sabato 14 maggio 2011

LETTERA A CAINO


LETTERA A CAINO

Tu, con la vista striata di grigio metallo
nella gabbia dell’illusoria redenzione
condannato a brevi ore di cielo
per il tuo crimine
di uomo fragile,
quante volte interroghi te stesso
su quanto possa essere equa
questa condizione di miserabile,
la punizione sentenziata
da tribunali e leggi
che si proclamano imparziali
baluardi di giustizia
auspicando alla riabilitazione
della tua mente
celando l’inganno
torbido e tiranno
che mira ad annientarti
quasi tu fossi un disadattato
sin dall’embrione
vagito pregiudicato di reiterazione,
insetto inutile e pericoloso
da schiacciare senza pietà
che non può e non deve
appartenere a questa società,
Tu, relitto obnubilato
dal vascello immacolato.
Nella fucina dei vermi
è esiliato il tuo destino?
Quale punizione, quale carcere
può proclamare legittimità umana
quando è la stessa legge dell’uomo
che profana i diritti e i principi
da essa dettati!
E’ umano-legittimo privare la speranza
fino all’ultima goccia la dignità
di chi è nato uomo fragile?
Uomo, fallace profeta di autorità umana,
non disumanizzare Caino,
non macchiarti complice del suo stesso crimine,
incarnando il discepolo che supera il suo maestro
e subire la vendetta divina per sette volte
trasfigurare in martire il suo carnefice. 

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