domenica 1 maggio 2011

Ergastolo ostativo : cos'è e come se ne esce




stupratori, pedofili e tutti coloro che ledono una persona 
fino ad ucciderla.
Si tratta di  una pena che viene data per reati di 

associazione a delinquere, 

per intenderci non è previsto l’ergastolo ostativo per 
















A lottare contro questo tipo di ergastolo ed a cercare di dar voce agli internati vi è l’'Associazione "Comunità Papa Giovanni XXIII", fondata nel 1973 Don Oreste Benzi ed attiva nel vasto ambiente dell'emarginazione e della povertà. Tra le altre attività dell’associazione vi è quella di occuparsi di carcerati ed in quest’ottica, da alcuni membri de gruppo particolarmente dediti al problema è nato da circa un anno il blog “Urla dal Silenzio”, nome anche dell’omonimo gruppo su Facebook, con l'intento di far conoscere a tutti la disumana realtà dell'ergastolo ostativo; il blog è diventato nel tempo la voce degli ergastolani con testi, poesie, drammatici racconti di vita pubblicati di volta in volta. Incontriamo una delle responsabili del progetto “Urla dal Silenzio”, Nadia Bizzotto:

"Quando parliamo di ergastolani ostativi non stiamo parlando di pedofili o di gente che ha ammazzato figli e mogli; stiamo parlando di chi è stato condannato per reati di associazione mafiosa. Il carcere ostativo è per gli imputati che hanno preso l’ergastolo per reati di mafia e sono ostativi perché nessuno di loro collabora con la giustizia; chi non collabora non ottiene i benefici penitenziari. Ma è bene precisare che il padre di famiglia che rimane dentro perché ha scelto di non collaborare non lo fa sempre per scelta consapevole o omertà, ma è anche paura di ripercussioni su loro stessi una volta usciti o sulla loro famiglia. 

Gli ergastolani in Italia oggi sono circa 1400, la stragrande maggioranza dei quali provenienti dal sud; l’ostatività nasce dall’inasprimento delle pene come risposta dello Stato dopo i reati di mafia, più o meno negli anni 90. La maggior parte di loro ha già scontato all’incirca 20 anni e l’ergastolo ostativo sta venendo fuori adesso perché, dopo i 20, normalmente uno può chiedere la semi - libertà. A tutti quanti è stata negata poiché in base all’art. 4 bis non vi è traccia nelle loro cartelle di collaborazione con la giustizia. Non è che uno nasce con l’ergastolo ostativo; molte volte non si sa neanche di averlo finchè non si scopre che la magistratura ti rifiuta i benefici in quanto non risulti collaboratore.
Quando andiamo in carcere a parlare con loro sappiamo bene che di fronte non abbiamo dei santi; se stanno lì dentro è perché hanno commesso reati. E lo sanno anche loro; io però cerco di relazionarmi con l’uomo che ho davanti adesso, non con il colpevole di 20 o 30 anni fa che non è più il ragazzo di allora. È ’un uomo che non ha alcuna prospettiva reale di uscire dal carcere, se non da morto. Un ragazzo di 18 anni per quante ne possa ave fatto non può essere il boss della mafia che ha distrutto l’Italia, può esser stato al massimo manovalanza a servizio della mafia. Persone che sanno di aver fatto errori molte volte anche grossi, che stanno pagando e che vogliono pagare e che l’unica cosa che chiedono è una data certa. Ormai sono anni che li conosciamo, abbiamo rapporti quasi familiari con alcuni d loro. Addirittura con le famiglie dei detenuti, con i figli, con le mogli, siamo spesso in contatto anche perché il dramma dell’ergastolo si ripercuote non solo su chi lo sconta ma su tutta la famiglia.
 In carcere, per ottenere i benefici occorrono il diritto ed il merito: per gli ostativi non si arriva al merito, non si arriva a stabilire se hai fatto un percorso tale per cui psicologi, direttore del carcere ecc.. possano presentare una relazione su di te e su quanto tu sia cambiato; non ne hai diritto perché non ha collaborato. Allora qui il principio educativo non c’è proprio, il famoso art. 27 non serve assolutamente a niente. Che senso ha tenere in galera uno tutta la vita con la prospettiva di non uscire mai; educarlo per cosa, per portarlo alla tomba? Il nostro è uno Stato che per certi versi ha una giustizia assolutamente lassista e ch per altri, invece, fa pagare in maniera ingiusta e spropositata.


Fonte: LAVERACRONACA - Giornale on line di inchieste e cultura

 L'ergastolo ostativo è ripugnante e indegno per una democrazia del diritto ad essere persone giuste (Prof . Giuseppe Ferraro, Docente di Filosofia Università Federico II, Napoli).


FINE PENA MAI è una condanna che non lascia speranza. Tanti anni di carcere invece trasformano le persone, e la società deve riconoscere tutto questo. Il mio compagno era un ergastolano. Due anni fa le istituzioni (direttore del carcere, psicologa, assistente sociale, educatrice...) avevano fatto per lui la domanda di grazia al Presidente della Repubblica. A giugno il rigetto. La giustizia in contrapposizione con se stessa. Dov'è andato il valore della rieducazione? Lui è morto il 12/11/09 (R. P.).


