sabato 14 maggio 2011

Amnesty: “L’Italia discrimina gay, rom e immigrati"

































13 maggio 2011

Il rapporto 2011 sui diritti umani critica il nostro paese.
Abbiamo molto da imparare, a partire dai casi Cucchi e Aldrovandi
Rom che vedono violati i propri diritti, gay, lesbiche, bisessuali e transgender vittime di aggressioni omofobe, richiedenti asilo che non sono riusciti a ottenere protezione internazionale mentre sono continuate le segnalazioni di maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine. L’Italia, sul fronte dei diritti umani, ha ancora molto da imparare, secondo quanto emerge dal Rapporto 2011 di Amnesty International.
INTOLLERANZA - ‘I diritti dei rom – si legge nel rapporto – hanno continuato a essere violati e gli sgomberi forzati hanno contribuito a spingere sempre piu’ nella poverta’ e nell’emarginazione le persone colpite. Commenti dispregiativi e discriminatori formulati da politici nei confronti di rom, migranti e persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender hanno alimentato un clima di crescente intolleranza.
AGGRESSIONI - Ci sono state nuove violente aggressioni omofobe. I richiedenti asilo non hanno potuto accedere a procedure efficaci per ottenere protezione internazionale. Sono continuate le segnalazioni di maltrattamenti a opera di agenti delle forze di polizia o di sicurezza. Non sono cessate le preoccupazioni circa l’accuratezza delle indagini sui decessi in carcere e su presunti maltrattamenti. L’Italia ha rifiutato di introdurre il reato di tortura nella legislazione nazionale’.
LA TORTURA NON E’ REATO Amnesty ricorda che a febbraio, la situazione dei diritti umani in Italia e’ stata analizzata secondo l’Esame periodico universale delle Nazioni Unite. A maggio, il governo ha risposto respingendo 12 delle 92 raccomandazioni ricevute: ‘Ha suscitato particolare preoccupazione il rifiuto di introdurre il reato di tortura nella legislazione nazionale e di abolire il reato di migrazione irregolare’. Nel rapporto vengono denunciati gli sgomberi forzati di rom. ‘
VIOLENZA RAZZIALE - Alcune famiglie – spiega Amnesty – sono state sottoposte a ripetuti sgomberi forzati, che hanno disgregato le loro comunita’, il loro accesso al lavoro e hanno reso impossibile ad alcuni bambini la frequenza scolastica’. Infine, una parola sulla situazione di richiedenti asilo e migranti che ‘hanno continuato a essere privati dei loro diritti, in particolare per quanto riguarda l’accesso a una procedura di asilo equa e soddisfacente. Le autorita’ non li hanno adeguatamente protetti dalla violenza a sfondo razziale e, facendo collegamenti infondati tra immigrazione e criminalita’, alcuni politici e rappresentanti del governo hanno alimentato un clima di intolleranza e xenofobia’.
MALTRATTAMENTI – L’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e le Ngo hanno continuato a esprimere il timore che ‘gli accordi tra Italia, Libia e altri paesi per controllare i flussi migratori stessero negando a centinaia di richiedenti asilo, compresi molti bambini, l’accesso alle procedure per richiedere la protezione internazionale. In Italia il numero di richieste di asilo ha continuato a diminuire drasticamente’. Infine, evidenzia Amnesty, ‘sono giunte continue segnalazioni di maltrattamenti da parte di agenti delle forze di polizia o di sicurezza’ e nel rapporto si fa esplicito riferimento ai casi di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi.
(Asca)




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