venerdì 20 maggio 2011

Lettera - Il carcere nel carcere


Lettera - Il carcere nel carcere

Dalla Rassegna stampa
Caro Colombo, vedo che oggi (18 maggio) alla Camera, siete di nuovo impegnati in un dibattito sulle carceri. Quanti ce ne sono stati finora? E tutto si concluderà di nuovo con una buona dose di ipocrisia e niente, assolutamente niente che cambia, nelle prigioni più affollate del mondo?
Rosa
Risposta di Furio Colombo: Diciamo subito che il problema "carceri in Italia" esiste in due modi: nella realtà (e lì avrebbe potuto giacere per un tempo infinito) e nell'ostinazione dei Radicali, che tornano a mettere la questione "carceri" davanti a tutti quando parlano di legalità, quando discutono di diritti umani e civili, quando parlano di giustizia, quando dibattono di governo, quando il tema è l'immigrazione, quando il punto del dibattere è la spesa pubblica e l'economia. E anche quando il discorso riguarda la Costituzione. Proprio nel corso di questo nuovo dibattito alla Camera, è stata Rita Bernardini a ricordare che la Costituzione italiana prevede e condanna la violenza (che può essere attiva o passiva, inflitta da qualcuno o subita dalle condizioni di vita) contro coloro che sono privati della libertà. La giornata di dibattito parlamentare di cui sto parlando è il 18 maggio, l'occasione è la presentazione di mozioni di tutte le parti politiche, più o meno nobili (solo la Lega chiede di "assicurare la concreta attuazione del principio di effettività della pena anche attraverso lo sviluppo in ambito carcerario di più efficaci e moderni sistemi di controllo dei detenuti", ovvero vuole il braccialetto elettronico in carcere), e il gesto di buona volontà politica consiste in questo: unire le mozioni e far finta che, votando tutti un testo generico, vago e buono, si risolva il problema, almeno per il notiziario politico di domani. Quanto alle carceri, si domanda la radicale Bernardini nel suo intervento: "Ma a che cosa serve? Continueranno i suicidi (ne ricorda il numero impressionante) che coinvolgono persino le guardie carcerarie e per il resto non accade nulla". Ha ragione.
Trascorre un'intera mattina in cui, non viene in mente a nessuno (tranne Bernardini) di ricordare che Marco Pannella, per questa condizione carceraria senza soluzione, sta facendo di nuovo lo sciopero della fame (28esimo giorno). E c'è un governo inerte, distratto, disinteressato e ricco solo di false promesse. È vero, viene approvata a sorpresa una mozione Della Vedova-Granata, piena di buone intenzioni. E, di nuovo a sorpresa, una mozione Pd "disapprovata dal governo" e di nuovo indirizzata a forme di miglioramento. Ci sono poi votazioni in comune, espresse in termini così generici che non cambierebbero nulla, neppure se vi fosse un normale ministro della Giustizia che si occupa di carceri.
È vero, viene respinta, di nuovo a sorpresa, la mozione della Lega. Voto unanime in questa strana Camera post elettorale, per la mozione formulata con chiarezza e durezza da Rita Bernardini. E si approvano persino parti della mozione Di Pietro. Però come ha detto la stessa Bernardini più volte nel suo intervento, a che cosa serve se nessuno pone mano al problema carceri, a cominciare dal dove mettere i carcerati? Lo spazio per uomo o donna detenuti era un metro e mezzo ieri e resta un metro e mezzo oggi, e non ci sono progetti per domani. Tranne lo sciopero della fame, che continua nel più quieto silenzio.

Fonte:Radicali Italiani

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