in Italia c'è sia la pena di morte che la tortura.L'ergastolo ostativo e non,sono una pena di morte diluita nel tempo.La tortura èstata istituzionalizzata,rendendo legge il 41-bis ed anche le condizioni di alcune sezioni in carcere,che violano l'art.3 della convenzione Europea.Il responsabile carceri del PD,Sandro Favi,si è dissociato da A.Marroni garante dei detenuti del Lazio,che ha afferma- to che il 41-bis è una tortura,motivando il fatto che la legge ha permesso la cattura di tanti crimi- nali e non si tocca.Questa persona non sa di cosa parla,ma leggittimando la tortura,squalifica se stesso de il partito che rappresenta.Il decreto contro le stragi del 1992,dopo venti anni non ha più senso,ma ancora i detenuti ne pagano le conseguenze.I responsabili invece,sono liberi e più potenti di prima.Noi siamo diventati il mostro da sacrificare sull'altare mediatico,per fini elet- torali.Ti saluto con un forte abbraccio. Pasquale da Siano

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Lettera dal caecere di Saluzzo

Ciao Mario,siamo entusiasti che,anche se a rilento è iniziato un percorso della tanto agognata bibilioteca. Purtroppo anche a Saluzzo per carenza di organico ed altri problemi burocratici,la tanto decantata rieducazione dell'art. 27 della Costituzione è fallita,in  quanto da qui si fanno uscire persone più criminali di quanto erano prima del loro arresto. A tale proposito ti inviamo una lettera scritta da un altro detenuto che non si è firmato,al Sindaco di Saluzzo ed al Magistrato; la lettera non era firmata e tutto è passato in cavalleria.-:Egr. dottore,sono un detenuto del cacere di Saluzzo,che vuole esporre alcune carenze di codesto penitenziario,che comporta disagi alla vivibilità,che ritengo siano anche di sua competenza.1) I bagni delle celle sono sprovvisti di finestra,e non funziona l'aspiratore,unica presa d'aria,con i disagi che si possono immaginare,considerando che in ogni cella ci sono almeno due detenuti.2)Il vitto è carente nelle sue forme più elementari di igiene:dal trsporto non protetto del latte,al vitto e sopravitto privo di confezionamento.3) Il lavatoio è senza acqua calda e vasca idonea.4)La saletta per la barba in uso a 100 detenuti,è senza acqua calda e gli strumenti non sono protetti e manca lo sterilizzatore.5)Alcuni prodotti per l'giene delle celle,vengono distribuiti ridotti,altri sono stati eliminati,visti i tagli Governativi.6) Il listino dei prezzi del sopravitto,non corrisponde a quello stabilito dal Comune.7)Le docce erogano acqua ad intermittenza,e spesso salta durante il lavaggio,esponendoci ad influenze e malanni.Chiedo quinndi una ispezione ufficiale.Questa è la lettera,che dimostra,come puoi notare,che vengono meno i diritti fondamentali della vita delle persone che,accomunati alla mancanza di riqualificazione rendono il carcere invivibile.Per quanto riguarda i fatti della Fiat di Pomigliano,il SI è prevalso solo per una opportinità SCADENTE di lavoro ed anche lo stesso per Mirafiori.Lo Stato non doveva sganciarsi dalla Fiat,visto cha l'ha sempre sostenuta,ma farla diventare parte integrante dell'economia Statale,così si evitavano le corse per il mondo a cercare condizioni MIGLIORI ?!? Ma per chi?!? Nell'attesa di una sempre gradita ed attesisima risposta,i Franceschi fraternamente ti salutano.

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Lettera dal carcere di Siano (Catanzaro)

Ciao Mario,proprio ieri ho saputo che l'ultima legge Berlusconi/Alfano,ha ridotto il 41 bis peggiore di come immaginassi. Adesso i detenuti con applicato l'articolo sono padroni solo dell'aria che respirano,non possono parlare neanche tra di loro,non possono leggere i quotidiani regionali,gli hanno tolto il fornello,pertanto non possono farsi neanche un caffè.Sarei contento che si alimentasse una discussione che informasse la gente,che il 41 bis è una tortura,che in Italia è stata legalizzata.Ho già spedito il mio modulo di sostegno al presidente Lula sul caso Battisti,gli ho scritto che se venisse in Italia verrebbe seppellito nel 41 bis,fino alla fine dei suoi giorni,con relativa tortura quotidiana.In merito alla sezione del carcere di Bollate,se tutte le sezioni degli istituti fossereo così,andremmo 30 anni avanti,ma il sistema penitenziario non vuole perchè,con la recidiva di Bollate,si risparmierebbero 3 miliardi di euro l'anno;un banchetto del genere non lo lsciano neanche se ci va l'esercito. Se è vero che ci sono domande di trasferimento da Bolllate,è vero che ci sono detenuti che rifiutano gli aiuti per riqualificarsi e vogliono solo stare a letto in cella.Queste persone le riempiono di tranquillanti e psicofarmaci per farli dormire tutto il giorno ed alla lunga diventano dei robot.Di persone simili ce ne sono tante in carcere.Credo di everti detto tutto,nell'attesa di tue notizie,ti saluto con un forte abbraccio. Ciao Pasquale

