domenica 15 maggio 2011

Un'ulteriore informazione per i lettori di IVG-Albenga

 Oggi ho pubblicato un ulteriore commento su I.V.G. - Albenga affinchè i disinformati lettori 
prendano maggiormente atto della realtà.

Il carcere di Savona nasce come convento e risale al XIV secolo; è una struttura vecchia, umida, male illuminata e fatiscente.
 In tutto ci sono 11 celle, 6 al pianterreno e 5 al piano interrato;


le celle sono estremamente umide e con il wc alla turca; 
tutti i detenuti accedono 4 volte alla settimana ad uno spazio unico per le docce; 
le ore d’aria si svolgono in un cortile senza riparo (ma è l’unico luogo dell’istituto che riceve luce naturale); 
vi è poi una piccola palestra, una biblioteca/cineforum e una cappella; 
nella sala colloqui, molto angusta e senza finestre per ricevere la luce naturale, 
non è stato ancora abbattuto il vietatissimo muretto divisorio per cui persino i colloqui dei detenuti con i minori si svolgono in una condizione pietosa;
 in futuro – rassicura il comandante – questo tipo di colloqui si svolgeranno nella cappella, in attesa della messa in funzione dell’area verde;



nel carcere di Savona, il giorno della visita erano presenti 80 detenuti, di cui 5 semiliberi, a fronte di una capienza regolamentare di 38 posti; 12 di loro con condanna definitiva, 34 in attesa di primo giudizio, 15 appellanti e 14 ricorrenti in cassazione; nell’istituto si registra un pesante turn over: in un anno, infatti, entrano tra i 500 e i 600 detenuti e gli «sfollamenti» che in passato l’amministrazione autorizzava quando usi raggiungeva quota 70 detenuti, oggi sono autorizzati a quota 90; con la legge 199 del 2010, ironicamente denominata «svuotacarceri», sono usciti non più di 4 detenuti;
i detenuti stranieri sono circa il 50 per cento mentre i tossicodipendenti sono 33 (41,5 per cento);

gli agenti di polizia penitenziaria sono sotto organico di almeno il 30 per cento: gli agenti sono infatti 52 di cui 47 effettivamente in servizio, mentre 5 di loro fanno parte del nucleo traduzioni; 
gli educatori sono 2 così come gli assistenti sociali;
 i volontari – a detta del comandante – sono una bella realtà che si distingue per la dedizione di «suor Cesarina» che ha messo su un gruppo di tre persone molto presenti;
quanto alla sanità, non esiste un presidio sanitario h 24,
 il medico di guardia incontrato non sapeva dove fosse il defibrillatore e, comunque, in caso occorresse usarlo di notte, gli agenti in servizio non sanno come si usi né sono tenuti a farlo; quanto al personale sanitario questo è così suddiviso: un medico dirigente sanitario, 3 medici convenzionati, 1 infermiere per turno, uno psichiatra per due ore alla settimana, 1 psicologo; è in funzione un’equipe del SERT composta da un medico, un assistente sociale e uno psicologo; le visite specialistiche si svolgono tutte all’esterno;
a seguito dell’ultimo taglio al capitolo di bilancio riguardante le mercedi, 
in tutto il carcere lavorano solo 9 detenuti; oggi, in un istituto fatiscente come quello di Savona, la direzione ha dovuto rinunciare persino agli addetti alla MOF (manutenzione ordinaria fabbricato) che in precedenza rientravano nei progetti finanziati dal provveditorato regionale;
lo stesso angusto locale viene utilizzato per i corsi di alfabetizzazione, la scuola media, il corso di ceramica, di pittura e di canto, la musicoterapia;
i familiari in visita ai detenuti non possono portare alimenti perché non c’è personale a sufficienza per fare i controlli perciò i detenuti possono acquistare alimenti solo allo spaccio interno dell’istituto che ha prezzi molto alti;
 l’amministrazione non è in grado di fornire ai detenuti il necessario per pulire le celle;
nella lavanderia dove presta servizio uno dei 9 detenuti che lavorano, si è appena rotta l’asciugatrice e lenzuola, federe e indumenti di coloro che non ricevono visite da parenti, ci mettono anche una settimana per asciugarsi vista l’umidità degli ambienti;
i detenuti passano sostanzialmente 20 ore chiusi in celle dove, per il sovraffollamento, è quasi impossibile muoversi; 
possono fare 4 telefonate al mese; 
nella 2a sezione, cella n. 3, sono in 8 (7 italiani e un albanese), il gabinetto alla turca, 
si trova in un loculo senza finestre ed è in condizioni pietose: perde acqua e la porta non si chiude; 
da 25 giorni non cambiano le lenzuola; 
nella cella n. 4, si trovano in 7 di nazionalità albanese e marocchina; c’è pochissima luce;
 nella cella 5 sono tutti malati; uno di loro che è rientrato in galera per un furto al supermercato, fuori era seguito dalla Caritas;
 un altro è visibilmente sofferente perché dice che stanno facendo morire in un canile il suo bastardino di nome Ciro e, addirittura, gli hanno chiesto il permesso di abbatterlo;
 un altro ragazzo aspetta da due mesi il busto per una vertebra rotta a seguito di incidente stradale;
nella 1a sezione (quella ubicata nel seminterrato) nella cella n. 1, i detenuti affermano che dal wc alla turca escono i topi e, per questo motivo, tengono coperto il buco con una bottiglia; uno di loro (G.C.), che è alla sua prima esperienza carceraria ed è in attesa di giudizio, è inorridito 