'L'UOMO NON E' IL SUO ERRORE" (Marinella Larcher, Laives BZ)


Sua Santità,
siamo un monastero di Clarisse Cappuccine italiane.
Ci uniamo alla petizione degli ergastolani, sostenuta dalla Comunità papa Giovanni XXIII per l'abolizione dell'ergastolo ostativo. Da anni siamo in corrispondenza epistolare con alcuni del carcere di Parma e condividiamo le loro sofferenze, soprattutto la mancanza di speranza in un futuro diverso. Alcuni di loro si sono riavvicinati a Dio in carcere e stanno facendo un serio cammino di conversione. Chiediamo che anche per loro ci sia una possibilità di riscatto. Ringraziandola per il suo prezioso servizio alla chiesa, chiediamo la benedizione apostolica
.



 fra noi c’è un detto, il carcere non si augura neppure al peggior nemico, quindi come potrei mandarci un amico che si è rifatto una vita, che si è sposato, che ha dei figli e che lavora onestamente?
Chi ama la propria compagna rispetta anche la donna degli altri.
Chi ama i propri figli ama anche i figli degli altri.
Chi ama la propria libertà ama ancora di più la libertà degli altri.
Alberto, non penso di essere un criminale io, ma penso che sia più vigliacco e criminale lo Stato che dopo venti anni di carcere, per farmi uscire, mi chiede di mettere in cella un altro al posto mio.
Alberto, l’ho detto tante volte, molti ergastolani sono colpevoli di non essere riusciti a farsi ammazzare perché in certi ambienti criminali sia i vivi che i morti cercavano di ammazzarsi l’uno con l’altro.
Alberto, io non sono stato condannato per morti innocenti e non basta essere morti per diventare innocenti, come non dovrebbe bastare essere riusciti a sopravvivere per diventare colpevoli per sempre.
Alberto, io in carcere non ci metterei nessuno, ci potrebbero essere tanti modi per scontare una pena, come per esempio lavorare in un Pronto Soccorso come volontario o spazzare le strade della propria città.
Alberto, è difficile diventare persone migliori chiusi in una cella tutto il giorno senza fare nulla, senza nessun futuro e senza speranza.
In questo modo anche il peggior criminale diventa innocente e voi là fuori diventate tutti colpevoli.
Alberto, da un paio di giorni mi hanno di nuovo respinto la semilibertà perché non collaboro con la giustizia: i buoni mi fanno ancora più paura dei cattivi.
Alberto, i buoni mi fanno sempre più paura e incomincio a provare tanta pena per loro perché probabilmente sono più infelici di me se odiano a tal punto le persone che sbagliano da tenerle murate vive per tutta la vita.
Alberto, molti ergastolani che hanno l’ergastolo ostativo, senza nessuna possibilità di uscire, se non parlano come ai tempi dell’Inquisizione, o non rinunciano a difendere la loro innocenza, moriranno in carcere.
Alberto, buoni o cattivi, ogni uomo è l’uno e l’altro.
Il mio cuore  da uomo ombra ti sorride.
Carmelo
Spoleto, 03/02/2011