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Lettera dal Carcere di Brescia

Avviso di sciopero generale del vitto (carrello) dovuto al sovraffollamento e alla negligenza della Magistratura di Sorveglianza di Brescia a concedere pene alternative. 


Si comunica che i detenuti della casa Circondariale. di Brescia (Canton Monbello) hanno deciso di mettere in atto uno sciopero generale del vitto lunedì 7 marzo fino a giovedì 17 con battitura sui blindati dalle ore 8.00 alle 8.30, dalle ore 12.00 alle ore 12.30, e dalle ore 17.30 alle ore 18.00, questo dovuto al sovraffollamento e soprattutto alla mancata concessione di pene alternative da parte delle autorità competenti.

Comitato detenuti
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Lettera dal carcere di Carinola
Caro Carmelo,scusami se tiscrivo su fogli usati.Io sono un delinquente mafioso,nulla a che vedere con taluni galantuomini,perseguitati dai magistrati comunisti,soltanto perchè hanno costruito società offfshore con i soldi rubatial fisco italiano,oppure con le sudate rendite di speculazioni finanziarie,o con aggiottaggi sui mercati nazionali ed internazionali.Stiamo attenti:non confondiamo criminali e uomini d'affari,al limite furbetti del quartierino.Perchè codesti galantuomini non ammazzano nessuno con le loro mani;tu magari penserai: "ma  sverzano i veleni delle loro fabbriche nei fiumi,nell'aria,senza sottoporli ai trattamenti di filtraggio";embè?Sono obbligati a risparmiare,non devono rispondere alla loro coscienza,ma devono lavorare sugli estatticonto.Ed il denaro non puzza e non dorme,ergo i festini notturni.Bisogna aver rispetto di questi uomini,che hanno reso grandi i  loro capitali ed ancor più grandi cimiteri,ospedali,carceri di questo mondo.Ma perche perseguono questi uomini,anzichè,per esempio chi finge l'invalidità,pecependo ben 350 euro mensili?Questi si che sono criminali!Pensa  che se non li arrestano in tre anni,arrivano a prendere quanto Ruby in due ore di duro lavoro! Non se ne può più di questa giudice,è giusto fare causa allo Stato! Ma lostato è il popolo ed anche il Popolo delle Libertà.Se vince va anche contro chi l'ha votata!Sopratutto!Non so perchè,ma sento che lo meritano.Lo penso anch'io.Ti confesso,caro amico,che provo sentimenti di terrore,quando penso che la gente,sembra perdonaretutto tranne ciò,che solo per essere effetto e non causa,andrebbe se non perdonato,mitigato nella pena.E'difficile,per chi vive nelle nostre condizioni dirlo.Noi che siamo effetti,sebbene condannati come e più che se fossimo cause.Ma è difficile anche tacere che,gli unici che stanno tentando di rendere giustizia al popo- lo,a coloro sui quali ricadono le conseguenze dei vizi e dei malaffari dei potenti,sono proprio quei quattro ma- gistrati,diluiti nel territorio e che si sentono dire eversivi o disturbati,solo perchè ancora appassionati alla Giusti zia con la G maiuscola.Sottoporrei al Ministro Alfano,centinaia di casi nei quali con 1/10 delle prove raccolte nei processi contro i potenti della politica e dell'imprenditoria,ci sono persone in carcere da oltre venti anni. E' gente che ha sbagliato!E poi già da molti anni,il Governo è impegnato a costruire i ripari di legge,per trasforma re in semplici e venali birbanterie,rati che su persone comuni,verrebbero puniti con il massimo delle pene. E' terribile,ma non ce l'ho tanto con i potenti che la fanno sempre franca;mi distrugge sentire gente chiusa come me in pochi metri e da vent'anni,prendere le difese del potente di turno,che si dice perseguitato.calunniato e poi se la ride. Non è il mio odio politico verso i ricchi.No.E disperazione;perchè dove c'è veramente sofferen za,ospedali,carceri,ricoveri,mancano mezzi e la sofferenza si cronicizza. Il tutto risolvibile con due ,tre festini in meno.Il capitalismo non è mai stato un sistema democratico,non lo può essere nel suo nel sè.Abbracci e ricor- dati che la via d'uscita è POLITCA. Alfio