«sto vivendo – afferma – la più incredibile, illogica e 

disumana condizione di vita che si possa anche solo 

immaginare»,

«siamo in compagnia quotidiana di topi, insetti, impianti fatiscenti, mura il cui intonaco cade a pezzi per l’umidità; 

i letti sono irrimediabilmente sporchi ed arrugginiti;

 mi sono preso una dermatite seborroica e mi sono dovuto rasare completamente la testa e a mie spese mi sono dovuto comprare una lozione al cortisone; la mia corrispondenza viene violata; il cibo puzza e chi può è costretto a comprarlo allo spaccio dell’istituto;

uno dei pochissimi aspetti positivi del carcere di Savona è l’ottimo rapporto dei detenuti con gli agenti nella casa circondariale di Savona non esiste il regolamento interno previsto dal secondo comma dell’articolo 32 della legge n. 354 del 1975: «I detenuti e gli internati, all’atto del loro ingresso negli istituti e, quando sia necessario, successivamente, sono informati delle disposizioni generali e particolari attinenti ai loro diritti e doveri, alla disciplina e al trattamento». D’altra parte la conoscenza delle disposizioni da parte dei detenuti è necessaria, visto che al terzo comma dello stesso articolo 32 si stabilisce che «essi devono osservare le norme e le disposizioni che regolano la vita penitenziaria» -:
se sia a conoscenza di quanto scritto in premessa;
in che modo intenda attivarsi e in quali tempi per superare gli evidenti problemi di sovraffollamento che si aggiungono a quelli, drammatici, di fatiscenza dell’edificio, delle celle e dei luoghi destinati alla socialità, di insalubrità di tutti gli ambienti della totale mancanza di applicazione delle più elementari norme igienico-sanitarie;
in che modo intenda ripristinare il fondo per il lavoro in carcere dei detenuti, visto che nelle condizioni attuali, solo un’estrema minoranza di loro ha la possibilità di svolgere un attività, peraltro poco qualificante, all’interno dell’istituto;
in che tempi verrà ripristinato l’organico degli agenti di polizia penitenziaria la cui carenza si ripercuote sulle attività trattamentali dei detenuti oltre che a creare enorme stress sul personale penitenziario che non può seguire normali turni di lavoro, di riposi settimanali e di ferie;
quando verrà abbattuto il muretto divisorio nella sala colloqui e allestita un’area verde per gli incontri dei detenuti con i loro figli minori;
cosa si intenda fare per vigilare affinché venga garantito il diritto alla salute dei detenuti e, urgentemente, per far sì che venga assicurato un presidio sanitario h 24, oltre che la messa in sicurezza degli ambienti, a partire dalle celle e da tutti gli altri ambienti frequentati da detenuti, agenti e personale tutto;
in che tempi verrà sanata la violazione normativa riguardante l’inesistenza di un regolamento interno all’istituto. (Associazione il detenuto ignoto - 30 gennaio 2011)



Quando puntate un dito per accusare
 siate sempre consapevoli 
che tre dita della vostra stessa mano 
puntano contro di voi





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