Cari amici,
vi scrivo per chiedervi, se potete e se volete, di inserire nei vostri rispettivi siti,  il link al blog degli ergastolani ostativi:
al fine di diffondere il più possibile questa realtà di sofferenza purtroppo ignorata quasi da tutti.
Io fino a poco tempo fa non sapevo cosa fosse l’ergastolo ostativo, io pensavo che esistesse solo l’ergastolo “normale”, pensavo che in Italia, alla fin fine, il vero ergastolo non lo facesse più nessuno perché tutti dopo 15/20 anni di reclusione uscivano dal carcere, poi invece ho scoperto che in Italia non è così.
Ho scoperto che in Italia esiste ancora l’ergastolo ostativo, cioè il “fine pena mai”, in Italia ci sono persone in carcere da 30/40 anni senza nessuna prospettiva di uscire.
La televisione in genere dà sempre notizie del tipo: “Tizio, condanno all’ergastolo per aver ucciso tante persone, solo dopo 5 anni di carcere, è libero”.
La televisione e la Stampa non dicono mai: “Tizio, condannato all’ergastolo, dopo aver fatto 30/40 anni di carcere, dopo essere diventata una persona migliore, è morto in carcere da solo lontano dai suoi cari” .
La gente spesso resta male informata o parzialmente informata e si crea l’opinione che alla fin fine nessuno sconta veramente la pena e l’ergastolo non lo fa più nessuno, anzi neanche 20 anni fa più nessuno, troppo spesso i mass media dando solo notizie parziali della realtà carceraria, fanno creare l’opinione comune che in carcere alla fin fine si fa la bella vita usando i soldi dei contribuenti.
Io sono stata una di queste persone finché non ho toccato con mano la grande sofferenza che vi è nei carceri che hanno ergastolani ostativi.
L'ergastolo ostativo non prevede nessun beneficio, mai un giorno di permesso: anni e anni, decenni, senza mai un giorno fuori dal carcere, senza mai un Natale in famiglia, senza mai un abbraccio libero con i propri cari. Tutto questo per reati commessi anche 20-30- 40 anni prima.
Gli ergastolani ostativi stanno isolati per 23 ore al giorno, ognuno in una cella singola di 3 metri x 2. Hanno solo un'ora d’aria al giorno, per 23 ore al giorno stanno da soli (isolati) senza parlare con nessuno. Inoltre non hanno MAI avuto un giorno di permesso, quindi è da più di 20/30 anni che non mettono piede fuori. Hanno tutti problemi alla vista e problemi di deambulazione perché non camminano più per lunghi tratti. Inoltre vedono i propri familiari pochissime volte perché ogni detenuto ostativo è messo appositamente in un carcere che si trova dal lato opposto dell’Italia rispetto alla propria famiglia.
L'Italia è l'unico paese dell' Unione Europea ad avere ancora l'ergastolo. In tutti gli altri paesi europei l'ergastolo normale e quello ostativo sono stati abrogati già da 10/15 anni, negli altri paesi europei la pena massima è 30 anni.
L'Italia è contro la pena di morte ma comunque con l'ergastolo ostativo uccide indirettamente perché tenere una persona in quelle condizioni per sempre e senza nessuna prospettiva di uscire è un'istigazione al suicidio. Infatti tantissimi ergastolani ostativi si suicidano tutti i giorni (ma la televisione queste notizie non le da).
In questo blog   ci sono raccolte le testimonianze degli ergastolani ostativi. Con linguaggio semplice gli ergastolani hanno scritto raccontando a quali trattamenti disumani sono ogni giorno sottoposti. Molti soprusi che essi subiscono da parte del personale penitenziario, in teoria sarebbero illegali, perché contro i diritti umani ma, dato che gli ergastolani ostativi non possono denunciare tali trattamenti, nessuno fa niente.
Vi prego di leggere i contenuti del blog, soprattutto l’esperienza di Matteo Greco a Pianosa.
La cosa terribile è che tali fatti accadono tutti i giorni, NON sono casi sporadici (ma ovviamente la TV non riporta queste notizie)
E’ vero che gli ergastolani ostativi hanno commesso crimini 30/40 anni fa ma  hanno diritto ad una seconda possibilità:
“Nessuno uccida la speranza, neppure del più feroce assassino, perché ogni uomo è una infinita possibilità!” (D. M. Turoldo)
 La Comunità “Papa Giovanni XXIII”, fondata da don Oreste Benzi, propone l’abolizione dell’ergastolo ostativo, pena che non permette alcun beneficio né reinserimento sociale al detenuto, escludendolo così – si legge in un comunicato diffuso dall’associazione – “da qualsiasi speranza di cambiamento”.
La Comunità – si legge nel comunicato – promuove e sostiene questa petizione “affinché ogni detenuto possa avere la possibilità di dimostrare il proprio cambiamento e possa svolgere un progetto personalizzato che gli dia la possibilità di essere reinserito nella società”. Secondo la comunità, l’ergastolo ostativo senza benefici è “incostituzionale perché l’art. 27 della nostra Costituzione recita: ‘le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”. “Noi crediamo – scrive Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità e successore di Don Benzi – che rieducazione contiene in sé il principio di reinserimento sociale delle persona. Senza reinserimento non c’è rieducazione”.
Il successore di Don Oreste, Paolo Ramonda in carcere a Spoleto nel mese di maggio 2009 ha detto: “L’ergastolo ostativo è come una condanna a morte, non prevede alcun beneficio, sconto, né permesso, niente. Il detenuto non è la sua pena, le pene devono tendere alla rieducazione del condannato (come invece prevede l’art. 27 della costituzione Italiana). Non si tratta di evitare le pene, né di dare facili regali e neppure di fare finta che non abbiano commesso reati pesantissimi. Ma bisogna garantire senza buonismi, il recupero di chi ha sbagliato. Chi è in carcere deve pagare il proprio debito, ma avere il diritto di riabilitarsi. Ci dobbiamo chiedere: . Come può essere (ri)educante un carcere che non farà mai uscire una persona? Come si può essere stimolati al pentimento e al cambiamento di vita senza la speranza di uscire?”

Anche il Card. Tettamanzi durante la messa di Natale 2008 al carcere "Opera" a Milano ha detto:
"E' proprio vero che l'ergastolo toglie la speranza. E’ un appello legittimo e allora questo appello lo leggo come un desiderio, una volontà del detenuto, che ha commesso anche delitti efferati, di rientrare nella società e di restituire alla società quello che ha rubato'".
 Il Card. Sepe  in visita a Poggioreale ha affermato: "Nessun uomo è condannato a vita e tutti devono avere la possibilità di redimersi”. 


Grazie per avermi ascoltata.

Mita  (e i 1200 ergastolani ostativi reclusi nei vari carceri italiani)

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