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Lettera/Comunicato dal carcere di Spoleto - I "Buoni" voliono rubarci l'acqua
Spesso i cattivi sono più onesti dei buoni,per questo molti detenuti sostengono il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua.
Ci siamo anche noi!
Siamo i "Cattivi"che non perdono la speranza di essere migliori dei "Buoni"e che vogliono ancora fare parte del mondo,della società e della vita.
Molti di noi hanno perso la libertà,alcuni per sempre,ma non la forza per lottare per i propri diritti e l'acqua per tutti èuno dei principali diritti dell'uomo.
Anche i detenuti di tuttte la carceri d'Italia,sono contro la legge che prevede l'affidamento del servizio idrico pubblico a società di capitali.
L'acqua non è una merce e siamo contrari che un bene prezioso come l'acqua,possa essere gestito attraverso meccanismi di mercato.
Per evitare che la prossima volta i buoni provino pure a privatizzare l'aria che respiriamo,molti detenuti si mobiliteranno,tramite i loro parenti ed amici,per appoggiare il Referendum per la sospensione della legge Ron- chi,per impedire il processo in corso di privatizzazione dell'acqua.
In attesa dello svolgimento del referendum, i detenuti si mobiliteranno nelle carceri, per raccogliere firme per sostenere ed appoggiare l'iniziativa di sottrarre il servizio idrico alle regole del mercato e della concorrenza.
Le firme saranno inviate a Mario Pontillo, Sportello di segretariato sociale sul carcere,circolo PRC fratelli Cervi di Roma, via Pio Brizianelli 19- 00156 Roma.
                                                I detenuti e gli ergastolani d'Italia
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 Lettera dal carcere di Opera
Ciao Mario,grazie per il libro sulla lotta di Pomigliano,è molto interessante.
Ci ha fatto piacere,trovare la nostra lettera di solidarietà ai lavoratori della Fiat.
Ho ricevuto una lettera da Carmelo,con un foglio da far firmare,con cui aderire al NO alla privatizzazione dell'acqua.Ho fatto arrivare il foglio in sezione e lo hanno firmato tutti,solo che alcuni nomi non sono leggibili ed io li hoscritti dietro in stampatello. Non posso raccogliere le firme in altri piani,perchè,a differenza di Spoleto,noi non possiamo avere contatti con altri detenuti,quelli dell'AS/3.Qui rispettano la circolare del DAP, dove la sezione AS/1 npn deve avere contatti con gli altri detenuti....magari continuando a dare il nostro parere sulle problematiche sociali,un giorno,finiranno per capire che anche noi,tutto sommato,facciamo parte della società e che non è giusto ESCLUDERCI dal contesto sociale.
Siamo condannati a perdere la libertà fisica,non certo a SPEGNERE IL CERVELLO e ciò che succede nella vita,tra la gente,ci interessa,perchè nonostante tutto,facciamo sempre parte di questo strano Mondo.Lo capiranno mai?!?  Ciao un abbraccio Alfredo

Postilla di Mario Pontillo
Questo è il vero rammarico di chi è recluso.L'ESCLUSIONE.cioè essere abbandonato,non considerato,ignorato dalla cosidetta società (in)civile,di cui volente o nolente in quanto essere umano,quindi cittadino fa parte.Questa è la nostra battaglia di civiltà:-la certificazione di esistenza in vita di chi è prvivato/a della propria libertà personale.Quando in Italia capiremo che GLI ALTRI SIAMO NOI,forse inizierà il cambiamento.Per il momento siamo ancora lontani. Grazie Mario Pontillo

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Terrorista è chi rinchiude e bombarda non chi tutto ciò combatte!

Mi chiamo Martino, sono uno degli anarchici arrestati a Bologna lo scorso 6 aprile a seguito dell’ennesima ondata repressiva orchestrata dallo stato: operazione che ha portato all’arresto di 5 tra compagni e compagne, all’allontanamento di altri/e 7, ad un gran numero di perquisizioni (effettuate, peraltro, contemporaneamente in più città) e, addirittura, al sequestro dello spazio di documentazione Fuoriluogo (che passa dall’essere una sede con distribuzione di testi di critica radicale che organizza iniziative aperte settimanalmente, all’essere un inespugnabile fortino di terroristi) un’inchiesta a cui la procura lavorava da tempo e a cui, a seguito di alcuni attacchi anonimi avvenuti in città nel giro di una settimana ai danni di IBM, ENI, Emilbanca e Lega Nord, ha deciso fosse il momento di dare un seguito (nonostante nel riassunto delle carte che ci è stato consegnato al momento del nostro arresto, non ci sia alcun riferimento a questi fatti, con buona pace per i giornalisti forcaioli).
In un clima di linciaggio mediatico volto ad intimidire le tante persone che si avvicinano alle lotte in cui gli anarchici sono impegnati facendo terra bruciata attorno a loro (con Maroni che annunciava la sua funesta calata in città) arrestare qualcuno era necessario.
Perché la polizia c’è, la polizia fa. È tutto sotto controllo.
Siamo alle solite: ogni manifestazione di dissenso non recuperabile deve essere distorta, circoscritta ad una “guerra privata” tra il potere ed i suoi nemici dichiarati per disinnescarne la portata sociale e vanificarne il potenziale.
Come se, tolti gli anarchici, in questo mondo di merci non rimanessero che docili sudditi persuasi di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Eppure per accorgersi di come sia il mondo in cui viviamo non c’è bisogno di essere dei sovversivi: dalla minaccia nucleare che incombe alla guerra d’occupazione in Libia, sul fronte esterno; dalla militarizzazione imperante alla reclusione dei migranti sul fronte interno… la quotidiana catastrofe della società del profitto viene subita da tutti.
In tempi in cui la buia rassegnazione che, troppo spesso aleggia sulle coste nord del Mediterraneo, viene illuminata dalle insurrezioni che infiammano il sud delle sue coste.
In tempi in cui la N.A.T.O. stende un rapporto (Urban Operation in the Year 2020) in cui i suoi analisti immaginano per il 2020 scenari in cui l’esercito dovrà essere massicciamente impiegato per soffocare le rivolte dei poveri nelle periferie delle grandi città occidentali.
In tempi di crisi non può stupire se la diffusione dell’ideale anarchico (soprattutto se propugnato da individui che non aspettano, con le mani in mano la futura venuta di un’umanità libera e federata ma che, al contrario, lottano qui ed ora mettendo in gioco se stessi) turbi i sogni di chi ci comanda.
In realtà, a ben vedere, in una società come questa quello del nemico interno è l’unico “ruolo” eticamente accettabile:
- non voglio essere complice di una società che devasta il pianeta che la ospita
- non voglio essere complice di un’economia che per sopravvivere necessita di continue guerre e di ridurre intere popolazioni alla fame
- non voglio essere complice delle guardie che stuprano nelle caserme e nei C.I.E. ed uccidono nelle questure e nelle carceri
- non voglio essere complice di una società che sviluppa nanotecnologie e modificazioni genetiche al fine di controllare e piegare il vivente alle proprie esigenze di profitto
- non voglio essere complice del razzismo della caccia all’immigrato, della reclusione che attende chi non si piega alle leggi di un paese in cui i governi passano ma le telecamere, i manganelli ed i fili spinati restano
- non voglio essere complice di un’ipocrisia religiosa o del turismo sessuale che spesso ne costituisce il contraltare
- non voglio essere complice del massacro continuo di milioni di animali allevati e gonfiati o per alimentare i fatturati dell’industria zootecnica che intossica e affama o per testare ed immettere nei mercati nuovi prodotti (anche a costo di inventare nuove patologie per brevettare nuovi farmaci).
Al contrario saluto e abbraccio chi lotta contro tutto questo: solidarietà ai compagni in carcere in Italia, Svizzera, Germania, Francia, Grecia, Spagna, Cile, Argentina, Messico e Stati Uniti; ai Mapuche in lotta per le loro terre; ai “Freedom Fighters” del Delta del Niger, agli insorti del Maghreb e a tutte quelle situazioni di lotta che non conosco o non ho nominato.
Grazie per la grande solidarietà dimostrata nei confronti di me e degli altri/e arrestati/e.
Ancora dalla parte di chi, schiacciato da un cielo plumbeo, sceglie di procurar tempesta!
Ancora più lucido! Ancora più incazzato! Sempre a testa alta! Sempre presi bene raga!

Per l’anarchia

Martino


Fonte: OSSERVATORIO sulla REPRESSIONE

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